Un quartiere, una squadra, un campo. L’ASD Borgata Gordiani, nata nel 2018 nel quartiere di Villa Gordiani, Municipio Roma V, tra il Pigneto e Centocelle, ha lanciato una raccolta fondi per restituire alla città il vecchio campo di via Prenestina 521, una struttura sportiva pubblica nella periferia est della capitale in disuso da quasi dieci anni. «L’attuale campo da undici è una foresta – ci racconta Matteo, responsabile del crowdfunding sulla piattaforma produzionidalbasso.com –, quindi servono 40mila euro per la rizollatura, sistemare la tribuna e gli spazi comuni. Questo ci permetterebbe non solo di farlo diventare il centro di un progetto di comunità attraverso cui sperimentare un altro modo di pensare il calcio, stare insieme e vivere il territorio, trasformando questo spazio vuoto in un luogo di incontro, sport e inclusione per tutti e tutte, ma di dare vita alla nostra scuola calcio popolare, accessibile economicamente a tutti i bambini e le bambine del quartiere».

L’ASD Borgata Gordiani attualmente ha una squadra di calcio a undici maschile con trenta ragazzi – iscritta al campionato Figc di Prima categoria – e una di calcio a cinque femminile con venti ragazze. Il presidente è il padre di uno dei tifosi ma le decisioni vengono prese tutte dall’assemblea dei soci: calciatori, calciatrici, tifosi e tutti coloro i quali ne vogliono fare parte: «Attualmente ci alleniamo al “Danilo Vittiglio” della Pro Roma, che tra partite e allenamenti ci costa circa 12mila euro l’anno. Intorno a noi ci sono le società migliori del panorama romano con strutture all’avanguardia e facilmente raggiungibili, ma a una famiglia un ragazzo costa intorno ai mille euro l’anno e nel nostro quartiere non tutti se lo possono permettere».

Il lockdown

L’ASD Borgata Gordiani, con ragazzi e ragazze che vanno dai 35 ai 18 anni, nata inizialmente per creare una squadra di quartiere di calcio popolare, ha scoperto la propria tensione sociale durante la pandemia, quando tutti insieme hanno deciso di aiutare le persone anziane a stare a casa portandogli la spesa, le medicine e altri prodotti di prima necessità. Finita l’emergenza hanno iniziato a fare delle raccolte alimentari per le famiglie in difficoltà, per chi era rimasto senza sussidio e non sapeva come mettere insieme il pranzo con la cena; in un primo momento l’amministrazione capitolina aveva pubblicizzato le loro attività ma poi si è dimenticata di Villa Gordiani, come nella storia hanno fatto altre amministrazioni.

Nata tra il 1928 e il 1930 per volere di Mussolini, al grido di “baraccare per sbaraccare”, Borgata Gordiani ha alle spalle una storia di indigenza, ma anche di dignità e resistenza, come dimostra l’attività dell’ASD e la raccolta fondi per il campo di via Prenestina 521, insieme con le attività con il quartiere e per il quartiere: lo sportello psicologico, l’ambulatorio popolare, il cineforum e le cene in piazza; recuperando valori come la solidarietà e la mutualità, caratteristici delle borgate degli anni Trenta.

E tutto nasce dall’idea di calcio popolare che, proprio nel momento in cui si torna a parlare di Superlega (Unify League) e impazza la nuova Champions League, prende sempre più campo: «Come in tantissime altre realtà in Italia, lo stesso Atletico San Lorenzo (dell’omonimo quartiere romano, ndr) con cui siamo in contatto, tutto viene deciso dall’assemblea, dal colore dei calzettoni che devono essere rifatti all’iscrivere o meno le ragazze al campionato federale, una tessera – che va dai 20 ai 50 euro – un voto. L’unico che prende decisioni in assoluta discrezione è l’allenatore quando decide la squadra che scenderà in campo», sottolinea Matteo.

Come in ogni quartiere di Roma che si rispetti c’è chi tifa per la Lazio, chi per la Roma, chi per altre squadre, ma quando gioca l’ASD Borgata Gordiani non ce n’è per nessuno: «C’è chi odia il calcio perché lo considera uno sport orribile, chi è abbonato in curva, ma quando giochiamo sono tutti presenti, in campo come sugli spalti. E i nostri tifosi ci accompagnano con cori e canti ma mai contro gli avversari, destrutturando quella logica amico-nemico che non ci appartiene».

Ulrike Viccaro ha raccontato la storia di Borgata Gordiani nell’omonimo libro: dagli anni del fascismo alla lotta di liberazione, dalla cultura della comunità alla vita quotidiana e alla lotta per la casa; sono questi i grandi temi in cui si inseriscono i discorsi di chi l’ha vissuta, come Rosario Bentivegna e Sergio Citti, o di chi l’ha frequentata per rappresentarla, come Bernardo Bertolucci.

La raccolta fondi dell’ASD è supporta anche da Zerocalcare, al secolo Michele Rech, il quale ha realizzato trecento stampe che, firmate e numerate, saranno regalate a chi farà una donazione pari o superiore a 100 euro. E a partire da gennaio ci saranno altre iniziative per pubblicizzarla. «Dalla borgata per la borgata» recita il claim del fumettista, lì dove “l’ultimo rito sacro degli italiani” ha ancora qualcosa da raccontare, sostituendosi al welfare che da queste parti hanno promesso in tanti.

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