18 luglio 2022 • 06:00Aggiornato, 19 luglio 2022 • 09:39
Dalla strage di Capaci all’attentato di via D’Amelio, cinquantasei giorni che hanno segnato la sorte dell’Italia. Dalle rivendicazioni della Falange Armata alle informative dei carabinieri nascoste dal suo capo Pietro Giammanco, dalla caccia ai diari di Falcone a un anonimo che annuncia terrore.
Sono passati più di venti giorni dall'attentato e nessuno, fra i procuratori che indagano sulla strage, ha ancora trovato il tempo per interrogarlo. Perché? Non è lui, più di chiunque altro, a custodire le confidenze e i segreti di Falcone?
Il tritolo che arriva a Palermo, il tam tam di radio carcere che dà “Borsellino morto“, un misterioso incontro a Viminale
Giornalista, scrive di mafie. Ha iniziato come cronista al giornale L'Ora di Palermo, poi a Repubblica per quarant'anni. Tra i suoi libri: Il capo dei capi e La Giustizia èCosa Nostra firmati con Giuseppe D'Avanzo, Paroled'Onore, Uomini Soli, Faq Mafia e Il Padrino dell'Antimafia.