Dopo un raduno pacifico a piazza del Popolo, i manifestanti si sono divisi: alcuni hanno occupato la sede della Cgil, altri si sono scontrati con la polizia davanti a Montecitorio. Draghi: «Inaccettabile intimidazione». Parole dure sull’estrema destra anche dal sindacato di polizia: «Le formazioni violente vanno sciolte»
Alle nove e trenta di sera in via del Corso a Roma è ancora guerriglia. La polizia lancia lacrimogeni contro i manifestanti rimasti, guidati dai neofascisti di Forza Nuova. Lacrimogeni e idranti in pieno centro città. Con alcuni dei no-Green pass che hanno lanciato aste contro i giornalisti.
Numerose persone sono state arrestate e altre ferite nel corso degli scontri tra polizia e manifestanti. Gli scontri sono avvenuti dopo un sit-in autorizzato in piazza del Popolo a cui ha partecipato anche il movimento neofascista Forza Nuova e i ristoratori del gruppo «Io apro». Un gruppo di manifestanti di Forza Nuova ha forzato l’ingresso della sede della Cgil, un altro ha cercato di raggiungere palazzo Chigi ed è stato respinto con l’uso di idranti e lacrimogeni.
Durissimo l’intervento del segretario generale del sindacato di polizia Siap, Giuseppe Tiani: «Uno stato civile non può tollerare la violenza gratuita scaturita da una manifestazione illegale e non autorizzata capeggiata da notissimi estremisti dell’estrema destra extra parlamentare che hanno manipolato politicamente il dissenso di una parte della popolazione sul Green pass. Esprimo totale solidarietà alla Cgil, al suo segretario Maurizio Landini e ai colleghi e colleghe che devono gestire tensioni degne degli anni bui della Repubblica».
«La violenza gratuita scatenata da orde barbariche di inquietanti di equivoci personaggi non deve essere tollerata e va respinta con tutti i mezzi di cui lo stato dispone», ha detto Tiani. «È evidente che la libertà e la democrazia nulla hanno a che vedere con quanto sta accadendo nella capitale ed evidenti sono le difficoltà e il pericolo a cui sono sempre esposti i poliziotti. I movimenti politici e le associazioni che utilizzano la violenza vanno sciolti».
La manifestazione
Il sit-in era stato autorizzato tra le 15 e le 19 protestare contro l’estensione dell’obbligo di certificazione verde nei luoghi di lavoro, che scatterà dal prossimo 15 ottobre. La manifestazione è stata molto partecipata e l’intera piazza, che ha una capienza di circa 10mila persone, era occupata.
Le principali sigle presenti in piazza erano Forza Nuova e «Io apro». Le dimensioni della manifestazione hanno colto in molti di sorpresa. «La forza del lavoro contro il Green pass! Noi siamo il popolo e oggi li bloccheremo», ha gridato alla folla durante il sit-in il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino.
Una seconda manifestazione organizzata dal movimento Forza del popolo si è svolta in piazza Bocca della verità. A Milano i No-green pass si sono radunati per un sit-in piazza Fontana, come fanno ormai da settimane. Con loro c’era anche il senatore ex Movimento 5 stelle Gianluigi Paragone, leader del movimento Italexit e candidato sindaco a Milano alle elezioni del 3 e 4 ottobre.
L’assalto alla Cgil
Il sit-in sarebbe dovuto terminare alle 19, ma a metà pomeriggio i manifestanti si sono divisi in due cortei. Il primo si è diretto verso la sede della Cgil, dove un gruppo di militanti di Forza Nuova è riuscito ad assaltare l’ingresso.
Il gruppo è entrato nell’edificio, ha sfondato il portone e una finestra, ma è stato respinto dalla polizia. Almeno un migliaio di manifestanti è rimasto per qualche ora di fronte all’edificio, dove Castellino ha tenuto un comitato improvvisato in cui ha accusato la Cgil di aver accettato l’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro. Successivamente, un gruppo di manifestanti ha chiesto di parlare con il segretario del sindacato.
«La nostra sede nazionale, la sede delle lavoratrici e dei lavoratori, è stata attaccata da Forza Nuova e dal movimento No-vax. Abbiamo resistito allora, resisteremo ora e ancora», ha scritto la Cgil in un comunicato ufficiale.
L’assalto a Montecitorio
Il secondo troncone, composto anche questo da più di un migliaio di manifestanti, ha cercato di raggiungere palazzo Chigi e piazza Montecitorio. La polizia ha cercato di contenerli in piazza del Popolo, ma non è riuscita a fermarli. Il corteo è così arrivato in via del Tritone e la polizia ha indietreggiato fino a palazzo Chigi, dove la strada era bloccata da numerosi blindati.
A quel punto ha risposto all’avanzata dei manifestanti con il lancio di lacrimogeni, l’utilizzo di idranti e alcune cariche. Nel corso degli scontri, durati per un paio d’ore, alcuni manifestanti sono avanzati con le mani alzate, sventolando bandiere tricolori e alcune bandiere della regione Veneto. Altri hanno lanciato bombe carta e vari oggetti contro la polizia.
Le reazioni
«L’assalto alla sede della Cgil nazionale è un atto di squadrismo fascista», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Numerosi esponenti di Pd, Movimento 5 stelle, Forza Italia e degli altri partiti che sostengono il governo hanno condannato gli scontri e in particolare l’assalto.
«Questi non sono manifestanti, sono delinquenti», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. «Le minacce dell’estrema destra non passeranno. I responsabili di queste violenze siano assicurati alla giustizia», ha detto il candidato sindaco di Roma del centrosinistra, Roberto Gualtieri.
La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà alla Cgil e ai «migliaia di manifestanti scesi in piazza per protestare legittimamente contro i provvedimenti del governo e di cui nessuno parlerà per colpa di certi delinquenti». «La violenza non è mai giustificata», ha aggiunto il leader della Lega, Matteo Salvini, esprimendo anche lui solidarietà ai manifestanti pacifici.
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