Il meloniano, numero uno di Ales, società in house del ministero della Cultura, ha partecipato all’anteprima dell’esposizione “Barocco globale” alle Scuderie del Quirinale
Scuderie del Quirinale, Roma. Alle 10.30 il portone dello storico palazzo viene aperto al pubblico. O meglio agli accreditati che, in anteprima, hanno la possibilità di visitare la mostra “Barocco globale”, aperta al pubblico a partire da venerdì 4 aprile fino al prossimo 13 luglio.
Venti minuti dopo il “taglio del nastro” arriva anche il presidente e amministratore delegato di Ales spa, la società in house del ministero della Cultura, Fabio Tagliaferri, ex assessore del comune di Frosinone, tanto discusso per lo scarno curriculum nel campo della cultura e altrettanto noto per essere un protégé delle sorelle Meloni.
Il Barocco secondo l’ad
Tagliaferri, di professione imprenditore, non prende la parola. Durante il tour riservato ai cronisti a fare gli onori di casa sono il direttore delle Scuderie del Quirinale, Matteo Lanfranconi, e i curatori dell’esposizione, Francesca Cappelletti e Francesco Freddolini.
Le dichiarazioni del fedelissimo di Giorgia e Arianna Meloni sono rintracciabili all’interno della cartella fornita alla stampa. «Attraverso il sostegno finanziario, gestionale e amministrativo a favore delle Scuderie del Quirinale Ales conferma una volta di più il proprio ruolo strategico come società in house a supporto delle attività del ministero della Cultura», è quanto si legge.
Così, data la laconicità del commento, Domani, nel corso del tour «a porte chiuse», avvicina il numero uno di Ales, che si rende immediatamente disponibile a rispondere a qualche veloce domanda. «Sono emozionato e orgoglioso di essere qui – dice Tagliaferri – Sono anche davvero meravigliato dal grande lavoro che c’è dietro a una mostra: per allestirla ci sono voluti mesi e mesi di lavoro. Abbiamo un quadro che proviene dal Principato di Monaco e anche una statua in prestito su espressa volontà di papa Francesco».
Trattasi, in quest’ultimo caso, del busto dell’ambasciatore del Regno del Congo, Antonio Manuel Ne Vunda, custodito nella basilica papale di Santa Maria Maggiore.
A Tagliaferri, visto l’interesse mostrato per l’esposizione, Domani chiede pure se vi abbia dato una sua personale impronta. «Non sono all’altezza», risponde l’ex assessore. Al quale, pertanto, questo giornale chiede anche della situazione dei lavoratori in Ales: a gennaio 2025 una nota dell’Usb rende note le proposte per il rinnovo del contratto integrativo aziendale.
Proposte che andavano dai miglioramenti economici all’organizzazione del lavoro, fino alla riqualificazione e all’ordinamento professionale. «A noi non risultano problematiche», chiosa Tagliaferri che, così, prosegue la visita all’allestimento.
Domande bandite
Ed è subito dopo questa conversazione che Domani scopre che con Fabio Tagliaferri, durante il tour, si può parlare solo di arte barocca: gli uffici stampa di Ales sottolineano il punto con chi scrive. La «policy» imporrebbe, in base a quanto appreso, di parlare esclusivamente della mostra.
Domande di altro tipo sarebbe consigliato formularle in altra sede. Di conseguenza, si deduce che con l’ex amministratore di Frosinone, presente alla mostra in veste istituzionale, si possa discutere solo di arte e cultura. Ma è Tagliaferri stesso ad ammettere, rispondendo alle domande, di non esserne «all’altezza».
Eppure presiede una società, l’Ales per l’appunto, che ha il compito di garantire il supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Questa, inoltre, sull’arte barocca è, come confermato da Tagliaferri in persona, la prima esposizione, da quando è a capo della spa, a cui presenzia: non proprio una buona prima volta, sembrerebbe.
Di “falsa partenza” si era parlato anche nei mesi scorsi, quando l’imprenditore, una volta insediatosi, aveva sbagliato la procedura di selezione dei nuovi dirigenti. A essere più fortunato si spera possa essere invece l’avvio della mostra, “benedetta” dal ministro Alessandro Giuli.
«Realizzare una mostra su Roma nell’anno giubilare è stata una impresa coraggiosa – dichiara Giuli in una nota – considerato la grande varietà di iniziative già in calendario. L’Urbe eterna, del resto, sia questa dei papi o dei Cesari, dell’età regia o repubblicana, del Regno d’Italia o della Repubblica italiana, non cessa di dispensare ispirazioni in quanti ne osservano la storia millenaria (...). La mostra, con il suo viaggio affascinante tra le testimonianze di una delle stagioni artistiche più vivaci, offre un punto di vista chiaro e convincente».
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