Secondo il rapporto “Fili d’erba nelle crepe” pubblicato da Caritas in data odierna, circa il 9,7 per cento della popolazione italiana oggi vive in condizioni di povertà assoluta. Ciò significa non poter permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile.

Nel 2005, quasi vent’anni fa, la soglia era del 3,3 per cento. Oggi si contano un totale complessivo di 5 milioni e 694mila persone in povertà assoluta, e un totale di oltre 2 milioni e 217mila famiglie (l’8,4 per cento dei nuclei). E nonostante l’incidenza percentuale continui a essere più alta nel sud Italia, si nota che dal 2014 a oggi il numero di famiglie che vivono in povertà al nord è raddoppiato, passando da 506mila nuclei a quasi un milione. 

I dati confermano anche il blocco dell’ascensore sociale: chi nasce in una famiglia economicamente svantaggiata tende a trovarsi, da adulto, in condizioni finanziarie precarie. Questa situazione riguarda il 34 per cento degli italiani, di età compresa tra i 25 e i 59 anni, che a 14 vivevano una condizione economica difficile, un dato molto alto rispetto alla media europea che è del 20 per cento.

I minori

Un altro dato sottolineato da Caritas è quello relativo alla povertà minorile: più si è giovani e più si sperimentano condizioni di bisogno, l’incidenza della povertà assoluta tra i minori è pari al 13,8 per cento, il numero è ai massimi storici. Complessivamente si contano 1milione 295mila bambini poveri: quasi un indigente su quattro è un minore.

E tra chi vive in condizioni di povertà ci sono anche i lavoratori. Avere un impiego non è più una condizione sufficiente per vivere dignitosamente. L’8 per cento delle persone con un’occupazione vivono in condizioni di povertà assoluta, anche questo numero è in aumento da anni, nel 2014 era pari al 5,5 per cento.

C’è poi un’ulteriore tendenza che si presenta da anni, ovvero la correlazione tra povertà educativa ed economica. I dati rilasciati da Istat ad ottobre lo confermano, nelle famiglie prive di un diploma superiore la povertà assoluta sia tre volte più alta rispetto a quelle dove la persona di riferimento è diplomata. 

L’accesso alla casa

Alla questione della povertà assoluta è strettamente correlata la questione del problema abitativo in Italia: il 78 per cento degli sfratti in Italia è dovuto a morosità, e dal 2022 il governo ha smesso di finanziare il fondo locazioni e quello morosità. 1,5 italiani vivono in condizioni di sovraffollamento, in abitazioni poco luminose e senza servizi, come ad esempio l’acqua corrente in bagno. 

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