- Nella giornata del 12 luglio, in Italia si sono registrati 142.967 nuovi casi di Covid-19, e 157 persone sono decedute a causa della malattia. Crescono i pazienti ricoverati per Covid, 9.724 in totale, 270 in più rispetto al giorno prima, e i malati gravi in terapia, che sono 375, 15 in più. L’ondata epidemica sta ancora salendo, spinta dalla nuova subvariante di Omicron denominata Ba.5. Era tutto prevedibile, e difatti noi l’avevamo previsto.
- Questa ondata epidemica causata da Omicron Ba.5 entro i prossimi 7-10 giorni raggiungerà un picco e poi inizierà a declinare in maniera spontanea. Però, nel frattempo provocherà più di 100-150 decessi al giorno, sempre che il governo non decida di intervenire. Cosa fare?
- Cosa fare? Dobbiamo lasciare “correre” il virus? Ma lo stiamo già facendo. La cosa più saggia sarebbe raccomandare l’utilizzo di mezzi di contenimento, come le mascherine, in tutti i luoghi in cui si assembrano persone, al chiuso e all’aperto, e iniziare subito a somministrare la quarta dose di vaccino agli anziani e ai più fragili, e poi a tutti gli altri.
Nella giornata del 12 luglio, in Italia si sono registrati 142.967 nuovi casi di Covid-19, e 157 persone sono decedute a causa della malattia. Crescono i pazienti ricoverati per Covid, 9.724 in totale, 270 in più rispetto al giorno prima, e i malati gravi in terapia, che sono 375, 15 in più. L’ondata epidemica sta ancora salendo, spinta dalla nuova subvariante di Omicron denominata Ba.5. Era tutto prevedibile, e difatti noi l’avevamo previsto.
I dati non fanno ben sperare
Partiamo dai numeri, che ci forniscono le informazioni più preziose sull’andamento dell’epidemia. Il 12 luglio, ufficialmente ci sono stati 142.967 individui positivi al Covid, ma probabilmente sono molti di più, perché tanti che si ammalano di Covid e si fanno un autotampone poi non segnalano la propria positività per non avere problemi.
Qualcuno stima che i positivi al Covid possano essere addirittura il doppio, cioè quasi 300mila. Nello stesso giorno, 157 individui sono deceduti a causa del Covid.
Nei prossimi giorni queste cifre aumenteranno oppure no? La curva epidemica raggiungerà un picco, cioè positivi e decessi aumenteranno, poi cominceranno a declinare, ma quando?
La nuova variante è la più contagiosa
Per rispondere, dobbiamo parlare di numeri. Gli epidemiologi hanno calcolato che la sottovariante di Omicron Ba.5 ha un numero basico di riproduzione (indicato con R0, cioè R con zero) tra 15 e 20, a seconda delle varie stime.
Il numero basico di riproduzione indica quanti individui può contagiare in media (in condizioni ideali, in una popolazione totalmente suscettibile) un individuo infettato da un determinato virus. Dire che la sottovariante di Omicron Ba.5 ha un R0 tra 15 e 20 significa che un individuo infetto da quel virus in condizioni ideali, cioè in una popolazione dove nessun individuo ha sviluppato l’immunità contro di esso, e dove non si adotta nessuna misura di prevenzione sanitaria, può infettare in media tra 15 e 20 altri individui.
Un numero enorme che rende Omicron Ba.5 il virus in assoluto più contagioso al mondo, a pari merito con quello del morbillo. Per fare un paragone, la variante originaria del Sars-Cov-2, quella di Wuhan, aveva un R0 pari a 3, mentre quello di Delta era pari a 6.
R0 dipende sostanzialmente da due fattori: la contagiosità del virus (più un virus è contagioso e più persone può infettare), e la durata dell’infezione da esso provocata (più a lungo una persona rimane infetta dal virus è più alto è il numero di persone che può contagiare).
Fortunatamente, il numero basico di riproduzione R0 indica le condizioni di massima infettività di un virus, ma che si verificano solo nei primissimi istanti dell’epidemia in una popolazione totalmente suscettibile al virus.
Col passare del tempo, un portatore della sottovariante Ba.5 di Omicron non può più infettare altri 15-20 individui, come all’inizio dell’ondata epidemica, ma molti di meno, perché sono sempre meno gli individui suscettibili al virus, che il virus può infettare.
