- Non sempre i ricettari sono scritti con la cura e l’impegno per rendere un libro davvero “cucinabile” che è al centro del ricettario inclusivo Cook As You Are della cuoca inglese Ruby Tandoh
- Classe 1992, cresciuta nell’Essex, Tandoh è da anni una delle voci più interessanti del panorama gastronomico britannico
- Nel suo ultimo libro cerca di essere attenta alle esigenze di tutti, tenendo conto di questioni che di solito vengono ignorate dal mondo della cucina, come problemi di classe o l’esperienza di chi è diversamente abile
I libri di ricette vengono scritti con l’aspirazione di trovare dei lettori che davvero si prenderanno la briga di provare a riprodurre quelle ricette nelle cucine di casa. Non sempre però si trovano la cura e l’impegno per rendere un libro davvero “cucinabile” che sono al centro del ricettario inclusivo Cook As You Are della cuoca inglese Ruby Tandoh.
“Inclusivo” per i piatti che propone, dai sapori che, come nei libri del popolarissimo Yotam Ottolenghi, attingono alla dispensa delle tradizioni che si incrociano nella multiculturale Inghilterra, con ricette per una zuppa di carote e tahini o per linguine a burro, porri e miso. E soprattutto per il suo approccio, che cerca di venire incontro alle esigenze e alle peculiarità di quante più persone possibile.. Due elementi che cercano di venire incontro alle esigenze e alle peculiarità di quante più persone possibile.
Punti di vista
Classe 1992, cresciuta nell’Essex, Tandoh è da anni una delle voci più interessanti del panorama gastronomico britannico. È diventata nota al grande pubblico nel 2013 con la sua partecipazione al reality culinario Bake Off, nel quale è stata finalista ma che l’ha anche resa oggetto di attacchi al vetriolo sui social, perché accusata di essere troppo insicura.
Da allora ha abbandonato, almeno sui social, ogni timidezza: negli anni ha dimostrato di non aver paura delle polemiche, scagliandosi contro alcuni dei cuochi più famosi del Regno Unito perché non si sono schierati pubblicamente durante le elezioni, accusando il mondo gastronomico di essere dominato da persone bianche e ricche. Ma anche scrivendo in maniera approfondita e critica dei pericoli insiti nel trend del wellness e del “mangiare pulito”, raccontando apertamente dei disturbi alimentari di cui ha sofferto da ragazza.
Includere
Nonostante la postura battagliera che la sua autrice ha assunto sul web, in Cook As You Are non c’è traccia di toni polemici. Questo non significa che Tandoh abbia lasciato da parte le questioni che le stanno a cuore, anzi: ha provato a fare in modo di non dare per scontato che il suo lettore tipo fosse bianco ed europeo, cercando di non presentare come “esotici” ingredienti che appartengono ad altre tradizioni.
Nella descrizione delle ricette (che spaziano da rivisitazioni del risotto al pomodoro alla zuppa di pollo filippina tinolang manok e al dal indiano) si dà conto delle origini e delle tradizioni culturali che stanno alle spalle dei piatti. E ogni capitolo si apre con un elenco di letture consigliate, spesso ricettari, da cui Tandoh ha tratto ispirazione.
C’è una sensibilità di classe spiccata: molte ricette cercano di utilizzare ingredienti che non sono particolarmente costosi. Pure la scelta di far illustrare il libro dai disegni di Sinae Park nasce dalla volontà di evitare le fotografie patinate di cucine che creano un immaginario poco realistico: «Illustrare il libro ci ha permesso di mostrare più cucine, cuochi, luoghi, stati d’animo e cibi. Sinae Park ha fatto un lavoro straordinario nel creare un cast vario e affascinante per questo piccolo mondo», ha detto Tandoh.
Nel libro c’è poi un’attenzione rara per l’esperienza delle persone con disabilità. Si danno indicazioni su come cucinare i piatti minimizzando le azioni che possono risultare faticose per chi ha problemi motori.
E soprattutto, sul sito di Tandoh è disponibile gratuitamente una mini versione easy read, ovvero a lettura facilitata, del libro indirizzata a chi ha difficoltà di apprendimento: dieci ricette illustrate (queste sì) da fotografie che immortalano ogni passaggio per maggiore chiarezza.
La versione facilitata di Cook As You Are era anche stata stampata, ma le copie sono presto terminate: «Sono stata molto contenta che ci sia stata richiesta per la versione di facile lettura», ha detto Tandoh, «molti individui, scuole, enti di beneficenza e comunità hanno ricevuto delle copie. È stato molto incoraggiante vedere che il libro è andato oltre la solita nicchia».
Un approccio diverso
Che un libro di ricette suggerisca qualche sostituzione di ingredienti in un piatto non è una novità. Più raro è trovare un libro che dedichi note estese quanto quelle di Cook As You Are a tutte le possibili varianti o scorciatoie per venire incontro a chi sta cucinando.
Nella maggior parte dei casi vengono indicate le modalità per rendere il piatto vegetariano o vegano e per quasi ogni ingrediente vengono proposte delle alternative, descritte nel dettaglio.
Tante di quelle attenzioni a facilitare la vita del lettore che in altri testi sono trattate come un aspetto secondario (indicazioni su come e quanto si possono conservare i piatti, come utilizzare anche in altre ricette ingredienti che magari sono stati acquistati unicamente per una certa preparazione) in Cook As You Are occupano uno spazio centrale.
Soprattutto, il libro usa un tono completamente privo di giudizio nei confronti del suo lettore: non ci sono promesse di ricette magiche che “vi faranno dimenticare per sempre la versione pronta del supermercato” di un piatto, che implicitamente bacchettano la pigrizia di chi non ha sempre voglia o tempo di cucinare.
Ci sono invece dichiarazioni d’amore per i nuggets di pollo del fast food («L’unica cosa di cui avevo voglia dopo mesi passati a scrivere questo libro», confessa a un certo punto Tandoh) o per la «lurida setosità rosso-arancio» della zuppa di pomodoro pronta in lattina: un modo per invitare a riscoprire di continuo il cibo, anche quello che fa orrore ai foodies inveterati, come fonte di piacere e di gioia, da cui tenere ben lontani i sensi di colpa.
Un approccio che più che realista – se con questa parola si intende un abbandono della fantasia e della voglia di provare qualcosa di nuovo – sembra aspirare a essere onesto.
© Riproduzione riservata