La Corte di appello di Firenze ha confermato le condanne per tortura a carico di alcuni agenti penitenziari per le violenze su un detenuto nel carcere di San Gimignano. Le pene inflitte vanno dai 4 anni e 2 mesi ai 3 anni e 8 mesi, con l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

«Si tratta della prima condanna in appello per il reato di tortura di cui con forza abbiamo chiesto l'introduzione nel codice penale, ottenuta nel 2017. In un paese democratico non deve esserci spazio per la tortura di Stato e crediamo che questa sentenza sia una vittoria innanzitutto per lo stato di diritto, le istituzioni e i cittadini», ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Confermate le condanne tra 2 anni e 3 mesi e 2 anni e 8 mesi di reclusione per dieci agenti che in primo grado avevano scelto il rito abbreviato. Ridotte le pene ad altri cinque imputati che avevano scelto il rito ordinario: la più severa è stata a 4 anni e 2 mesi, la più mite a 3 anni e 8 mesi.

I giudici hanno accolto le richieste del procuratore generale Ettore Squillace Greco. I fatti contestati risalgono all'11 ottobre 2018 quando nel corridoio largo due metri le videocamere di sorveglianza ripresero le violenze contro un detenuto. 

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