Un uomo è morto di overdose nel penitenziario di Trieste, dopo la fine delle sommosse di ieri. Nel frattempo a Vercelli i detenuti protestano per le scarse condizioni della struttura
Un detenuto è stato trovato morto nella sua cella nel carcere Ernesto Mari di Trieste, in Friuli Venezia Giulia. L’uomo sarebbe morto per un’overdose di metadone, ha detto il Garante dei diritti dei detenuti per il Friuli, Paolo Pittaro.
Durante una rivolta scoppiata ieri nel penitenziario, e sedata dopo alcune ore, i detenuti avevano saccheggiato l'infermeria ed è probabile che la vittima si sia procurata così l'oppioide.
Si tratterebbe della quarta protesta della settimana scoppiata in carcere. Le organizzazione sindacali denunciano che il sistema carcerario è al collasso.
I fatti
Le proteste erano scoppiate per denunciare le scarsissime condizioni igienico sanitarie, il caldo e il sovraffollamento della struttura, che ospita al momento 107 persone in più rispetto alla sua capienza, da 150 posti.
I detenuti hanno urlato più volte attraverso le sbarre delle finestre di essere costretti a dormire a terra, su materassi infestati da cimici.
«Nel più assoluto abbandono da parte dello Stato. Detenuti e poliziotti accomunati dalla stessa sorte. Non è più possibile continuare in questo modo,» ha detto Aldo Di Giacomo, segretario generale Sappe, Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria.
Si tratta della quarta sommossa in carcere di questa settimana, insieme alle rivolte nelle carceri di Viterbo, di Sollicciano e all’ultima, scoppiata a Vercelli.
A causa del maltempo, il penitenziario di Vercelli si è allagato e i detenuti si stanno rifiutando di rientrare nelle proprie celle, in protesta contro le condizioni strutturali dell’edificio.
Sono intervenuti i vigili del fuoco e altre forze di polizia, oltre al personale di polizia penitenziaria di altri istituti piemontesi.
I numeri
La situazione nelle carceri in Italia è sempre più difficile. Dal 2000 a oggi i suicidi nelle carceri sono stati 1.352, come rileva l’associazione Antigone.
Il picco si raggiunge in estate, quando le strutture, già gravemente sovraffollate, cominciano a subire le alte temperature e la mancanza del personale carcerario.
«Da tempo segnaliamo vanamente alle autorità dell’Amministrazione penitenzia centrale che risulta del tutto indifferente l’assenza di igiene negli ambienti lavorativi e detentivi delle carceri, a cui non fanno eccezione quelli di Vercelli, con i risultati che sono davanti a tutti», ha detto Leo Beneduci, il segretario generale dell’Osapp, Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria.
«È ora che il sistema e chi lo comanda cambino integralmente, altrimenti le conseguenze saranno ancora più drammatiche,» ha aggiunto Beneduci.
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