Quindi quanti sono? Ce lo dice il numero di riproduzione denominato Rt, cioè R con t, dove quel t sta per tempo. Col passare del tempo, nel corso dell’epidemia, il virus si diffonde infettando e facendo ammalare sempre più persone, che poi guariscono dalla malattia e sviluppano un’immunità contro il virus, e perciò esso non li può più infettare una seconda volta: ma questo diminuisce le probabilità che un infetto ne contagi altri.
Inoltre, se sempre più persone vengono vaccinate, sviluppano un’immunità più o meno completa contro il virus e questo diminuisce la probabilità che vengano contagiate e si ammalino gravemente.
Anche se i vaccini contro il Covid ora in commercio sono stati creati sulla base della proteina Spike della variante originaria cinese del coronavirus, e non sulla proteina Spike di Omicron, la loro efficacia nel proteggerci dal contagio e dalla malattia è diminuita ma non è andata a zero.
Cosa fare per rallentare la corsa del virus
Infine, le varie altre misure di prevenzione via via adottate possono ostacolare la diffusione del virus: se chi è positivo viene costretto a restare in isolamento a casa, se tutti vengono obbligati a portare mascherine nei locali affollati, un infetto non potrà più contagiare 15-20 persone, come nelle condizioni ideali di inizio epidemia, ma molti meno. Quanti? Ce lo dice l’Rt.
In questo momento, il Covid-19 in Italia ha un Rt pari a 1,4, il che significa che un infetto in media contagia 1,4 altri individui. Ma questo significa che l’epidemia è ancora in una fase di espansione, se è vero che 1 individuo ne contagia 1,4, cioè più di 1.
Affinché un’epidemia sia in declino, l’Rt deve essere inferiore a 1, cioè ogni infetto deve contagiare meno di un altro individuo. Anzi, visto che molte persone infette non comunicano la loro positività, è più probabile che ora l’Rt vero sia prossimo a 2. Il che significa che in questo momento in Italia un infetto contagia altri due individui, quei due ne contagiano quattro, quei quattro ne contagiano otto, e così via.
Se mettete in grafico il numero dei positivi in funzione del tempo otterrete una curva di crescita esponenziale, che sembra crescere lenta nei primi giorni ma poi si impenna e sale sempre più rapidamente.
Visto che nella giornata del 12 luglio c’erano circa 150mila positivi al virus, e ognuno di loro contagerà, se le condizioni non cambiano, altri due individui, tra pochi giorni avremo 300mila positivi al virus.
Tra quanti giorni? Per capirlo, ci viene in aiuto il cosiddetto tempo di raddoppio dell’epidemia, che indica quanti giorni occorrono affinché il numero dei casi ovviamente raddoppi.
Il tempo di raddoppio della sottovariante Ba.5 di Omicron è di 3-5 giorni: il che significa che in 3-5 giorni in Italia i 150mila positivi potrebbero diventare 300mila, dopo altri 3-5 giorni quei 300mila potrebbero diventare 600mila, e così via, e naturalmente potrebbero causare anche un numero più elevato di persone ricoverate in terapia intensiva e di morti. Ma, fortunatamente, non andrà così.
Previsioni: guardare al passato per capire il futuro
Questa ondata epidemica causata da Omicron Ba.5 entro i prossimi 7-10 giorni raggiungerà un picco e poi inizierà a declinare in maniera spontanea. Però, nel frattempo, provocherà più di 100-150 decessi al giorno, sempre che il governo non decida di intervenire.
Cosa fare? Bisogna lasciare che il virus “corra”, come sostiene qualcuno, accettando che alla fine esso provochi altri due-tremila morti? Oppure il governo dovrebbe introdurre subito delle misure di prevenzione restrittive per evitare che il contagio si propaghi?
Per capire cosa accadrà nei prossimi giorni, dovete osservare un grafico che mostri l’andamento in Italia delle varie ondate epidemiche provocate dalle varie diverse varianti del Sars-Cov-2, a partire dall’anno 2020.
Quando, a gennaio 2020, il coronavirus arrivò in Italia, si trovò di fronte 60 milioni di italiani, tutti totalmente suscettibili, cioè infettabili. In gergo si dice che la totalità degli italiani erano “naïve” rispetto al virus, ovvero nessuno di noi l’aveva incontrato prima, e quindi nessuno aveva sviluppato la benché minima immunità contro di esso.
Potenzialmente, il virus avrebbe potuto continuare a diffondersi in maniera illimitata con un tempo di raddoppio che allora era di circa cinque giorni.
