- «La responsabile anticorruzione del comune di Roma potrebbe chiedere una relazione all’omologo responsabile dell'Ama sul caso che avete sollevato. In generale, c'è una questione di competenze da parte dell'ente nell'attività di prevenzione delle municipalizzate», dice Francesco Greco
- Greco oggi è consulente alla legalità di Roberto Gualteri, sindaco di Roma. Per anni è stato procuratore capo a Milano, con una lunga esperienza nel contrasto ai reati finanziari e ai fenomeni corruttivi.
- Interviene dopo che Domani ha sollevato la vicenda relativa agli appalti affidati dalla municipalizzata Ama, tra le più grandi aziende pubbliche in Europa nel settore dei rifiuti.
«La responsabile anticorruzione del comune di Roma potrebbe chiedere una relazione all’omologo responsabile dell'Ama sul caso che avete sollevato. In generale, c'è una questione di competenze da parte dell'ente nell'attività di prevenzione delle municipalizzate.
Bisogna sempre tenere in considerazione in questi casi il rischio di un possibile ricorso», dice Francesco Greco, oggi consulente alla legalità di Roberto Gualteri, sindaco di Roma, per anni procuratore capo a Milano, con una lunga esperienza nel contrasto ai reati finanziari e ai fenomeni corruttivi, uno dei magistrati di punta del pool di Mani pulite che scoperchiò tangentopoli.
Interviene dopo che Domani ha sollevato la vicenda relativa agli appalti affidati dalla municipalizzata Ama, tra le più grandi aziende pubbliche in Europa nel settore dei rifiuti, alle ditte di famiglia di Raffaele Del Prete. L’imprenditore è a processo per 416 ter, scambio elettorale politico mafioso e ha patteggiato tre anni e tre mesi, nel 2018, in un'inchiesta per corruzione e turbativa d'asta. L'ex procuratore non si sottrae e racconta i suoi primi mesi nella capitale.
Gli incendi tra incuria e dolo
«In comune ci sono professionisti, gli amministrativi, di assoluto livello, ma ci sono settori nei quali bisogna intervenire unendo la legalità alla ragionevolezza, un binomio inscindibile».
Quali settori? «Iniziamo proprio dal settore rifiuti, si sta per sottoscrivere un protocollo di legalità con i carabinieri del Noe (il nucleo operativo ecologico, ndr) per monitorare la filiera e contrastare la piaga degli incendi».
Ma lei crede alle teorie del complotto contro l'inceneritore? «Di questo, delle indagini intendo, si occupa la procura, ma le trame non mi appassionano. Su alcuni incendi, ci sono già riscontri, di certo c'è il dolo, su altri tra le cause c'è anche l'incuria nella manutenzione del verde. Anche a Milano quando c'erano incendi, spesso, era una modalità di alcuni per liberarsi dei rifiuti, attività dannosa per l'ambiente oltre che illecita, su questo la prevenzione è centrale partendo da un monitoraggio delle discariche abusive».
Occupazioni e sprechi
Non c'è solo il settore rifiuti, ma anche quello degli alloggi popolari che incrocia illegalità diffuse, disagio e l'urgenza di risposte per chi attende da anni un tetto.«Facciamo l'esempio dei caat (centri di assistenza alloggiativa temporanea, ndr), sono immobili privati che il comune affitta per darli a chi ne ha bisogno. Una parte sono occupanti abusivi poi c'è il problema dei canoni, per alcuni appartamenti il comune paga 25 mila euro all'anno, soldi con i quali potrebbe affittare una casa in centro storico.
L'ex commissario Francesco Tronca aveva ridotto il costo dei canoni, ma il ricorso degli immobiliaristi è stato accolto e il comune ha dovuto pagare gli arretrati. Per questo bisogna sempre ponderare ogni azione e blindarla da possibili conseguenze».
Parlando di case, ci sono gli sgomberi, alcuni rimandati da anni, altri che producono marginalità e disagio. «Per questo ci vuole la legalità e la ragionevolezza. Se una famiglia non ha possibilità bisogna porsi il problema di dove andrà a vivere dopo lo sgombero.
Le precedenti amministrazioni avevano anche indetto due bandi per il reperimento di case, ma erano andati deserti. Ora attendiamo l'esito di quello nuovo. Ma bisogna essere risoluti, non è pensabile che il comune abbia palazzi di proprietà occupati dove non può neanche entrare», dice Greco.
Abusi e balneari
A Ostia, municipio sciolto per mafia nel 2015, c'è il tema dei concessionari balneari, alcuni morosi oltre che responsabili di abusi edilizi, su un litorale dove il mare continua a vedersi troppo poco. «Sui balneari è andato in crisi il governo nazionale, sulle gare se ne occupa il prossimo esecutivo.
Quello è un tema da affrontare valutando le eventuali difformità tra concessione e strutture realizzate, ma è un tema che riguarda anche gli autodemolitori, bisogna capire chi è autorizzato e chi no e vagliare l'intera filiera della rottamazione in particolare per capire dove vanno i rifiuti e con quali modalità di smaltimento», risponde Greco.
Roma è città dove le mafie banchettano, uccidono di rado, ma riciclano e reimpiegano ampi capitali nel circuito legale. «Questo è un settore chiave, sono arrivato al comune e l'ente locale da quando esiste la normativa non ha mai fatto una sos (segnalazione operazione sospetta, ndr) all'unità di informazione finanziaria di Banca d'Italia.
Segnalazioni e riciclaggio
È stato nominato un nuovo gestore, un dirigente che si occuperà proprio di questo, un piano articolato prevede anche formazione e preparazione sul tema. Anche sul piano anticorruzione, appena elaborato, abbiamo inserito una particolare attenzione dal Pnrr, la richiesta di autocertificazioni da parte delle imprese e siamo prossimi a firmare un protocollo con la guardia di Finanza».
E' in programma anche una mappatura delle telecamere private, da integrare con quelle pubbliche, per monitorare i luoghi meno controllati, attività preventiva rivolta a contrastare un fenomeno odioso, le truffe agli anziani e ogni tipo di violenza contro i soggetti vulnerabili, bambine e donne.
«L'utilizzo di immobili, anche di beni confiscati alla criminalità organizzata, è utile per dare soluzioni a chi scappa da angherie e soprusi. Roma non è all'anno zero, ma c'è un lavoro enorme da fare».
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