Secondo i dati della Camera da inizio legislatura sono stati presentati al parlamento ben 54 programmi d’arma. Nel 2022 i costi militari hanno raggiunto la cifra di quasi 26 miliardi di euro
Le spese militari dell’Italia hanno raggiunto la cifra record di quasi 26 miliardi di dollari nel 2022. Adeguare la spesa militare agli standard della Nato che chiede un aumento fino al 2 per cento del valore del Pil significherebbe far lievitare i costi fino a 38 miliardi all’anno, come affermato dal ministro della Difesa Guerini. Ma in cosa spendiamo i nostri soldi?
Dai documenti parlamentari, aggiornati al 3 febbraio di quest’anno, emerge che la spesa militare è affidata non soltanto al ministero della Difesa, anche se ne assorbe gran parte, ma anche da quello dello Sviluppo economico e dell’Economia a seconda dei progetti messi in campo.
Le missioni
Nello specifico, la spesa complessiva del ministero della Difesa si divide in tre missioni:
- Difesa e sicurezza del territorio: nel 2022 è stata investito il 93 per cento della spesa finale complessiva, ovvero 24,2 miliardi di euro. La missione è divisa in sei programmi diversi: Carabinieri (28,1 per cento degli stanziamenti); pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari (24,6 per cento); Forze terrestri (23 per cento), Forze aree (11,9 per cento); Forze marittime (9,3 per cento); approntamento e impiego dei Comandi e degli Enti interforze dell’area tecnico/operativa (3,2 per cento).
- Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente: rappresenta circa il 2 per cento della spesa finale del ministero della Difesa (quasi mezzo miliardo di euro) e ingloba anche i fondi che prima erano destinati al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per il pagamento del Corpo forestale.
- Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche: riguarda circa il 5 per cento delle spese del ministero e ammonta a circa 1,3 miliardi di euro.
L’ultima manovra di bilancio varata da Draghi ha apportato un incremento di 162 milioni di euro ai costi totali, soldi che sono utilizzati per rafforzare il parco infrastrutturale dell’Arma dei carabinieri, per il personale dell’operazione “strade sicure”, per la sanità militare del contingente italiano impiegato nella base militare a Gibuti e per altri progetti di medio lungo termine.
Per quanto riguarda le missioni internazionali in cui sono impegnati i contingenti italiani all’estero, la legge di bilancio del 2021 ha previsto un fondo di 1.48 miliardi, sceso a 1.39 nel 2022. Per quanto riguarda il Comando operativo vertice Interforze che gestisce le missioni c’è stato anche un cambiamento di direzione con la nomina dell’ex commissario all’emergenza Figliuolo.
I programmi d’arma
Secondo i dati della Camera da inizio legislatura sono stati presentati al parlamento ben 54 programmi d’arma. La maggior parte dei quali, 31, nel 2021, durante il governo Draghi, mentre sono 15 quelli presentati nell’anno del governo gialloverde e 8 quelli del 2020 (governo giallorosso).
L'importo totale finanziato è di oltre 25,2 miliardi di euro, di cui oltre la metà nel 2021 (14,3 miliardi), mentre sono stati spesi 6,1 miliardi nel 2020 e circa 4,9 miliardi nel 2019.
Il 73 per cento di questi 25,2 miliardi è stato finanziato dal ministro della Difesa (circa 18,4 miliardi), la restante parte dal ministero dello Sviluppo economico. I programmi d’arma più costosi sono quelli che fanno riferimento all’Aeronautica militare e hanno un valore di circa 11,1 miliardi per 22 programmi.
Tra questi rientra l’acquisto di 33 nuovi elicotteri multiruolo Light Utility Helicopter, sistemi di combattimento aereo di sesta generazione (Future combat air system, dal valore di 2 miliardi) e l’ammodernamento vario dell’arsenale militare, oltre che radar e strumenti della logistica.
Gli altri programmi d’arma vanno a potenziare la Marina con il rinnovamento delle unità navali e il potenziamento di diversi sistemi di difesa.
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