La motivazione dipende dall’impossibilità di identificare i presunti autori dell’unica molestia effettivamente denunciata. L’identificazione è difficile sia per la presenza di numerose persone nello stesso luogo sia per la scarsa copertura delle telecamere di sorveglianza
La procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione sulle molestie denunciate da una venticinquenne durante l’adunata degli Alpini dello scorso maggio. La ragione è l’impossibilità, a distanza di due mesi, di individuare i presunti autori dei gesti segnalati dalla ragazza. L’identificazione sarebbe resa difficile dalla presenza di numerose persone nello stesso luogo e dalla scarsa copertura delle telecamere di sorveglianza.
Durante i tre giorni dell’adunata, tante donne avevano raccontato episodi spiacevoli e molestie sui social network, ma era stata presentata una sola denuncia formale.
La denuncia
L’unica testimone oculare, l’amica della giovane, non sarebbe stata in grado di riferire particolari utili all'identificazione degli autori delle molestie, così come la vittima. Secondo quanto denunciato dalla ragazza ai carabinieri immediatamente dopo i fatti e poi con denuncia presentata tramite legale, mentre si trovava a passare attraverso un gruppo di Alpini sarebbe stata strattonata e attirata verso un gruppo di uomini con frasi sessualmente allusive. Il reato per cui la procura ha indagato è quello di molestie.
«Con grande amarezza dico che invece di generalizzare su un'intera associazione che ha dimostrato in tutti questi anni i suoi valori e i suoi ideali bisognerebbe essere più cauti. Invece, purtroppo, si sparano sentenze senza avere alcuna prova e poi non si ha neanche il coraggio di chiedere scusa». ha detto all'Adnkronos Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale Alpini, commentando «amareggiato» la decisione della procura di Rimini di chiedere l'archiviazione.
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