- Almeno tre riunioni ad Arcore e negli uffici dell’azienda di Berlusconi per definire il vitalizio al pregiudicato.
- Il ruolo del tesoriere di Forza Italia e dei manager tv.
- Ecco la lettera dell’ex premier che autorizza l’operazione
Essere amico di Marcello Dell’Utri costa caro a Silvio Berlusconi. Questa è la prima certezza che emerge da alcuni documenti inediti e da decine di relazioni dell’antiriciclaggio lette da Domani. Materiale che permette di ricostruire i rapporti economici tra i due fondatori di Forza Italia, entrambi indagati a Firenze nell’indagine sulle stragi di mafia del 1993 tra il capoluogo toscano, Roma e Milano.
Una tassa, quella Dell’Utri, che per Berlusconi era diventata insostenibile a tal punto da dover trovare un accordo che riequilibrasse questo flusso a senso unico, da Silvio a Marcello. Delle riunioni riservate c’è traccia nelle informative della Direzione investigativa antimafia fiorentina.
Incontri in cui è stato deciso il vitalizio mensile, elemento già emerso nei mesi scorsi. Ora con le nuove carte ottenute è possibile svelare come si è arrivati alla decisione di regolarizzare le donazioni a Dell’Utri, stabilendo la cifra di 30mila euro mensili, e chi sono i protagonisti di questa trattativa segreta, che coinvolge oltre a Berlusconi anche alcuni manager di Fininvest e il tesoriere di Forza Italia, Alfredo Messina.
«Modico valore»
Partiamo dagli ultimi bonifici registrati sul conto di Dell’Utri a nome Berlusconi e monitorati dall’antiriciclaggio. Si tratta di 180mila euro, divisi in due tranche, inviati tra maggio e luglio 2021. La causale è particolare: «Donazione di modico valore». Una cifra che per la maggior parte degli italiani è enorme, per il Cavaliere sono spiccioli. Al di là delle battute, però, le date di questi versamenti sono cruciali perché coincidono con il periodo in cui è stato siglato un accordo per regolamentare i rapporti economici con Dell’Utri. Accordo frutto di trattative condotte in alcune riunioni riservate ad Arcore e negli uffici di Fininvest.
In particolare sono tre i summit organizzati in quell’anno per mettere un freno alle richieste dell’amico condannato per reati di mafia. Nelle informative della direzione investigativa antimafia di Firenze che indaga con la procura del capoluogo toscano sui mandanti occulti delle stragi del 1993 è descritta nei dettagli la sequenza di eventi all’esito dei quali è stato stabilita una somma mensile per Dell’Utri e sempre con l’assenso di Berlusconi il pagamento dei lavori di ristrutturazione della casa della figlia dell’ex senatore, nel pacchetto di “aiuti” è previsto, naturalmente, il saldo delle fatture esose degli avvocati impegnati nella difesa dell’amico ex manager di Publitalia. I manager di Fininvest coinvolti nella definizione dell’accordo definiscono le pressanti richieste di Dell’Utri come «la nota questione» da risolvere.
«Proprio per cercare di mettere fine a richieste senza fine provenienti dalla famiglia Dell’Utri, lo staff legale e finanziario intorno a Silvio Berlusconi ha cercato una soluzione, volta a definire, una volta per tutte, la situazione per la quale continuano i versamenti a titolo di “prestiti infruttiferi” o ristrutturazioni immobiliari o acquisti immobiliari o salvataggi societari, situazioni che vedono spese costanti da parte di Berlusconi e che non hanno parvenza di poter mai finire», si legge. Richiesta senza fine, dunque, sulle quali detective e magistrati vogliono capirci di più. Il sospetto, emerso da alcune intercettazioni a carico della moglie di Dell’Utri, è che dietro ci possa essere una forma di ricatto. Persone vicine all’ex presidente del consiglio smentiscono questa ricostruzione e bollano le pressioni come puro teorema dei pm.
«Le conversazioni tra Dell’Utri e il senatore Messina, dal cui tenore e contenuto traspare, in maniera precisa, come le richieste di Dell’Utri abbiano anche velatamente una funzione di ricordare, ad esempio, che pagare i suoi difensori è pagare anche la difesa di Berlusconi e di Forza Italia, quasi a significare che, al contrario, potrebbero esserci pericoli per l’ex premier», è scritto nelle informative. Ma c’è anche un altro episodio che rafforza la tesi investigativa del ricatto «non espresso», sono le parole della moglie di Dell’Utri rivolte alla figlia: «Quando dice alla madre che lei ha un lavoro e per la casa non ha bisogno in quanto può chiedere un mutuo, la madre le risponde, in maniera perentoria, e quasi ad affermare, qualora ve ne fosse bisogno, che il loro è un diritto ricevere tutte queste cose, compresa casa e ristrutturazione, in quanto “è una storia” loro, dalla quale Berlusconi non può tirarsi indietro».
