La procura contesta a Pozzolo i reati di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e di munizionamento in luogo pubblico o aperto al pubblico, omessa custodia di armi e accensioni/esplosioni pericolose. «Escluso il coinvolgimento di terze persone»
A poco più di quattro mesi di distanza la procura della Repubblica di Biella ha notificato al deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per i fatti avvenuti nel corso di una festa di capodanno a Rosazza durante la quale un colpo partito da una pistola ha ferito Luca Campana, genero del capo scorta (Pablo Morello) del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, presenti alla festa del 31 dicembre 2023. Delmastro ha detto ai pm che non si trovava all’interno della sala dove erano in corso i festeggiamenti durante lo sparo, ma si era momentaneamente allontanato.
La procura contesta a Pozzolo i reati di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e di munizionamento in luogo pubblico o aperto al pubblico, omessa custodia di armi e accensioni/esplosioni pericolose.
Escluse terze persone
Secondo la nota della procura «sin dall'acquisizione delle sommarie informazioni testimoniali da parte della procura della Repubblica di Biella e dalla stazione dei carabinieri di Andorno Micca, emergeva la riconducibilità dei reati provvisoriamente contestati a Pozzolo».
Per i pm «i rilievi eseguiti dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Biella su Pozzolo (il cosiddetto stub) e nei locali della pro loco di Rosazza, ed i successivi accertamenti tecnici eseguiti (in contraddittorio con la difesa) dal laboratorio Ris di Parma (stub, accertamenti dattiloscopici e biologici sull'arma in sequestro), hanno confermato l'ipotesi iniziale e hanno escluso l'eventuale coinvolgimento di terze persone».
La perizia balistica
Ad eliminare ogni dubbio è stata la perizia balistica che «ha accertato la piena sovrapponibilità del narrato delle persone informate sui fatti e, in particolare, quelle della persona offesa e non ha riscontrato la ricostruzione alternativa fornita originariamente da Pozzolo al momento dei fatti».
A sparare quella sera è stato il deputato di Fratelli d’Italia con una pistola da collezionismo e che quindi non poteva essere portata in un luogo pubblico. Il perito, infatti, aveva scritto nel suo documento che «il revolver in sequestro era impugnato da Emanuele Pozzolo, che si trovava in posizione eretta sul lato lungo del tavolo rivolto verso il muro».
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