La procura e la difesa avevano chiesto al giudice di stralciare la posizione dell’ex presidente del consiglio. Il tribunale non ha accolto la richiesta e ha solo sospeso per ora fino a settembre. Il magistrato della procura ha parlato delle patologie che affliggono Berlusconi: «Patologie croniche», «difficilmente reversibili» di natura «neurologica o psichiatrica»
Qual è il reale stato di salute di Silvio Berlusconi? La domanda è sempre più impellente dopo l’udienza di ieri del processo Ruby Ter che si è celebrata nell’aula della Fiera di Milano, scelta per la sua capienza in tempi di misure di prevenzione per il Covid. A squarciare il velo intorno alle reali condizioni di salute dell’ex premier è stato, a sorpresa, il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano che ha parlato espressamente di patologie «croniche» e «difficilmente reversibili» di natura «neurologica o psichiatrica» rivolta al tribunale e a tutti gli avvocati degli altri imputati, citando un passaggio di una consulenza medica – la terza in questo processo – esibita dalla difesa del numero uno di Forza Italia a inizio udienza. L’avvocato Federico Cecconi, che difende l’ex Cavaliere, dopo l’udienza non ha voluto minimamente circostanziare cosa significassero queste patologie neurologiche, rimandando la palla a chi aveva lanciato il sasso nello stagno delle condizioni di salute di Berlusconi.
Ma la notizia, seppur rimasta sospesa – cosa significa «patologia neurologica»? Uno stato nel quale si è ora affievolita la sua volontà? – ha avuto l’effetto della rottura di un cristallo nel silenzio della grande aula della Fiera intenta ad ascoltare le parole del magistrato milanese, realmente dirompenti proprio nel giorno in cui la discussione era dedicata proprio alla proposta di stralcio della posizione dell’ex premier, accusato come noto di concorso per corruzione in atti giudiziari.
Berlusconi da tempo diserta le aule di giustizia dove è sotto processo a causa delle sue condizioni di salute non buone, peggiorato negli ultimi mesi dopo aver contratto il Covid che lo aveva costretto anche a più di un ricovero all’ospedale San Raffaele, dov’è da tempo sotto le cure del professor Alberto Zangrillo. Ricoveri, per quel che si è capito, non dovuti a semplici analisi e screening da due-tre giorni come ha sempre fatto, ma a cure importanti e invasive. Tanto che solo qualche giorno fa si era sparsa la voce anche di un suo possibile decesso, seccamente smentito dal suo entorurage.
Legittimo impedimento
Per questi motivi, da mesi i suoi avvocati sollevano una questione di legittimo impedimento nelle aule di giustizia. Un diritto concesso agli imputati in casi come questi per rimandare i lavori in attesa di guarigione e potere esercitare, nel pieno delle proprie facoltà, il diritto di difesa. Ma che nel caso specifico, utilizzato già da mesi sia a Milano, sia a Siena che a Roma, dove si stanno celebrando due riti gemelli a quello principale spostati per competenza territoriale, sta di fatto impedendo ai processi di andare avanti, facendoli girare a vuoto.
Da qui la scelta dei pm, in tutte le sedi dove si celebra il Ruby Ter, di chiedere ai vari tribunali lo stralcio della sua posizione, che permette agli altri imputati di andare avanti e all’ex premier di recuperare in un secondo momento quando il suo stato di salute sia migliorato. A Roma, due giorni fa, lo stralcio è stato concesso e il processo per Berlusconi riprenderà il 2 di novembre, mentre per il musicista Mariano Apicella prosegue come da calendario.
A Siena la decisione è stata ancor più articolata, perché il pianista Danilo Mariani è stato condannato a 2 anni di detenzione per la falsa testimonianza mentre, per il reato di corruzione in atti giudiziari, la sua posizione e quella di Berlusconi sono state stralciate e si riprenderà il 21 ottobre.
A Milano, dove gli imputati sono 29 a vario titolo per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, le cose sono andate molto diversamente. Il tribunale, presieduto dal giudice Marco Tremolada, non ha voluto accogliere la richiesta della procura di Milano, cui si era associata anche la difesa di Berlusconi, di stralcio. Ha, invece, accolto quella delle difese che chiedevano una sospensione del processo per tutti per un tempo stimato in almeno 90 giorni, parlando di reati a «concorso necessario» per i quali la posizione del presunto corruttore è intrinsecamente legata a quella del corrotto e che, quindi, separare i processi non avrebbe fatto emergere realmente la verità.
Solo l’avvocato della ex senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi, imputata solo per falsa testimonianza e un tempo molto vicina al fondatore del partito, ha scelto pilatescamente di rimettersi a ciò che avrebbe deciso il giudice.
La decisione del tribunale di Milano, che ha rimandato tutto all’8 settembre prossimo congelando il processo per tutti, ha scatenato la reazione stizzita dei pubblici ministeri che, nel preannunciare la richiesta di una perizia medica alla corte che tolga ogni incertezza alle reali condizioni di salute dell’ex premier, e del presumibile decorso, hanno tirato fuori la questione neurologica.
A fine udienza l’avvocato Cecconi non ha escluso che l’8 settembre l’istanza di stralcio si possa riproporre. «Ritengo che sia una possibilità molto concreta» ha detto il legale che, in merito alle posizioni contrarie espresse sul tema dalle difese di alcuni dei co-imputati, ha osservato: «Mi viene da dire, come spettatore interessato che comprende la posizione dei colleghi perché parliamo di un reato a concorso necessario dove la posizione dell’uno è intimamente correlata alla posizione degli altri.
Al tempo stesso considero di assoluto buon senso anche la posizione che è stata esternata dall’ufficio di procura, perché è inevitabile constatare che la persistenza e permanenza dell’impossibilità di presenziare al processo da parte del dottor Berlusconi inevitabilmente può determinare una paralisi processuale anche per le altre posizione che non hanno formalmente problematiche di impedimento».
Ma adesso tutti questi ragionamenti sembrano avere poco valore. Ciò che sembra importante da comprendere, a parte la reale criticità dello stato di salute fisica del Cavaliere, è la sua capacità di intendere e volere.
Per sé stesso, per il futuro delle sue aziende, di quello del suo partito – parte della maggioranza al governo – e della sua eredità politica.
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