Una mobilitazione che coinvolge tutto il territorio nazionale, con manifestazioni in 43 piazze, per contrastare le scelte del governo Meloni, a partire dalla legge di Bilancio. Lo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil per venerdì 29 novembre lancia la sfida alle ricette economiche della premier, che dal canto suo continua a vantare un miglioramento degli indicatori di salute del paese.

Le richieste di Cgil e Uil

Lo sciopero generale è stato proclamato dai due sindacati confederali lo scorso 30 ottobre, accompagnato dalla richiesta di cambiare la manovra per il 2025. Una manovra considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del paese, a cominciare dalla perdita del potere d’acquisto di salari e pensioni, mentre trascura sanità, istruzione e servizi pubblici.

«Questa manovra ricorda quella del governo Monti», ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, rievocando gli anni più bui delle politiche di austerity. «Abbiamo proclamato uno sciopero generale perché siamo convinti che le condizioni reali del paese abbiano bisogno di risposte concrete», afferma il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «Stop ai bonus, basta con le soluzioni temporanee e inefficaci: urgono politiche strutturali tese a superare le disuguaglianze sociali ed economiche»

Per questi motivi oggi Landini e Bombardieri saranno in piazza, rispettivamente a Bologna e a Napoli, per chiudere dalle piazze dei due capoluoghi la giornata di manifestazioni, che coinvolgerà altre 41 città in tutta Italia, tra cui Roma, Milano e Torino.

Non ha invece aderito allo sciopero l’altro grande sindacato confederale, la Cisl, perché ritiene che la legge di Bilancio presenti aspetti positivi, e pertanto non giustifichi una mobilitazione di tale portata. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha parlato di «manovra non da sciopero». Secondo Sbarra, «è sbagliato infiammare gli animi e buttare benzina sul fuoco del malessere sociale».

I metalmeccanici

A scioperare saranno anche i lavoratori metalmeccanici, dopo che lo scorso 12 novembre si sono interrotte le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale per il periodo 2024-2027.

Durante l’incontro tra i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm e le associazioni in rappresentanza dei datori di lavoro Federmeccanica e Assistal, le parti non sono riuscite a trovare un accordo, mostrando forti divergenze sugli aumenti salariali.

I sindacati chiedevano un incremento di 280 euro mensili sui minimi per il livello medio in tre anni, mentre le associazioni datoriali proponevano un aumento basato sull’inflazione, pari a 173,37 euro in quattro anni. Da qui la proclamazione di uno sciopero di 8 ore da parte dei sindacati, con la scelta della data che verrà ufficializzata nei prossimi giorni.

Per i lavoratori del settore e le organizzazioni sindacali di riferimento prosegue quindi l’autunno caldo, iniziato con lo sciopero nazionale del 18 ottobre.

«I metalmeccanici sciopereranno insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro paese, per salvare l’industria italiana e garantire un futuro occupazionale, un lavoro stabile e un salario dignitoso, e per avere una giustizia fiscale che riconosca il valore del lavoro», ha dichiarato il segretario della Fiom-Cgil Michele De Palma.

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