Il caso della dimostrazione all’Expo Training di Milano allo stand della polizia dove un agente insegna ai ragazzi come usare uno sfollagente. Intervengono anche Anpi e sindacato Silp Cgil. La protesta dei collettivi studenteschi di Genova
È avvenuto l'incontro chiarificatore tra il preside del liceo Fermi di Genova e Annalisa Valiakas, la madre della studentessa che ha denunciato l'uso del manganello in uno stand didattico della polizia all'Expo Training di Milano. «L’incontro è andato bene – racconta Valiakas – il dirigente farà presente i fatti accaduti agli organi di polizia».
L'attività della polizia proposta dalla scuola, ha riferito il preside, aveva feedback positivi e all’organizzazione dell’evento partecipano enti diversi, tra cui il sindacato Cisl. La dimostrazione con il manganello non si evinceva dalla presentazione, che è stata oggetto di valutazione della commissione Pcto dell'istituto. Il dirigente è stato «gentile, collaborativo e sensibile», secondo Valiakas, anche nei confronti degli studenti coinvolti.
Sull'opportunità di mostrare l'uso dello sfollagente agli studenti, nel frattempo, è intervenuto Pietro Colapietro, segretario generale Sindacato dei lavoratori di polizia Silp Cgil, già ispettore alla Questura di Lecce, impiegato nei reparti mobili e come coordinatore delle volanti. «La Polizia di Stato svolge un'attività di prossimità, al servizio del cittadino, quotidianamente, per garantirne la sicurezza», dichiara Colapietro al nostro giornale, «la sua attività pedagogica nei confronti della popolazione avviene in contesti pubblici, in cui si mostrano i mezzi della polizia, volanti, elicotteri. Il lavoro con le scuole richiede particolare cautela, per questo va vagliato, come stanno facendo i vertici locali e nazionali dell'amministrazione, quanto avvenuto alla fiera di Milano, perché restituisce un'immagine della polizia che può prestarsi a strumentalizzazioni. Il manganello è un simbolo divisivo che non corrisponde al complesso delle attività poliziesche. La Polizia di Stato ha tanto da mostrare e io eviterei ciò che può apparire o essere considerato divisivo così come è accaduto a Milano».
Con un comunicato stampa, inviato sabato, l’Anpi di Genova ha dichiarato che «quanto è successo è gravissimo», precisando di aver visto «con sconcerto e con fortissima preoccupazione il video girato da alcuni studenti del liceo genovese Fermi durante un evento di orientamento studentesco a cui hanno partecipato a Milano». «Non ci risulta sia mai accaduto, nell’Italia repubblicana, che esponenti delle forze dell’ordine», ha aggiunto l'Anpi, «siano stati impiegati per insegnare a liceali come picchiare altre persone. Poi, picchiare chi? Con quale scopo?». Poi l'affondo: «Forse potrebbero raccontare cosa accadde alla Diaz, oppure narrare chi ha ucciso l’agente Marino a Milano. Anpi chiede che venga fornita al più presto e in maniera esauriente una spiegazione di quanto avvenuto».
Diventa necessario che a questi “cattivi maestri”, conclude l'Associazione nazionale dei partigiani italiani, «vengano impartite lezioni sulla democrazia e sui valori democratici sanciti dalla Costituzione, per far loro comprendere che non fa parte, in alcun modo, del loro ruolo istituzionale mettere in atto comportamenti violenti e repressivi. Il costante attacco da parte di questo governo al dissenso, siano magistrati, studenti o lavoratori non potrà mai passare attraverso lo strumento del manganello, soprattutto nel momento che si accentuano le diseguaglianze sociali. Lo Stato deve essere garanzia di libertà e rispetto, altrimenti rinuncia ad essere Stato democratico».
Anche gli allievi e le allieve di altri istituti si sono fatti sentire: i collettivi studenteschi di Genova hanno protestato non solo contro l'uso della violenza andato in scena all'Expo Training di Milano ma anche contro la Giornata delle forze armate celebrata in tutta Italia.
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