Decine di minuti che diventano talvolta ore, con i tabelloni delle stazioni che si trasformano in un incubo per i viaggiatori. La partenza slitta e l’arrivo diventa un’incognita. Da Roma a Napoli, da Milano a Bologna, l’estate 2024 è costellata dai ritardi che corrono sui binari. Un déjà vu sotto il sole di luglio e agosto, che chiama per forza di cose in causa Ferrovie dello stato, peraltro fresca di rinnovo dei vertici aziendali con l’approdo di Stefano Antonio Donnarumma come amministratore delegato e di Tommaso Tanzilli come presidente.

Nemmeno il tempo di prendere le leve del comando, che già devono affrontare l’onda estiva del malcontento popolare. E a questo si aggiunge un “vicino di casa” quantomeno ingombrante, come Matteo Salvini, di stanza al ministero dei Trasporti che è contiguo fisicamente alla sede delle Fs di Piazza della Croce Rossa.

Non è solo una questione di spazio: è proprio Salvini che gestisce il dossier politico sulla materia, agendo a modo suo, quindi intestandosi le inaugurazioni e facendo spallucce di fronte ai problemi. Una delizia per le opposizioni, che non attendevano altro. Ogni giorno hanno un’arma politica contro il vicepremier leghista: le centinaia di minuti di ritardo accumulati dai treni. «Pensa a tutto, tranne che ai trasporti», è il leitmotiv delle ultime ore.

Tra una polemica politica e l’altra, però, Ferrovie ha preparato un dossier, sostenendo che di mezzo ci sono dei cantieri da completare in tempi relativamente brevi. È un inconveniente con cui fare i conti, è la sintesi del ragionamento che rimbalza da Villa Patrizi.

La principale scadenza è quella del giugno 2026, prescritta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci sono fondi impegnati, solo per Rfi si tratta di 24 miliardi di euro, e non si può sbagliare, al netto degli auspici di Giancarlo Giorgetti su una proroga dei tempi relativi all’attuazione del Piano. Ora come ora ci sono poco meno di 24 mesi per chiudere tutto.

Secondo Fs sono attivi circa 650 cantieri, rispetto ai 450 di dieci anni fa, per una movimentazione economica stimata in 30 miliardi di euro. Vista così, è una sorta di effetto collaterale del Pnrr.

«Quando si interviene sulla rete inevitabilmente si creano dei disagi. Se non si intervenisse ora, i disagi potrebbero essere nettamente più gravi», ha detto l’ad di Ferrovie dello Stato Donnarumma, nel corso di un intervento pubblico a pochi giorni dall’insediamento.

La scelta estiva

Nei piani societari, dunque, lo sforzo è quello di migliorare la rete e garantire la massima sicurezza. Solo che i pendolari, davanti ai ritardi, si chiedono perché aprire altri cantieri proprio in estate, tempo di viaggi verso le mete di vacanza. La società, interpellata da Domani, ha spiegato che si tratta del periodo meno impattante per i passeggeri. Secondo i dati forniti da Trenitalia, nel mese di agosto il livello di occupazione dei posti scende mediamente di circa il 20 per cento, con un picco nelle tratte business.

In questa logica rientra la decisione di interrompere parzialmente, dal 12 al 18 agosto, la linea Alta velocità Milano-Bologna, con aumento dei tempi di percorrenza fino a 120 minuti. Successivamente, fino al 25 agosto, la stessa tratta sarà interessata da riduzioni di velocità. Ed è solo una delle linee che avrà dei problemi. Dunque, per tutto agosto non c’è da attendersi niente di diverso. I passeggeri sono avvertiti. E comunque il nuovo corso di Donnarumma, iniziato con lo slalom dei ritardi estivi, ha fissato un paletto con una scommessa impegnativa: «Quando ci sono i disagi va garantita la massima assistenza e l’informazione ai passeggeri».

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