Un infetto poteva contagiare altri due individui in cinque giorni, quei due diventavano quattro, quei quattro diventavano otto e così via, fino ad avere un milione di infetti che potevano diventare 2 milioni, quei 2 milioni 4: il virus avrebbe potuto diffondersi per un lungo tempo infettando tutti i 60 milioni di italiani.
L’8 marzo, però, l’Italia è entrata in lockdown, misura inevitabile a quel punto per contenere l’epidemia. E tuttavia questa prima ondata causata dalla variante originaria del virus denominata Wuhan 1 si è protratta per diversi mesi.
Poi, nella primavera del 2021 si è scatenata l’ondata epidemica provocata dalla variante Delta del coronavirus, che era più contagiosa e aggressiva della precedente. Quando Delta è arrivata in Italia, non si è trovata davanti una platea di 60 milioni di individui totalmente suscettibili come prima. Molti italiani erano stati infettati dalla variante originaria cinese del virus e avevano sviluppato un’immunità che, anche se non li garantiva al 100 per cento contro il nuovo virus mutato, tuttavia conferiva loro una certa protezione.
Inoltre, molti italiani erano già stati vaccinati almeno con la prima dose del vaccino, e anche loro non erano più totalmente suscettibili al coronavirus. In questo modo, Delta non ha potuto infettare tutti i 60 milioni di italiani, ma molti di meno. E tuttavia l’ondata di Delta è stata impetuosa, è durata a lungo perché il governo ha deciso di non introdurre un lockdown severo come il precedente, e ha provocato più morti perché Delta era molto più letale della variante Wuhan.
Solite raccomandazioni, vaccini e mascherine
E arriviamo ad oggi, a questa ondata epidemica alimentata dalla variante Omicron Ba.5, una variante molto mutata del coronavirus che sfugge in parte ai vaccini. È molto aggressiva ma meno letale di Delta.
Qual è la situazione dell’Italia? Circa 48 milioni di italiani sono stati vaccinati con tre dosi, e anche se il vaccino non garantisce più una protezione efficace al 95 per cento ma relativamente più bassa, intorno all’80, essi tuttavia non sono da considerare come individui totalmente suscettibili al virus.
Molti di loro, soprattutto gli anziani e i più fragili, rischiano lo stesso di morire, anche se la probabilità che ciò accada è ovviamente inferiore rispetto a quella se non fossero vaccinati.
Molti individui, almeno qualche milione di persone, sono stati già contagiati dalle precedenti varianti di Omicron (Ba.1, 2, 3 e 4), e quindi anche loro hanno sviluppato un’immunità che li protegge dal virus e che li rende non più suscettibili a esso.
Perciò, adesso Ba.5 si trova di fronte una platea composta da 8-10 milioni di non vaccinati, ossia persone che hanno deciso di non farlo, oltre ai giovani sotto gli 11 anni non ancora vaccinati, che sono totalmente suscettibili, ammesso che non abbiano contratto il virus per via naturale, e da quasi 50 milioni di italiani vaccinati con tre dosi e/o infettati dal virus, che non sono totalmente suscettibili ad esso.
Quindi, Ba.5 potrà infettare tutti gli individui completamente suscettibili che non hanno alcuna difesa contro il virus e in più una porzione di quelli parzialmente suscettibili che dipende dal grado di protezione immunitaria che ognuno di essi ha sviluppato. Con ogni probabilità Ba.5 riuscirà ad infettare tra i 15 e i 20 milioni di italiani dopodiché esaurirà la sua corsa.
Dall’inizio dell’ondata, Omicron ha infettato circa 15 milioni di italiani, il che significa che ai ritmi attuali di circa 100mila infettati al giorno l’ondata di Ba.5 entro pochi giorni raggiungerà il picco e poi comincerà a declinare. Però, dato che chi si ammala oggi sviluppa la malattia e poi nel peggiore dei casi muore dopo circa 15 giorni, il picco dei positivi dei prossimi giorni provocherà un picco del numero dei decessi tra circa due settimane. Nel frattempo, purtroppo conteremo qualche altro migliaio di morti in più.
Cosa fare? Dobbiamo lasciare “correre” il virus? Ma lo stiamo già facendo. La cosa più saggia sarebbe raccomandare l’utilizzo di mezzi di contenimento, come le mascherine, in tutti i luoghi in cui si assembrano persone, al chiuso e all’aperto, e iniziare subito a somministrare la quarta dose di vaccino agli anziani e ai più fragili, e poi a tutti gli altri.
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