Lo so che in questo periodo di emergenza sanitaria, forse, è un po’ da irresponsabili aggiungere altre emergenze sanitarie. So anche che i poteri forti ostacoleranno questo mio appello, ma credo che sia arrivato seriamente il momento di parlare di una sindrome che affligge ormai moltissime persone e di cui nessuno parla. Sto parlando della sindrome del “post Black friday”.

Sono riuscito a identificarla e a darle un nome, perché ne sono vittima puntualmente ogni anno. Però, prima di spiegarvi come ci sono arrivato, dobbiamo fare un passo indietro.

Il Black friday

Negli anni Novanta passeggiavo per le strade di Londra, giovane e squattrinato, quando vidi un cartello su una vetrina di un negozio con su scritto “Black friday”. Dopo qualche altro metro, un altro negozio mostrava lo stesso cartello e poi un altro e poi un altro ancora. Chiesi, quindi, cosa fosse questo Black friday e mi fu spiegato che era una giornata in cui si facevano grossi sconti nei negozi, qualunque fosse la tipologia.

Quando sei squattrinato la cosa non ti colpisce molto, perché quando non hai soldi uno sconto del 30 o del 60 per cento cambia poco, perché appunto non hai soldi.

Anni dopo anche in Italia è arrivato il Black friday e, non essendo più né giovane né squattrinato, la cosa ha incominciato a interessarmi. Così tanto che già a fine agosto penso alle “cose che devo comprare perché mi servono”, e aggiungo anche le “cose che devo comprare perché c’è uno sconto pazzesco” e quindi posso dire agli amici: «È stato un affare! È costato niente!».

LaPresse
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La sindrome

Ma la sindrome in oggetto si manifesta esattamente nei giorni dopo il Black friday. Quando ti accorgi che non hai comprato quella cosa che volevi e che ormai è troppo tardi per averla scontata. Ti svegli con un peso sullo stomaco che non riesci a mandar via. Un piccolo fallimento della propria vita.

Inoltre, è abbastanza accertato che questa sindrome abbia delle gravi ripercussioni anche all’interno della coppia. Io personalmente ho avuto una lunga discussione con la mia compagna, quando il giorno dopo il Black friday una volta mi disse: «Ci serve un televisore nuovo. Domani lo andiamo a comprare?».

Io le ho chiaramente risposto che ormai era troppo tardi e che non avrei mai comprato un televisore senza poter dire: «È stato un affare! È costato niente!». Se avessi comprato una tv a prezzo pieno, a pochi giorni dalla fine del Black friday, non sarei stato più credibile come padre agli occhi di mia figlia.

Non sarei stato più un suo punto di riferimento! Si sarebbe vergognata di me! All’uscita della scuola le sue compagnette le avrebbero chiesto: «Ma quello è tuo padre?» e lei avrebbe risposto malinconica: «No, mio padre fa il marinaio ed è sempre in giro per il mondo. Io torno a casa da sola!».

La lista

Sta di fatto che la mia compagna, dopo avermi fatto notare che ero pazzo, ha comprato comunque un televisore il giorno dopo. A prezzo pieno. In un giorno che non era seguito da nessun “day” finale. Non ha sfruttato neanche il cyber monday, il giorno di consolazione per noi vittime della sindrome del post Black friday che arriva dopo il Black friday, ma che non leva quella sensazione di fallimento. Insomma, ormai ogni volta che guardo la tv mi sento un perdente.

Ma la sindrome post Black friday" è subdola. Perché dopo un anno da questo fattaccio, io mi ritrovo a soffrire come se fosse la prima volta. E tremo all’idea che la mia compagna voglia comprare un altro oggetto subito dopo il Black friday. Come curare questa patologia? C’è solo una soluzione: già a gennaio incominciare a stilare una lista, seria, degli oggetti da comprare e condividerlo con la propria compagna/o. Non vedo altre soluzioni.

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