- Per il procuratore Siciliano «i fatti sono stati già consegnati alla storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese: il presidente del Consiglio in carica usava allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento».
- «Un sistema prostitutivo consolidato», con ragazze che «lo divertivano, trascorrevano la notte con lui». Siciliano ha anche parlato dei compensi per le testimoni, le cosiddette “olgettine”, al centro dell’accusa di corruzione in atti giudiziari.
- Nella requisitoria, il procuratore ha parlato anche di Berlusconi, che ai tempi era una delle persone più ricche del mondo, che «aveva il potere di modificare lo stato», ma oggi è «un grande anziano malato» di cui «conosciamo la vita privata perché di interesse giornalistico e guardiamo con tenerezza e compassione».
«Berlusconi allietava le serate ospitando schiave sessuali a pagamento». Sono le dichiarazioni del procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, durante la requisitoria nel processo sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati, tra cui una ventina di ospiti delle serate di Arcore e la stessa Karima El Mahroug.
«Tra Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino si consumava qualcosa di medioevale, di boccaccesco, di incredibile, moralmente discutibile», spiega Siciliano.
«La nostra epoca guarda con ribrezzo a questa violenza orribile perpetrata nei confronti delle donne». Ad affermarlo è sempre il procuratore, riferendosi alle deposizioni di Ambra Battilana e Chiara Danese, le ragazze che insieme a Imane Fadil sono state testimoni dell’accusa che ricostruirono le serate del “bunga bunga” ad Arcore.
Le parole di Fadil hanno in particolare fatto emergere «ulteriori riscontri» sulla verità di quelle notti a luci rosse, per esempio di come Emilio Fede l’avesse portata ad Arcore «come un giocattolo da esibire a Berlusconi» in cambio di un «contrattino televisivo». Una dinamica che Fadil non voleva accettare e per cui voleva ribellarsi.
Nella requisitoria, che si concluderà il 25 maggio con le richieste di condanna, il procuratore ha anche aggiunto: «Pensavo, venendo in macchina, che se ci fosse una sorta di lettore del pensiero, la parola statisticamente stamani più passata nelle menti di chiunque, dai giornalisti al personale di sorveglianza e agli avvocati, è ‘finalmente’ che contiene soddisfazione, l’elemento positivo della conclusione».
Ma in realtà, «io devo dire che sono fuori dal coro, non riesco a esprimere una reale soddisfazione, è stato un impegno faticoso in questi anni, lavorativo e psicologico, ma non posso dire finalmente perché se un processo può arrivare alla pronuncia di primo grado dopo otto anni vuol dire che il sistema ha fallito».
Il pm Siciliano, che rappresenta l’accusa insieme al pm Luca Gaglio, ha chiesto ai giudici di revocare l’ordinanza con la quale hanno dichiarato “inutilizzabili” le deposizioni rese da una ventina di ragazze nei due processi sul caso Ruby.
Inoltre, Siciliano ha spiegato come l’imputata Iris Berardi, una delle giovani ragazze ospiti nelle serate di Arcore, «frequentasse la casa di Silvio Berlusconi da minorenne», come d’altronde Karima El Mahroug. Di Berardi e di Ruby «Berlusconi non si fida, sono incontenibili e adotta la strategia dell’allontanamento e Berardi obbedisce».
Ma il Cav «cerca di tenere lontana Ruby, perché è incontenibile, perché è una bambina improvvisamente scappata dal paese dei balocchi, che si fa vedere in giro con mazzette di banconote e parla con gli amici, e come fai a fidarti?» sostiene Siciliano.
Tuttavia, mentre Karima andò all’estero e non depose nel primo processo, «Ruby neanche coperta d’oro si riusciva a tenere, data la sua esuberanza, nemmeno con quei 56mila euro per andare una settimana alle Maldive» chiarisce il pm.
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