Dopo le botte sono arrivati anche gli uomini del clan a minacciare la titolare del Rosy bar: «Noi siamo i Casamonica, la piazza la gestiamo noi, ti bruciamo il locale, hai finito di vivere, il quartiere è nostro, mentre andavo via con la polizia due piccoletti in motorino mi hanno sputato».
Minacce, insulti, pugni e calci. È il racconto della titolare del Rosy Bar, situato a via Pietro Marchisio nel quadrante Est di Roma. Ora Graziella Crialesi si trova in ospedale ma non ha avuto paura e ha reagito al pestaggio di alcune donne che si sono presentate come membri del noto clan romano dei Casamonica.
«Vengono a marcare il territorio, si sentono i padroni», ha detto Crialesi al Messaggero spiegando che più volte le donne sono entrate nel locale e hanno consumato senza pagare. Secondo la titolare del bar, le donne usavano il bagno del bar per preparare dosi di stupefacenti da vendere, ma questa volta ha provato a fermarle. «Mi hanno strattonato e dato un calcio per non dire quello che ho sentito uscire dalla loro bocca, gli ho risposto e ho tirato anche io un calcione, sono un’ex pesista del resto e soprattutto: non ho paura».
Dopo le botte sono arrivati anche gli uomini del clan a minacciare la donna: «Noi siamo i Casamonica, la piazza la gestiamo noi, ti bruciamo il locale, hai finito di vivere, il quartiere è nostro, mentre andavo via con la polizia due piccoletti in motorino mi hanno sputato…».
I Casamonica
Diversi membri del clan sono stati condannati lo scorso anno per associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e diversi altir reati. Le pene più alte sono quelle nei confronti di Domenico Casamonica, condannato a 30 anni di reclusione. Nel complesso, i Giudici hanno inflitto condanne per oltre 400 anni di carcere. Fra i vertice del clan anche Giuseppe Casamonica che è stato condannato a 20 anni e 6 mesi. Lo scorso 11 ottobre al processo d’Appello la procura ha chiesto la conferma delle condanne.
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