Il Cpt del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto sull’Italia, parla dei maltrattamenti in carcere e del sovraffollamento. Cita anche il pestaggio di Santa Maria dove gli agenti sono accusati di tortura. Reato che FdI vuole eliminare
Alcuni deputati di Fratelli d’Italia hanno presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura. Una decisione che arriva a poche ore di distanza dalla sospensione di 23 agenti della polizia penitenziaria, accusati di tortura di stato nei confronti di tre detenuti a Biella, e nel giorno in cui l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa segnala evidenti problematicità legate al sistema carcerario italiano. La proposta intende abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale, rimarrebbe in vigore soltanto una sorta di aggravante nell’articolo 61. Immediata la reazione della senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi: «Giù le mani da questa legge. Questa legge ce la siamo sudata e questa legge si è dimostrata essere indispensabile. In passato tanti giudici hanno dichiarato di non poter procedere per tortura in quanto il reato non esisteva, oggi esiste, chi ha paura del reato di tortura in qualche modo legittima la tortura».
Il rapporto del Cpt
Denunce per maltrattamento fisico, sovraffollamento, condizioni nelle carceri al limite della sufficienza. Sono queste alcune delle considerazioni finali pubblicate nel rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) dopo la visita effettuata dai suoi membri dal 28 marzo all’8 aprile del 2022.
Nel documento viene anche citata l’inchiesta sul pestaggio contro i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere e i video pubblicati da Domani.
Guidati dal presidente del Cpt, Alan Mitchell, la delegazione ha visitato in totale quattro istituti penitenziari: il carcere di Monza, San Vittore a Milano, quello di Lorusso e Cutugno a Torino, e infine quello di Regina Coeli a Roma. La delegazione ha valutato anche il trattamento dei pazienti ricoverati nei reparti psichiatrici di quattro ospedali e delle persone anziane presenti in alcune Rsa, visitando il padiglione Fornari del Pio Albergo Trivulzio e l’istituto Palazzolo.
Lo stato delle carceri
Uno dei dati più preoccupanti emersi dal rapporto è lo stato di sovraffollamento degli istituti penitenziari, con una media del 114 per cento della capienza occupata che in alcuni casi arriva anche fino al 140 per cento. Questo comporta vivere in celle che spesso non sono conformi agli standard europei. Al 27 aprile 2022, quasi 10mila persone nelle carceri italiane erano detenute in celle con uno spazio abitativo inferiore a quattro metri quadri ciascuna, non rispettando il limite minimo della Cpt.
Al sovraffollamento si sommano le denunce per maltrattamenti dei detenuti «da parte del personale della Polizia penitenziaria». Denunce che sono state ricevute dalla delegazione in tutti e quattro gli istituti penitenziari visitati.
Nel documento dell’organo anti tortura del Consiglio d’Europa viene anche citato il pestaggio avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sollevato da Domani. Qui, nell’aprile del 2020, decine di detenuti sono stati picchiati dagli agenti della polizia penitenziaria. Oggi, c’è un processo in corso sul caso in cui sono imputati 105 agenti.
Nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino è emersa, invece, «la sensazione generale dei detenuti che il personale era diventato meno aggressivo nei suoi interventi negli ultimi due anni». Una notizia migliore rispetto ai casi di maltrattamento emersi negli anni precedenti alla pandemia che hanno portato a un processo in corso con rito abbreviato per l’ex direttore del carcere Domenico Minervini, l’ex comandante della penitenziaria Giovanni Battista Alberotanza e l’agente Alessandro Apostolico. Altri 21 agenti sono a processo ordinario. Ma «non c’è spazio per l’autocompiacimento», scrive la delegazione riguardo il miglioramento delle condizioni del carcere di Torino, visto il triste quadro finale.
Nei quattro istituti penitenziari visitati sono stati segnalati anche numerosi casi di violenza e intimidazioni tra i detenuti. Per evitare pestaggi e spedizioni punitive in carcere il Cpt raccomanda al Dap di adottare misure per sviluppare un «approccio di sicurezza dinamica» che possa anche fornire «attività propositive per preparare i detenuti al reinserimento nella comunità». Infine, il rapporto si focalizza anche sul rispetto dei diritti civili all’interno delle istituzioni carcerarie. Per quanto riguarda i detenuti transessuali è stata riscontrata «l’assenza di una politica o linee guida chiare per la loro gestione», proprio per questo «è necessario intervenire per affrontare queste importanti lacune».
Il silenzio del governo
L’unico esponente della maggioranza che si è espresso sulle considerazioni del rapporto è il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «È vero, le nostre carceri sono sovraffollate, abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità», ha detto il guardasigilli mentre la premier Meloni non si esprime. Tra i progetti in discussione c’è anche l’idea di utilizzare una serie di uffici al momento liberi come le caserme dismesse.
Il 41 bis
Il Cpt chiede una serie di interventi alle autorità italiane riguardo alcune misure restrittive in carcere tra cui l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame delle gestione dei detenuti sottoposti al regime del 41 bis. Nello specifico, il Cpt chiede che i detenuti al 41 bis abbiano: un’offerta più ampia ad attività utili; possano trascorrere almeno 4 ore al giorno fuori dalle loro celle; più visite e il permesso di effettuare almeno una chiamata al mese.
Infine, per quanto riguarda il sistema carcerario il Cpt chiede all’Italia di rispettare i servizi basilari essenziali e quindi che «le finestre siano riparate», «i radiatori funzionino», garantire il miglioramento della fornitura dell’acqua calda
Le forze dell’ordine
«La delegazione ha ricevuto una serie di denunce di maltrattamento fisico (tra cui un uso eccessivo della forza) da parte di agenti della Polizia di stato e dei carabinieri», si legge nel documento.
Per far fronte alla problematica, l’organo chiede alle autorità italiane di fornire agli agenti gli «strumenti adeguati per eseguire gli arresti e fermi senza utilizzare maggiore forza di quella strettamente necessaria». Da qui anche la proposta di considerare l’introduzione di videocamere indossabili da parte degli agenti delle forze dell’ordine. In circa 90 pagine di rapporto, il Cpt, visitando solo quattro istituti penitenziari, restituisce al governo italiano un sistema carcerario con tante lacune da colmare affinché la normativa europea e i diritti umani vengano garantiti per tutti detenuti.
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