- Fin dall’inizio dell’escalation militare in Ucraina il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è schierato al fianco di Volodymyr Zelensky, il cui destino, però, sembrerebbe sempre più nelle mani di Vladimir Putin.
- In questo contesto drammatico, il presidente degli Stati Uniti è legato da una storia particolare con Zelensky che non avrebbe ceduto alle richieste di Donald Trump di indagare su Hunter Biden, figlio dell’allora candidato democratico, per alcune sue vicende personali in Ucraina. Da quella storia è nata una richiesta di impeachment contro Trump.
- Un fatto sui cui Trump voleva indagare per screditare il suo avversario politico in vista delle presidenziali 2020 che avrebbe abusato del suo potere per proteggere il figlio da alcune indagini anti-corruzione.
Fin dall’inizio dell’escalation militare in Ucraina il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è schierato al fianco di Volodymyr Zelensky, il cui destino, però, sembrerebbe sempre più nelle mani di Vladimir Putin. Nel secondo giorno di guerra Zelensky ha detto in un discorso video che i soldati russi stavano per entrare a Kiev per ucciderlo; e ai leader europei, che forse è l’ultima volta che lo vedranno vivo.
In questo contesto drammatico, il presidente degli Stati Uniti è legato da una storia particolare con Zelensky, che non avrebbe ceduto alle richieste di Donald Trump di indagare su Hunter Biden, figlio dell’allora candidato democratico, per alcune sue vicende personali in Ucraina. Da quella storia è nata una richiesta di impeachment contro Trump.
La telefona tra Trump e Zelensky
Nel settembre del 2019 la Casa Bianca ha diffuso una sintesi di una telefonata tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il contenuto della trascrizione ha provocato un grosso scandalo sia nell’amministrazione che all’interno del partito repubblicano. Dalla telefonata si è scoperto che Trump ha fatto pressioni sul presidente ucraino per indagare sul server privato di posta elettronica di Hillary Clinton – allora una delle candidate alle primarie democratiche che avrebbe dovuto sfidare il tycoon americano nelle elezioni del novembre 2020 – che secondo alcune teorie cospirazioniste si trovava in Ucraina. Non solo, Trump aveva chiesto a Zelensky di indagare, insieme a Rudolph Giuliani, suo avvocato personale, sul figlio di Joe Biden.
Dal 2014 all’aprile del 2020 Hunter Biden è stato membro del consiglio d’amministrazione della Burisma Holdings, una compagnia ucraina attiva nel settore del gas, dalla quale percepiva uno stipendio di 50mila dollari al mese. Biden è stato assunto dall’azienda proprio quando suo padre è diventato vicepresidente degli Stati Uniti, durante l’amministrazione di Barack Obama, ed era stato designato per gestire proprio la crisi ucraina dopo la rivoluzione di Euromaidan e la cacciata del premier filorusso Viktor Yanukovich. Un fatto sui cui Trump voleva indagare per screditare il suo avversario politico in vista delle presidenziali 2020, che avrebbe abusato del suo potere per proteggere il figlio da alcune indagini anti-corruzione.
Il contenuto della telefonata
Trump: «...Si parla molto del figlio di Biden, di come Biden ha fermato l’inchiesta, e molte persone vogliono scoprire cosa è successo. Quindi qualsiasi cosa lei possa fare insieme al nostro procuratore generale sarebbe fantastica. Biden andava in giro a vantarsi di avere fermato l’indagine, quindi se poteste controllare… A me sembra una cosa orribile».
Zelensky: «Volevo parlarle del procuratore. Prima di tutto: capisco, e conosco la situazione. Visto che abbiamo la maggioranza assoluta in parlamento, il prossimo procuratore sarà al cento per cento con me, sarà il mio candidato, che sarà approvato dal parlamento e si insedierà a settembre. Lui o lei darà un’occhiata alla situazione, specificamente rispetto all’azienda che ha citato. Il punto è che dobbiamo ripristinare l’onestà e quindi ce ne occuperemo. Inoltre, vorrei chiederle cortesemente se avete altre informazioni che potete darci su questa indagine, sarebbe molto utile, così da poter fare giustizia...».
Alla fine, il nuovo procuratore (Ruslan Ryaboshapka) è stato scelto nell’ottobre del 2019 ma la vicenda di Hunter Biden non ha avuto un seguito e l’audit non ha evidenziato alcun reato a carico del figlio dell'attuale presidente degli Stati Uniti.
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