La corte d’appello di Brescia ha accolto l’istanza del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser: la prima udienza si terrà a marzo. Accolta l’istanza del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser
La corte d'appello di Brescia ha dato il via libera alla revisione del processo per la strage di Erba (Como). La prima udienza è fissata per il primo marzo 2024, davanti alla seconda sezione penale. La strage avvenne l'11 dicembre 2006. Rosa Bazzi e Olindo Romano furono condannati in via definitiva all’ergastolo.
Nella strage furono uccise quattro persone a colpi di coltello e spranga: Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Al marito di quest'ultima, Mario Frigerio, fu tagliata la gola. Gli assassini lo credettero morto, si salvò invece per una malformazione alla carotide. L’unico sopravvissuto indicò in Rosa e Olindo gli autori della strage. La Corte d'Appello di Brescia ha accolto le istanze del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e del pool di legali guidato da Fabio Schembri secondo cui ci sarebbero nuovi elementi decisivi e sostanziali per ribaltare la sentenza di condanna. Nella prima udienza si discuterà di quali prove o nuove testimonianze ammettere.
Contro Olindo Romano e Rosa Bazzi oltre alla testimonianza del sopravvissuto c’erano anche prove scientifiche e confessioni, poi ritrattate. A quasi 17 anni di distanza dai fatti Tarfusser e la difesa sono riusciti a rimettere in dubbio la decisione, attraverso delle perizie che si affidano a progressi scientifici che porterebbero a riscrivere la verità sulla strage.
«Le prove che hanno portato alla condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono inconsistenti e non provano la loro colpevolezza. A livello personale e professionale sono molto più che soddisfatto», dice il sostituto procuratore generale di Milano Tarfusser che ha chiesto e ottenuto la revisione del processo per la strage di Erba. «Non parlo di innocenza che non è una categoria giuridica ma di colpevolezza o non colpevolezza – aggiunge –. Mi ritengo un operaio del diritto e cerco di analizzare le carte: le prove alla base delle sentenze, tecnicamente, non giustificano la condanna dei due imputati».
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