Almeno cinque i feriti, tra cui una ragazza di 15 anni. Una 25 enne in ospedale per trauma cranico. Gli studenti: «La repressione non ci fa paura»
Torino, Pisa e ora Roma. Il dissenso al governo Meloni e alle scelte politiche della maggioranza di centrodestra passa anche per le tensioni tra le forze dell’ordine e gli studenti. Ieri la polizia ha caricato il corteo di circa 250 manifestanti che si erano radunati nel centro di Roma per dirigersi verso l’Auditorium della Conciliazione dove era in corso la seconda giornata della quarta edizione degli Stati Generali della natalità.
All’evento era atteso l’intervento di papa Francesco. Il corteo studentesco era organizzato da Aracne, Zaum, Coordinamento Collettivi Sapienza e ragazzi delle scuole superiori. Partita alle 9.30 da piazzale degli Eroi, nel quartiere Prati, la massa di studenti si è poi diretta verso piazza Risorgimento. I manifestanti sono scesi in piazza per chiedere «un altro genere di educazione», scrivono sui canali social, e protestare contro l’invito del ministro dell’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara mandato mesi fa a tutte le scuole, con cui chiedeva la loro partecipazione attiva.
Anche per questo durante la manifestazione è stato bruciato il programma “educare alle relazioni” del ministro Valditara: «Gridiamo per tutte le donne che più non hanno voce», hanno gridato i manifestanti.
Le violenze
Gli scontri si sono verificati in via Leone IV, dove le forze dell’ordine sono intervenute bloccando la manifestazione e manganellando gli studenti delle scuole superiori. Il bilancio è per ora di cinque feriti, tra cui una ragazza di 25 anni che è stata trasportata al pronto soccorso e una di 15 anni che ha riportato diverse ferite alle costole. «Le sue condizioni non sono al momento preoccupanti ma è ovviamente scossa da quanto accaduto visto che stava manifestando pacificamente», ha detto il padre della ragazza trasportata in ospedale. Sono invece due i poliziotti feriti. «Ci sono 4 o 5 ragazzi feriti, alcuni sono stati portati in pronto soccorso per lesioni alla testa a causa delle manganellate.
Altri sono rimasti contusi nelle cariche e sono stati controllati dal personale medico. Una ragazza è stata portata al pronto soccorso», ha raccontato uno dei manifestanti.
«Noi avevamo l’obiettivo di andare a contestare gli Stati generali della Natalità», ha spiegato un giovane manifestante a La Presse. «In questura ci è stato più volte vietato di fare il corteo ma alla fine siamo riusciti a imporci e farci autorizzare un percorso. Provando ad arrivare vicino all’Auditorium della Conciliazione è partita una carica da parte della polizia che ha fermato un ragazzo di 16 anni. Al momento non ci vogliono dire in quale commissariato lo stanno portando. Non riusciamo a metterci in contatto con lui», ha aggiunto. Nel pomeriggio una sessantina di studenti si sono radunati fuori la Questura di via Nazionale a Roma, dove era stato portato il loro compagno.
«Ancora una volta violenza, ancora una volta manganelli e repressione. Questo governo riprova che questi sono gli unici mezzi che conosce e che utilizza. Siamo stanchi di vedere le nostre compagne picchiate e manganellate da chi invece dovrebbe difenderci. E mentre ieri tutto il governo ha urlato alla censura e allo scandalo per una legittima contestazione, oggi staranno in silenzio complici di questa violenza ingiustificata.
La repressione non ci fa paura, saremo sempre resistenza», si legge in un comunicato pubblicato dalla rete degli studenti di Roma e del Lazio. In realtà la maggioranza di governo non è restata in silenzio. Dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, al Senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, hanno espresso dichiarazioni di solidarietà nei confronti dei poliziotti. «È incredibile che esponenti violenti della sinistra scendano in piazza e aggrediscano la polizia perfino in occasione degli Stati generali della natalità ai quali ha partecipato il Santo Padre. Si parla della vita, della nascita e di bambini», ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Eppure ci sono persone violente e proterve della sinistra, che lanciano corpi contundenti contro le Forze di polizia. Una assoluta vergogna. Si tratta della feccia della società italiana che non ha rispetto per nulla. Scendere in piazza in modo violento mentre si parla di natalità alla presenza del Papa vuol dire davvero dimostrare di essere gli ultimi della Terra», ha concluso. La deputata di FI Rosaria Tassinari, componente della commissione Cultura alla Camera, ha definito la protesta degli studenti come «intolleranza verso il governo».
Dissenso
La contestazione degli studenti è iniziata giovedì, durante il primo giorno del convegno, quando un gruppo di giovani ha criticato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, mostrando la scritta “Sul mio corpo decido io”. La ministra che doveva intervenire sul palco degli Stati generali, alla fine ha deciso di abbandonare. In un’intervista al Corriere pubblicata ieri ha poi specificato il suo punto di vista: «Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile». Le studentesse di Aracne hanno poi specificato a Domani che non era «una protesta solo nei confronti della ministra, non era questo il nostro obiettivo principale, ma è la prima figura istituzionale a essere intervenuta».
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