L’azienda l’ha licenziata dopo la circolazione di un video in cui la si vede insultare un tassista che si è rifiutato di rilasciarle una ricevuta con un importo più alto di quanto pagato. Le serviva per ottenere un rimborso gonfiato: «A te che ti cambia?». Domani ha ricostruito la storia
Un passato negli ambienti di Forza Italia e dirigente di Fincantieri. Lei – ha scoperto Domani – è Sabrina Di Stefano, la donna che prima ha chiesto una ricevuta gonfiata al tassista della macchina su cui viaggiava, e poi, dopo la risposta negativa di quest’ultimo, lo ha ricoperto di insulti.
Il video che immortala la scena ha fatto il giro del web ed è arrivato anche ai piani alti del colosso cantieristico dove qualcuno avrebbe riconosciuto la voce della neo dirigente, che, considerato il tentativo di Di Stefano di ottenere probabilmente dall’azienda un rimborso maggiore rispetto alla spesa effettivamente sostenuta, ha preso le sue contromisure. E nei giorni scorsi, con grande tempestività, l’ha licenziata. Non tanto per l’eventuale rimborso gonfiato, ma perché è venuto meno il rapporto di fiducia.
Oggi Di Stefano – dopo vari tentativi da parte di questo giornale di contattarla – risulta irraggiungibile; mentre l’azienda guidata da Pierroberto Folgiero ha subito aperto un audit interno sul caso.
Le ultime parole “pubbliche” di Di Stefano (molto stimata da Antonio Tajani e altri dirigenti azzurri) sono, dunque, quelle piene di improperi rivolte al tassista. «Mi rilascia la ricevuta?», chiede al guidatore al termine della corsa. «Certo», è la risposta. Questione di secondi, però, e lo scambio tra i due degenera. Il motivo? Di Stefano avanza un’altra richiesta, quella di una ricevuta maggiorata. Il tassista rifiuta, interdetto. Con la ricevuta maggiorata «mi rimborsano un po’ di più, a te che ti cambia?», insiste la passeggera. Ma nulla da fare. Così, davanti alla fermezza dell’uomo, volano molte offese. «Educata, molto educata, complimenti», è la replica ironica e sarcastica del tassista a cui un attimo prima viene dato, tra le altre cose, del «frustrato».
La passeggera è naturalmente inconsapevole della presenza, nel taxi, di dash cam, telecamere che riprendono a ciclo continuo l’abitacolo.
Il tutto è successo a Roma circa tre settimane fa, e la scena, diventata appunto virale dopo che la pagina “Welcome to Favelas” da 981mila seguaci l’ha postata sui social, sembrerebbe tratta da quel film di Scorsese in cui Robert De Niro, alla guida di un taxi giallo, si imbatte in una città che lascia emergere il suo lato peggiore.
L’esercito di Silvio
Di Stefano non solo era dirigente di Fincantieri – l’azienda che il 17 giugno scorso ha perso il suo presidente, il generale Claudio Graziano, trovato morto nella sua casa di piazza Vittorio – ma è anche l’ex coordinatrice regionale de “L’Esercito di Silvio”, il movimento nato nel 2013 con l’imprenditore veneto Simone Furlan e sviluppatosi su tutto il territorio nazionale con oltre seicento “reggimenti” a supporto del Cavaliere alle prese con processi e inchieste giudiziarie. Originaria di Roseto degli Abruzzi, studi alla Bocconi a Milano, Di Stefano, a guardare le foto su Facebook, continua a essere una grande sostenitrice di Berlusconi, e non mancano neanche i selfie con l’ex compagna del fondatore di Forza Italia, Francesca Pascale.
Poi in una vecchia intervista a una rete locale l’ormai ex dirigente di Fincantieri parla proprio de “L’Esercito di Silvio”, enumerando i valori e i principi che, con la diffusione graduale del movimento, lo avrebbero caratterizzato. Anzitutto, tra i principi menzionati, quello della libertà. «Costantemente impegnata in prima fila nel rinnovamento e nella crescita di Forza Italia nella mia regione. Accolgo questa nomina con il massimo entusiasmo», dichiarava ad AbruzzoWeb, oltre dieci anni fa, la neo coordinatrice regionale del movimento.
«Porterò avanti questo incarico con grande impegno, cercando di “arruolare” il maggior numero di sostenitori ansiosi di scendere in campo, come me, per difendere il presidente Berlusconi e sostenerlo nella “Guerra dei vent’anni” contro la magistratura politicizzata e la sinistra italiana».
E ancora in un’intervista a Il Centro, Di Stefano ribadiva il suo supporto a Berlusconi, parlando di «ritorno alla politica in mezzo alla gente», ma anche di «difesa di una persona straordinaria che si chiama Silvio Berlusconi, ancora l’unica speranza affinché l’Italia non finisca nelle mani della sinistra».
Di Silvio Berlusconi, di cui il 12 giugno è stato celebrato il primo anniversario della morte, Di Stefano diceva che era un «uomo dal carisma straordinario che non si è mai arreso». Chissà se non si arrenderà nemmeno lei: chi la conosce bene dice che non subirà quella che ritiene «un’ingiustizia».
© Riproduzione riservata