È stato sancito per legge che «l’attività scolastica e didattica» si svolge «in presenza», ed è certo che in presenza ricominceranno a breve le scuole. Ma ci sono le condizioni affinché in una manciata di settimane non si torni alle lezioni a distanza, come avvenne lo scorso anno? Oggi ci sono i vaccini: oltre il 90 per cento del personale scolastico è vaccinato, e le percentuali di copertura sono elevate anche tra gli studenti over 12. Ma oggi c’è anche la variante Delta, con tutti i problemi che essa comporta. La scuola reggerà alle criticità causate dal virus? Può essere utile un esame dei nodi principali.

Le fonti delle regole

La matassa delle regole per il contenimento del virus nelle scuole è ormai ardua da districare, e la ricognizione delle fonti lo dimostra: tra le altre, il decreto-legge che disciplina il “green pass” e la legge che l’ha convertito con modifiche, nonché il decreto che l’ha reso obbligatorio per il personale scolastico; il decreto del presidente del Consiglio (Dpcm 17 giugno 2021) che regola i profili tecnici e operativi della certificazione digitale; il protocollo di sicurezza del 14 agosto scorso tra il ministero dell’Istruzione (Miur) e i sindacati, nonché la nota del Miur sul protocollo (che ha creato ulteriore confusione circa i tamponi gratuiti); il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche 2021-2022, predisposto dal Miur; le Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole, dettate dall’Istituto Superiore di Sanità nell’agosto 2020, richiamate dal protocollo; la circolare del ministero della Salute dell’11 agosto che detta nuove disposizioni sulla quarantena; la nota del Miur del 30 agosto, in tema di Verifica della certificazione verde COVID-19 del personale scolastico, cui seguirà un Dpcm che disciplinerà una nuova modalità tecnologica di controllo del green pass, specifica per le scuole. Dunque, le regole sono molte e affastellate. Da un governo che si propone anche di semplificare e razionalizzare il sistema normativo ci si sarebbe aspettati altro.

L’imposizione del pass

Dal 1° settembre l’imposizione del “green pass” è operativa per il personale scolastico. In un articolo precedente sono stati espressi dubbi sul suo utilizzo quale condizione per accedere a luoghi di lavoro, risolvendosi in un obbligo vaccinale in via surrettizia.

Il costo di un tampone ogni 48 ore è un peso troppo gravoso, quindi non rappresenta una vera alternativa alla vaccinazione: non resta che vaccinarsi. La prescrizione dell’obbligo di vaccino in via diretta sarebbe stata la soluzione più trasparente.

I dirigenti scolastici sono tenuti a verificare il possesso delle certificazioni emesse dalla Piattaforma nazionale digital green certificate (DGC), con la possibilità di delega formale ai propri collaboratori. I controlli avvengono in conformità al citato Dpcm del 17 giugno, mediante l’App “VerificaC19”.

Tuttavia, siccome l’accertamento quotidiano tramite app del green pass può comportare rallentamenti delle attività scolastiche, come rilevato anche dall’associazione nazionale dei presidi, si è individuata una modalità alternativa.

La citata nota del Miur del 30 agosto ha chiarito che, attraverso l’interoperabilità fra il Sistema informativo in uso presso le scuole (Sidi) e la Piattaforma Dgc, il dirigente scolastico potrà interrogare il Sidi, che restituirà la medesima tipologia di schermate visibili attraverso l’app. Solo in caso di “schermata rossa” dovrà verificare il QRcode della persona segnalata dal sistema.

Ora si attende il Dpcm – circa il quale il garante della privacy ha già espresso parere favorevole in via d’urgenza – che introduca la nuova forma di controllo. Nel mentre, la verifica del green pass avverrà mediante l’app; poi si suppone servirà una fase di rodaggio del nuovo metodo.

Dunque, si è già in ritardo, evidentemente a causa di una carente valutazione degli impatti dell’obbligo del pass per l’accesso a un luogo di lavoro. Così, in costante affanno, si rincorrono le soluzioni a problemi che avrebbero dovuto essere individuati e affrontati preventivamente.