Gli investigatori antimafia hanno documentato «una trattativa e una mediazione per raggiungere un accordo volto a definire, una volta per tutte, e sistematicamente, le somme di denaro che Berlusconi dovrà versare a Dell’Utri, situazione più volte sollecitata anche da Miranda Ratti (moglie dell’ex senatore, ndr)... Se in precedenza vi erano bonifici saltuari, di importo variabile, ora l’accordo ha stabilito definitivamente una somma mensile, alla quale si andranno ad aggiungere altre somme indirette, quali pagamenti per acquisto e ristrutturazione di immobili, per notule degli avvocati di Dell’Utri e situazioni simili».
Riunioni riservate
A condurre questa «mediazione» e «trattativa» per conto di Berlusconi c’è Alfredo Messina, ex potente manager Fininvest, vicepresidente di Mediolanum e tesoriere di Forza Italia, con Maria Enrica Mascherpa, attuale direttore dell’Ufficio Legale di Fininvest e in un occasione anche Nicolò Ghedini, lo storico avvocato del Cavaliere scomparso l’anno scorso.
«Alfredo (Messina, ndr) mi ha chiamato che andava ad Arcore ... dove c’era Ghedini...che facevano la riunione e decretavano questa cosa mia ... perché dice che ci vuole il consenso», dice Dell’Utri intercettato, in attesa di ottenere una risposta sulla definizione del sostentamento di Berlusconi. Le riunioni più importanti in cui definiscono i contorni dell’accordo sono tre, tutte a inizio 2021: il 23 febbraio ad Arcore, il 28 febbraio e il 2 marzo negli uffici Fininvest. Nel mezzo e nelle settimane successive sono stati organizzati pranzi e cene alla presenza anche di Dell’Utri.
All’esito di di una di queste riunioni, negli uffici di Fininvest, le intercettazioni rivelano un ulteriore novità: «Trattandosi di cifre elevate, all’esito dell’incontro è stato richiesto a Dell’Utri di scrivere una lettera da recapitare a Silvio Berlusconi al fine di far autorizzare tutte le spese sopra evidenziate», è scritto nell’informativa della Dia.
«Adesso gli faccio la lettera e gli mando anche un messaggio a parte», è il desiderio dell’ex senatore, che i detective spiegano così: «È intenzione di Dell’Utri accompagnare la lettera da un messaggio scritto separato. Inoltre, in occasione del prossimo incontro con Messina, nel corso del quale consegnerà la lettera e il biglietto manoscritto, Dell’Utri chiederà al predetto di chiamare al cellulare Berlusconi per poterci parlare».
Accordo siglato
Arriviamo così all’11 maggio. È il giorno in cui il ragioniere Giuseppe Spinelli, contabile dei segreti finanziari di Berlusconi, ha ricevuto una mail da due manager di Fininvest, con il via libera all’operazione vitalizio per Dell’Utri. L’oggetto del messaggio di posta elettronica: «Lettera all’amico - risposta».
Il testo: «Gentile Dottor Dell’Utri, il Dottor Berlusconi mi ha dato disposizione di accreditare a Suo favore la somma di euro 30.000 mensili. Provvederemo quanto prima all’accredito della somma corrispondente al primo semestre 2021 e successivamente con cadenza semestrale anticipata. Voglia cortesemente farmi avere gli estremi del Suo Iban. Con i migliori saluti». Accordo raggiunto, quindi, e seguito passo passo dai vertici dell’ufficio legale del colosso aziendale della famiglia Berlusconi.
«Berlusconi non abbandona mai gli amici», replica Messina, che sulle riunioni sostiene di non ricordare, ma di avere eseguito solo disposizioni. «I versamenti sono stati fatti sempre dai conti personali del presidente mai dall’azienda», specifica Messina, «30 mila euro, troppi? Chi riceve ha avuto un ruolo centrale nella crescita delle aziende con incarico di vertice in Publitalia». Nessun ricatto, perciò, solo enorme riconoscenza.
Che sia andato tutto per il verso giusto per Dell’Utri emerge anche dai documenti dell’antiriciclaggio finora inediti.
Una segnalazione di operazione sospetta con cui l’autorità di Banca d’Italia evidenzia anomalie finanziarie rivela la buona riuscita della trattativa: «Da analisi del rapporto sono emersi due bonifici, ciascuno di 90.000 euro, disposti a maggio e giugno 2021 da Silvio Berlusconi, entrambi recanti causale “Donazione di modico valore”. Il cliente ha chiesto l’emissione di una carta di credito che la filiale ha però negato e, a fine giugno, ha quindi richiesto di effettuare un bonifico di 10.000 euro direzionato su una carta prepagata a sé intestata, emessa da una società lituana, chiedendo contestualmente le credenziali per l’accesso all’home banking, onde poter gestire in autonomia il rapporto di conto corrente».
Entrambe le richieste, tuttavia, sono state negate dalla banca. Il segno dei tempi e dei processi, il cliente Dell’Utri non è più affidabile come un tempo.
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