Il ministro della Salute ha detto al Senato che le nuove restrizioni dureranno almeno fino al 6 aprile. Intanto il vaccino J&J è quasi pronto alla distribuzione
- Il peggioramento dell’epidemia e la diffusione di varianti non consenti di pensare a riaperture ancora per settimane, dice il ministro.
- Ma l’arrivo del vaccino Johnson & Johnson, che ha iniziato il processo di approvazione negli Stati Uniti, potrebbe cambiare la situazione.
- All’Italia spettano quasi 55 milioni di dosi nel corso del 2021: abbastanza per vaccinare quasi tutta la popolazione.
In molti paesi europei vige ancora il lockdown a causa della pandemia di Covid-19, in Italia è in corso un aumento dei casi «da tre settimane», ci sono cinque regioni che hanno «le terapie intensive occupate oltre il 30 per cento», l’Rt nell’ultimo rilevamento è 0,99 e «si avvia a superare l’1». In poche parole: «Non ci sono le condizioni per allentare le restrizioni».
Questo, in sintesi, il discorso che ha fatto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza al Senato, riferendo sulla riunione che si è tenuta martedì sera tra tecnici e rappresentanti del governo. Speranza ha detto che il governo approverà un nuovo Dpcm con misure di contenimento che sarà in vigore fino al 6 aprile e comprenderà quindi il periodo di Pasqua.
Non è chiaro cosa conterrà esattamente il Dpcm, ma Speranza ha detto che è «indispensabile alzare il livello di guardia». Il governo, ha proseguito il ministro, proseguirà quindi con l’attuale strategia, cercando di circoscrivere i focolai causati da nuove varianti del virus tramite «zone rosse o arancioni rafforzate». A livello nazionali non sono invece attesi né allentamenti, né nuove restrizioni, sempre che i dati della pandemia non mostrino un improvviso peggioramento.
I numeri
Speranza ha giustificato le sue dichiarazioni con il peggioramento dei dati che sembra preannunciare una nuova fase acuta di diffusione dell’epidemia. Mercoledì, ad esempio, sono stati registrati 16.424 nuovi casi di Covid-19, in netta crescita rispetto ai 12mila di una settimana fa (bisogna però segnalare che ieri è stato anche il giorno record per numero di tamponi analizzati: oltre 340mila). I decessi sono stati 318.
Più preoccupante è il numero dei ricoveri in terapia intensiva, in crescita ormai da una settimana. A livello nazionale, questo incremento non risulta ancora particolarmente rilevante (rispetto a martedì ci sono solo 11 posti occupati in più), ma in alcune regioni, come Lombardia, Piemonte, Campania ed Emilia Romagna, l’incremento dura da più tempo ed già abbastanza pronunciato.
Le varianti più contagiose del virus, come quella cosiddetta “inglese”, o quelle che sembrano avere una particolare resistenza ai vaccini, come le cosiddette “sudafricana” e “brasiliana” sono particolarmente preoccupanti e hanno determinato l’apertura di decine di zone rosse in tutto il paese.
Secondo uno studio pubblicato dall’Istituto superiore di sanità all’inizio di febbraio, la variante inglese costituirebbe poco meno del 18 per cento dei casi di Covid-19 in Italia. Fonti del ministero riportate dalle agenzie dicono che sommando le altre varianti questa cifra potrebbe essere arrivata al 30 per cento (ma nessuno studio in questo senso è ancora stato pubblicato).
Arriva Johnson & Johnson
Tra le regioni che ieri giustificavano l’ottimismo c’è l’annuncio da parte della Fda americana, l’agenzia incaricata di autorizzare i farmaci negli Stati Uniti, che il vaccino anti Covid-19 a singola dose prodotto da Johnson & Johnson soddisfa i requisiti per ricevere un autorizzazione di emergenza all’uso, che potrebbe arrivare già la prossima settimana.
La caratteristica che distingue il vaccino Johnson & Johnson dagli altri vaccini approvati o in fase di approvazione è che la sua efficacia è garantita con una sola dose. Secondo i dati esaminati dalla Fda, il vaccino ha un’efficacia di circa il 66 per cento nel proteggere da forme moderate o gravi della malattia. Il vaccino avrebbe comunque un’efficacia vicina al 100 per cento nel proteggere dalle forme più gravi di contagio e dalla morte.
Italia ed Europa
Il vaccino Johnson & Johnson rappresenta un potenziale cambiamento significativo per il piano vaccinale europeo. Da settimane quasi tutti gli stati membri dell’Unione sono in difficoltà a causa dei ritardi nelle consegne da parte di produttori come Pfizer e AstraZeneca e alcuni avevano iniziato a dubitare che l’obiettivo di vaccinare il 70 per cento degli europei entro la fine dell’estate fosse raggiungibile.
Se Johnson & Johnson dovesse rispettare i tempi delle consegne, questa situazione è destinata a cambiare rapidamente. La Commissione Europea ha acquistato 200 milioni di dosi del vaccino Johnson & Johnson, con l’opzione di acquistarne altri 200. L’Italia da sola dovrebbe riceverne quasi 54 milioni, di cui più di 45 entro la fine dell’estate. Visto che il vaccino è efficace con una sola dose, significa che ce ne sarebbero abbastanza per vaccinare quasi tutta la popolazione italiana. L’autorizzazione del vaccino da parte dell’Ema europea dovrebbe arrivare per metà marzo.
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