Edilizia scolastica

Sono state pubblicate sul sito del Miur le graduatorie relative all’assegnazione dei fondi (270 milioni) destinati agli enti locali per lavori di edilizia leggera e affitti di spazi per la didattica. Ora gli enti dovranno farne buon uso. Ma la scuola inizia fra pochi giorni, e i fondi sono arrivati tardi.

Peraltro, sarebbe necessaria una puntuale e trasparente rendicontazione circa l’uso di tali risorse, così come per quelle (150 milioni) stanziate a favore delle scuole dal decreto Sostegni nel marzo scorso, e riguardo alle quali ci si chiede se e in quale misura siano state impiegate per l’acquisto di materiali per la sicurezza nelle scuole: ad esempio, purificatori dell’aria con filtri Hepa e impianti di ventilazione meccanica controllata. Il fatto che nel citato protocollo per la sicurezza del 14 agosto – nella sostanza conforme a quello dello scorso anno – si continui a raccomandare una «adeguata aerazione di tutti i locali, mantenendo costantemente (o il più possibile) aperti gli infissi esterni», induce a ritenere che per l’areazione nelle classi non si sia fatto molto.

A proposito, nel protocollo si prevede il distanziamento di un metro tra i banchi, ma solo «qualora logisticamente possibile»: insomma, il distanziamento è stato retrocesso a raccomandazione, da obbligo qual era lo scorso anno.

Quarantena

Uno dei rischi circa la scuola in presenza concerne i casi di quarantena, riguardo a cui la circolare del ministro della Salute dell’11 agosto ha dettato nuove regole.

Resta di 10 giorni quella per i non vaccinati che effettuano il test tra il decimo e il quattordicesimo giorno dall’ultimo contatto con un positivo; invece, per chi è vaccinato sono previsti 7 giorni di isolamento, e poi un test molecolare; chi non si sottoponga a tampone rientrerà in aula dopo 14 giorni, ma solo se non ha sintomi e se non si tratta della variante Beta, sospetta o confermata, altrimenti c’è obbligo di tampone.

Se il contagiato è un positivo a lungo termine può tornare a scuola dopo 21 giorni, purché senza sintomi da almeno 7 giorni e sempre che non si tratti di variante Beta, per cui serve il test negativo. Dunque, nelle classi di over 12 con un positivo in classe, alcuni studenti potranno tornare in presenza dopo 7 giorni, altri dopo 10 o 14 oppure 21, e ciò comporterà inevitabilmente una didattica mista.

Intanto, il 31 agosto la Conferenza stato-regioni ha approvato il piano per il monitoraggio della circolazione del Sars-CoV-2 nelle scuole primarie e secondarie di primo grado mediante test salivari, e ciò consentirà l’emersione di casi di contagio. Forse è necessario che il ministro della Salute riveda le complesse regole sulla quarantena nelle scuole.

Trasporti

Il 31 agosto, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha pubblicato le linee guida per L’organizzazione dei servizi nelle diverse modalità di trasporto. Quanto al trasporto pubblico locale (Tpl), si auspica “fortemente” «l’aumento delle corse dei mezzi di trasporto, soprattutto durante le ore di punta» e, tra le altre misure, si prevede una «attività di controllo» dei biglietti, nonché del rispetto «delle prescrizioni relative ai dispositivi di protezione individuale, da effettuare, nella prima fase di riavvio, prioritariamente a terra».

Ci si chiede se il “controllore” riuscirà a farsi carico di interventi in casi di sovraffollamento, specie quando le persone devono andare a scuola o al lavoro e non trovano mezzi di trasporto sufficienti. Le linee guida reputano “fondamentale” l’attività dei “tavoli prefettizi” – istituiti dalla legge di conversione del decreto Sostegni bis, «per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale» – e raccomandano «il più ampio coordinamento sinergico con i piani spostamenti casa-lavoro redatti dai mobility manager in attuazione del decreto del ministero della transizione ecologica del 12 maggio 2021».

I tavoli prefettizi stanno ancora lavorando, entro il 2 settembre le regioni dovrebbero aggiornare i piani di gestione del Tpl in base alle indicazioni dei tavoli stessi, poi il ministro Giovannini incontrerà di nuovo i sindacati.

«Presto, che è tardi», dice il Bianconiglio in Alice nel paese delle meraviglie. Ecco, per la scuola si è allo stesso punto.

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