Dopo la vittoria di domenica 8 settembre agli Us Open, sembrava essere arrivata una notizia positiva per Jannik Sinner: al termine dei tempi per presentare il ricorso, il 9 settembre a mezzanotte, nessun appello era stato diffuso pubblicamente. Potevano appellarsi alla decisione la Nado e la Wada, le agenzie antidoping italiana e mondiale.

Tuttavia, come riporta l’agenzia LaPresse, la revisione del caso da parte della Wada è ancora in corso e non è stata presa una decisione. Questo è possibile perché, secondo un articolo del codice mondiale antidoping, l’agenzia internazionale ha diritto a richiedere documentazione aggiuntiva. Solo dopo averla ricevuta ha a disposizione 21 giorni per presentare eventualmente ricorso. I documenti sono arrivati la scorsa settimana e questo ha fatto slittare la scadenza. 

Il caso dunque non è ancora chiuso. L’azzurro, dopo il trionfo agli Us Open, aveva rimarcato il periodo difficile vissuto a causa di una vicenda per ora chiarita e che ha portato al licenziamento dal suo staff del preparatore atletico Umberto Ferrara e del fisioterapista Giacomo Naldi.

Il caso giudiziario, che avevamo spiegato al momento della sua soluzione, era basato sulla positività del tennista italiano a un controllo antidoping durante il torneo di Indian Wells, che non aveva vinto, e a un altro a una settimana circa di distanza. Il quantitativo della sostanza vietata, il Clostebol, presente nel sangue di Sinner era però minimo.


Indagini successive hanno poi confermato la versione dell’atleta, secondo cui lo steroide era entrato nel suo organismo perché il fisioterapista aveva usato una pomata che lo conteneva per curarsi una ferita al dito e poi aveva fatto dei massaggi a Sinner, entrando in contatto con alcune ferite.

L’agenzia internazionale per l’integrità del tennis aveva deciso di giudicare il numero 1 al mondo non colpevole, ritirandogli però i premi in denaro e i punti ottenuti durante Indian Wells. La questione però è ancora aperta, con la Wada che ha ancora tempo per analizzare il procedimento. 

© Riproduzione riservata