«Il vino è la più sana e la più igienica delle bevande», diceva Louis Pasteur. Ma, da qualche anno, il mito del vino è oggetto di riconsiderazione per profili che attengono proprio alla salute. Mentre organizzazioni sanitarie evidenziano la pericolosità di qualsivoglia consumo di vino e altri soggetti rivendicano la prevalenza di interessi diversi che ruotano intorno a questa bevanda, i cittadini-consumatori sono spesso confusi
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Sono tante le frasi celebri sul vino. «Buon vino fa buon sangue» è tra le più note. Questa bevanda è stata tradizionalmente considerata come parte integrante della dieta mediterranea, valorizzata come prodotto artigianale, espressione del patrimonio culturale del paese ove è prodotta, Italia in primis. «Il vino è la più sana e la più igienica delle bevande», diceva Louis Pasteur. Ma, da qualche anno, il mito del vino è oggetto di riconsiderazione proprio per profili che attengono alla salute.
L’Oms e l’alcol
Nel maggio 2022, l’Assemblea mondiale della Sanità ha reso esecutivi gli obiettivi del nuovo Piano d'azione (2022-2030) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per implementare la strategia globale di riduzione del consumo dannoso, di alcol come priorità di salute pubblica.
Ma la Strategia di azione sull’alcol 2022-2025, adottata dall’Oms–Regione Europa nel settembre 2022, si discosta da quanto previsto dal Piano del maggio 2022: non stigmatizza solo il consumo nocivo di alcol, ma anche il mero consumo di per sé. L’Oms afferma il “no safe level”, cioè l’inesistenza di un livello di assunzione privo di rischi, e persegue l'obiettivo di riduzione del 10 per cento pro capite dell’assunzione della bevanda entro il 2025. «Nasce un nuovo proibizionismo in Europa, un contrasto al consumo tout court dell'alcol», senza distinzione tra superalcolici, vino o birra e modalità di consumo, compulsive o moderate, aveva denunciato l’Unione italiana vini (Uiv), aggiungendo che il risultato del documento dell’OMS rappresentava «una scure per il mondo del vino».
Lotta contro il cancro
Nel settembre 2022, in risposta a un’interrogazione parlamentare rivolta alla Commissione Ue, in cui si chiedeva una valutazione del rapporto dell’Oms, la Commissione aveva affermato di sostenere «azioni volte a contrastare il consumo di alcol», dato che «l’Europa è al primo posto al mondo per consumo di alcolici e i tumori riconducibili all'alcol costituiscono un serio problema di salute pubblica nell'Ue».
Questa posizione di condanna del mero consumo di alcol, e non solo del suo abuso, era già stata espressa dalla Commissione nel Piano europeo di lotta contro il cancro (COM 2021-44), presentato nel febbraio 2021. Ma, nel febbraio 2022, il parlamento europeo, nell’adottare la relativa risoluzione non aveva del tutto accolto tale posizione. Nella risoluzione, infatti, si parla di contrasto all’abuso di alcol, e non al mero uso.
Il parlamento, inoltre, non si era conformato alla proposta della Commissione circa «l'obbligo» di indicare sulle etichette delle bevande alcoliche anche «avvertenze sanitarie», ma si era limitato a sottolineare «la necessità di offrire ai consumatori informazioni appropriate».
Dopo il voto del parlamento Ue grande soddisfazione era stata espressa dalle organizzazioni della filiera vitivinicola italiana: seguendo l’approccio della Commissione, «si sarebbe penalizzato pesantemente un intero settore economico, che rappresenta invece un’eccellenza per qualità della produzione, storia, cultura e volano di sviluppo di turismo e occupazione».
Malattie non trasmissibili
Nel novembre 2023, in occasione del voto sulla risoluzione del parlamento Ue in tema di malattie non trasmissibili come diabete e cancro, l’Oms e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) avevano chiesto di non diluire i riferimenti ai rischi di cancro. Ma il testo finale non ha recepito questa istanza, stigmatizzando ancora una volta l’uso dannoso di bevande alcoliche, e non il mero consumo. L’OMS era stata molto critica, affermando che ciò equivaleva ad affermare l'esistenza di livelli sicuri di assunzione di alcol, che invece è stato classificato dall’Iarc come cancerogeno già nel 1988. Al contrario, il mondo del vino si era detto soddisfatto per la soluzione adottata dal Parlamento Ue.
In conclusione, organizzazioni sanitarie rilevano la pericolosità di qualsivoglia consumo di vino, e di alcol in generale, istituzioni europee provano a mediare tra tutela della salute e istanze di esponenti del settore vitivinicolo che ne rivendicano il peso nell’economia del paese, mentre attuali ministri sviliscono le raccomandazioni sanitarie e parlano di aggressioni a questo prodotto, uno dei simboli del made in Italy, della dieta mediterranea, dell’attrattività turistica del paese. A fronte di tutto ciò, i cittadini-consumatori sono spesso confusi, non riuscendo a capire come stiano effettivamente le cose. La verità, vi prego, sul vino, si potrebbe dire, parafrasando un noto titolo.
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