L’ex attaccante di Bayern Monaco e Inter dice la sua sulla Superlega in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’obiettivo dei club fondatori è di appianare i debiti aumentando l’entrate ma è un sistema malato di business. «È il momento di fare un calcio meno arrogante»
Il tema Superlega domina ancora tutte le pagine dei giornali nazionali e internazionali. Una notizia che ha scosso non soltanto il mondo del calcio, ma anche quello sportivo in generale. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Karl-Heinz Rummenigge, ceo della squadra di calcio tedesca Bayern Monaco, racconta il suo punto di vista sull’intera vicenda.
«Se ne parlava da dieci anni e abbiamo sempre deciso di mantenere il modello esistente. Poi il coronavirus ha danneggiato tutto il calcio europeo, soprattutto le grandi squadre, che senza tifosi allo stadio hanno perso tanto. Alcuni club hanno pensato che fosse quindi il momento buono per fare una Superlega. Ed è nato un grande casino» spiega. Nonostante il danno però, ora «l’importante è riprendere un certo dialogo» dice. «La mia speranza è quella di trovare ancora una soluzione, perché la Super lega danneggia tutto il calcio europeo. E dobbiamo evitarlo».
Tra le soluzioni proposte dall’ex attaccante di Inter e Bayern Monaco c’è quella di ridurre i costi: «I club cercano di risolvere il problema dei debiti, peggiorati con la pandemia. Ma la strada non può essere quella di incassare sempre di più e pagare sempre di più giocatori e agenti. Dobbiamo ridurre un po’ le cose, non metterne altre sul tavolo. Abbiamo esagerato con le spese: tutti, nessuno escluso. È il momento di fare un calcio meno arrogante».
Agnelli lo conosce bene, Rummenigge era anche il suo predecessore quando il presidente della Juve era a capo dell’Eca (European Club Association), un’Associazione che racchiude oltre 200 club in tutta Europa. «Purtroppo volevo parlare con lui, ma non sono riuscito a trovarlo al telefono. Non so le sue motivazioni e senza saperle non voglio criticarlo. Forse c’è una motivazione che non conosco: magari riesco a parlarci e a capire meglio». Una posizione più “morbida” la sua rispetto a quella assunta dal presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin: «Non parlerò molto di Agnelli, è una delle più grandi delusioni, anzi la più grande delusione. Non ho mai visto una persona che potesse mentire così di continuo, è veramente incredibile. Ho parlato con lui sabato pomeriggio, ha detto che si trattava solo di voci, che non c’era nulla sotto. Ha detto che mi avrebbe richiamato e poi ha spento il telefono».
L’Ex calciatore dell’Inter prova a dare una spiegazione anche alla decisione della squadra della Pinetina entrata tra i12 club fondatori del progetto: «Si dice che anche l’Inter abbia grossi problemi finanziari e magari pensa di risolverli così. L’incasso di cui parlano per la Superlega sembra enorme, ma non so se alla lunga i problemi saranno risolti. Io non ci credo. Non si può incassare sempre di più per compensare le spese».
Secondo Rummenigge: «Il mercato è esploso nell’anno di Neymar, ma eravamo già sulla via sbagliata e non è colpa di Uefa e Fifa. Adesso abbiamo la grande chance di trovare soluzioni per tornare a un calcio più razionale. Tutte le aziende in Italia, Giappone, Germania o Usa pensano a ridurre i costi: solo nel calcio si pensa di risolvere tutto con l’aumento dei ricavi».
Il Bayern Monaco insieme al Borussia Dortmund sono i due top club tedeschi che hanno deciso di rifiutare l’offerta di partecipare alla Super lega, nonostante gli introiti appetibili. «Non siamo dentro perché non vogliamo farne parte. Siamo contenti di giocare in Bundesliga, un business ‘pane e burro’, come dicono gli inglesi. Siamo contenti di fare la Champions e non dimentichiamo la responsabilità verso i nostri tifosi, che sono generalmente contro una riforma del genere. E sentiamo anche la responsabilità verso il calcio in generale» conclude il campione europeo della Germania dell’Ovest.
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