Da piazza della Repubblica alle Terme di Caracalla, la manifestazione che compie 30 anni attraversa le strade di Roma e chiede diritti per la comunità Lgbtqia+, in un periodo di «sfide e attacchi che non possono essere ignorati», si legge sul manifesto politico del Roma Pride: «Attacchi contro la comunità trans, alla quale si nega spietatamente il diritto di esistere con strumenti giuridici da medioevo oscurantista; attacchi contro le famiglie arcobaleno, che si vedono negare ogni diritto e riconoscimento da parte di forze politiche che si dicono a favore delle famiglie; attacchi contro le donne, alle quali viene impedito di decidere dei propri corpi in nome di un fanatismo religioso indegno di un Paese laico». 

“30 anni di orgoglio” è lo slogan che ricorda il percorso fatto dal 2 luglio 1994, data della prima manifestazione italiana per i diritti della comunità Lgbtqia+. L’artista internazionale colombiano Santiago Olivares, conosciuto come SakoAsko, ha raffigurato questo appuntamento con un albero maestoso che rappresenta la comunità, salda nelle sue radici e che continua a crescere rigogliosa nonostante gli attacchi e le violenze subite nel corso della sua storia. Ogni ascia rappresenta un attacco subito, da chi «in nome di un’ideologia retrograda» e «conservatrice ha cercato di bloccare la strada percorsa dalla nostra comunità che, seppur ferita, come quell'albero continua ad andare avanti e a crescere unita e rigogliosa».

Annalisa, la madrina del Roma Pride 2024. Foto Domani/Riera
Annalisa, la madrina del Roma Pride 2024. Foto Domani/Riera

Anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha preso parte alla manifestazione. Così altri rappresentanti politici di opposizione, come la senatrice e il deputato del Pd Cecilia D’Elia e Alessandro Zan, il deputato di Più Europa Riccardo Magi. 

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«La marea umana che riempie oggi le piazze di Roma è un vento di protesta e indignazione per l'accanimento della politica italiana contro i diritti», ha scritto in un comunicato Rosario Coco, presidente Gaynet. «Il nostro Paese è in mano a una destra anomala e sovversiva sul piano dei diritti», prosegue il comunicato, «che nella giornata di ieri è riuscita a togliere le diciture, oltre all'aborto, di orientamento sessuale e identità di genere, dal documento finale del G7, nonostante siano presenti in tutte le linee guida per il diritto d’asilo».

Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha preso parte alla manifestazione: «Roma è la città dell’accoglienza, dei diritti e dei 30 anni del Pride, che festeggiamo, ma dobbiamo anche andare avanti nella battaglia per avere pienamente riconosciuti i diritti per tutti e superare ogni discriminazione». Per Gualtieri è «un Pride di festa e anche di lotta». 

D’Elia: «G7 ha attenuato il riconoscimento diritti Lgbtq»

Per la senatrice del Partito democratico, Cecilia D’Elia, la manifestazione Pride Roma dimostra che il paese è già «libero e solidale», al contrario del G7 a presidenza italiana, che «verrà ricordato per aver attenuato il riconoscimento dei diritti Lgbtq e delle donne». Un dato «gravissimo», dice D’Elia, «se si pensa che Meloni è la prima presidente del Consiglio donna». 

Turano: «Più spazio creativo per persone Lgbtq+ nel cinema»

«La cultura, il cinema, la letteratura, sono dei mezzi con cui la maggior parte delle persone della comunità arcobaleno si è potuta riconoscere. Sono mezzi fondamentali», dice a Domani Pietro Turano, attore e vicepresidente Arcigay Roma. Il mondo del cinema, secondo Turano, si sta adattando, ma «solo in superficie» e «occorre un lavoro perché professioniste e professionisti queer Lgbtq abbiano più spazio creativo». Arcigay Roma, spiega il vicepresidente, ha deciso di posizionarsi in maniera «forte e netta su temi che oggi non possono essere ignorati», per questo sul carro oltre alle bandiere dell’associazione, ci sono le bandiere palestinesi, conclude, perché «pensiamo che oggi un Pride non può non essere a fianco del popolo palestinese».

Petrillo: «Dobbiamo contrastare questo governo»

«Con un governo così a destra, non possiamo permetterci di svuotare di significato politico questa manifestazione. Abbiamo bisogno di andare in piazza con delle parole chiave e contrastare questo governo», ha detto a Domani Anna Claudia Petrillo di Arcigay Nazionale. «Non possiamo farlo in un modo timido», ha poi aggiunto, «non siamo soddisfatte e soddisfatti, oggi è il tempo del coraggio». 

Pasquale: «È il contesto che ci rende disabili»

«Roma non è ancora accessibile, manca ancora tantissimo», dice a Domani Martina Pasquale del Disability Pride. «La nostra presenza qui significa che noi persone disabili dobbiamo essere presenti a livello politico e attivi nelle manifestazioni pubbliche», continua Pasquale, «facciamo vedere che siamo presenti nella società che, a sua volta dovrebbe essere plasmata per noi. Ci aspettiamo che le cose cambino, ma nel frattempo manifestiamo anche noi la nostra libertà». E sottolinea: «Noi siamo autonomi e liberi, ma è il contesto che ci rende disabili. 

Le immagini dal Roma Pride

 


Interviste e foto di Enrica Riera

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