- Quest’estate due attivisti, Guido Viero, ed Ester Goffi, si erano incollati al basamento della statua del Laocoonte ai Musei Vaticani. L’udienza è fissata per il prossimo 9 marzo. Nella memoria difensiva cercano di dimostrare che i danni sono più lievi di quelli quantificati dal Vaticano in oltre 15mila euro.
- «Quello che ci teniamo di più a precisare sono però le ragioni di questo gesto, come di altri simili che hanno interessato altri musei e altre opere d’arte, sempre con la massima attenzione all’integrità e al rispetto delle stesse», scrivono.
- Citano papa Francesco tra le autorità mondiali che hanno compreso i problemi per il clima, e annunciano che non compariranno: «Purtroppo per le nostre personali condizioni economiche e le limitatissime disponibilità finanziarie di Ultima generazione, non intendiamo venire in Vaticano»
Parte il processo contro gli attivisti per il clima di Ultima generazione in Vaticano. Guido Viero, 61 anni, ed Ester Goffi, 26, aderenti all’associazione, questa estate hanno incollato le proprie mani al basamento della statua di Laocoonte ai Musei Vaticani, e adesso sono stati chiamati a comparire davanti al giudice del Palazzo del Governatorato, nella Città del Vaticano giovedì prossimo, 9 marzo. Però non ci vogliono andare: gli avvocati costano troppo.
Questo quanto si legge nella memoria difensiva che hanno inviato il 27 febbraio al presidente del Tribunale, Michele Prestipino, e ai loro tre legali d’ufficio, Rita Claudio Baffioni, Cristiana Arru (nota per aver difeso il maggiordomo di papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele, artefice del Vatileaks), ed Emilio Artiglieri, e che Domani ha potuto leggere in anteprima. Nel documento cercano di dimostrare inoltre che i danni sono più lievi di quelli che ritiene il Vaticano. Con loro imputata anche una terza attivista, che era di supporto per produrre documentazione e a cui le guardie del museo hanno cancellato tutti i video dal cellulare.
I reati
I fatti risalgono al 18 agosto dell’estate scorsa. Erano le 10.30 quando sfuggendo alle guardie hanno incollato con il Super Attak le proprie mani alla base della statua all’interno dei Musei Vaticani per lanciare l’allarme sull’emergenza climatica. Dopo pochi minuti dall’inizio dell’azione, la sezione del museo è stata evacuata.
Così Ester e Guido – si indicano sempre per nome nei comunicati - sono accusati di danneggiamento del basamento in marmo del gruppo scultoreo causato dall’uso di “adesivo sintetico particolarmente tenace e corrosivo”.
A Guido e Laura (la terza attivista di cui ancora non è stato reso noto il cognome) viene imputata anche la mancata osservanza dell’ordine della gendarmeria di seguirli negli uffici. Tuttavia la resistenza a pubblico ufficiale è stata eliminata dalle accuse.
Guido ed Ester rischiano la reclusione da un mese a tre anni e una multa fino a 3.099 euro per chi “distrugge, disperde, guasta o in qualsiasi modo deteriora monumenti pubblici”; mentre Guido e Laura rischiano l’arresto fino a un mese o un’ammenda tra 21 e 310 euro prevista per “chiunque trasgredisce a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”.
La difesa
Il gruppo di ambientalisti, che si è fatto conoscere per aver lanciato zuppa su un van Gogh – ma coperto dal vetro – e vernice sul palazzo del Senato e sul Teatro alla Scala – ma rigorosamente lavabile – , anche stavolta si dice certo di aver fatto tutto per bene. La super colla, spiegano nella memoria, si può togliere facilmente con l’acetone «di cui eravamo in possesso, proprio per essere in grado di liberarci autonomamente, non avendo alcuna intenzione di restare incollati per sempre».
Il fatto poi di avere appoggiato le mani sul basamento di marmo e non sulla statua, «naturalmente non è stato casuale: di quest'ultima è sempre stata riconosciuta l'inestimabile valore storico-artistico e non vi si voleva nuocere in alcun modo».
Proprio per essere certi di non provocare danni, si sono documentati riguardo alle proprietà e agli usi «delle colle cianoacriliche in conservazione, in particolare su questa review di Jane l. Down» (mettono anche il link).
La valutazione
Nella citazione in giudizio del Vaticano è riportato che Goffi e Viero «in concorso tra loro distruggevano, guastavano e, comunque deterioravano un monumento pubblico di inestimabile valore storico-artistico, vale a dire il basamento di marmo del gruppo scultoreo del Laocoonte».
Secondo una relazione tecnica citata dal Vaticano le spese per la riparazione ammontano a 15,338,50 euro. Il “monumento di inestimabile valore”, però, obiettano i membri di Ultima generazione, non è il supporto ma quello che ci sta sopra. «Senza contare che lì sono incollati due QR code per le audioguide», aggiungono al documento presentato al Tribunale.
Nella memoria replicano: «Le eventuali lievi alterazioni subite dal marmo, in quanto materiale poroso che può avere assorbito parte dell'adesivo, sono di carattere meramente estetico e peraltro non sono visibili dalle persone che si recano in visita ai musei, che fruiscono dell'opera da dietro un cordone».
Per loro la pena della reclusione fino a tre anni, il danno e la multa sono spropositati. «Quello che ci teniamo di più a precisare sono però le ragioni di questo gesto, come di altri simili che hanno interessato altri musei e altre opere d’arte, sempre con la massima attenzione all’integrità e al rispetto delle stesse».
Tra l’altro Goffi è laureata in Storia delle arti con il massimo dei voti, e commenta oggi tramite l’ufficio stampa: «Mi rendo conto di aver preso parte a un gesto pesante, radicale: ma i gesti radicali sono figli dell'urgenza, e in questo momento serve richiamare l'attenzione sull'emergenza climatica, troppo a lungo ignorata».
L’appello al papa
Due giorni dopo l’azione, Ultima generazione aveva scritto una lettera a Bergoglio. «Siamo i figli di Laocoonte che lottano per cercate di salvarsi dai serpenti di Atena, e che sperano che il loro padre, questa volta, riesca ad aiutarli a sconfiggere».
Con un riferimento metaforico alla lotta per il clima. Il pontefice, che oltre ad aver scritto nel 2015 l’enciclica per l’“ecologia integrale” Luadato si’, si è espresso più volte contro le estrazioni di petrolio e gas, continua a restare una speranza per gli attivisti, che non mancano di citarlo anche nella memoria difensiva mettendolo dalla loro parte, a differenza di quanto facciano con il resto dei politici e con l’opinione pubblica: «I governi restano sordi agli appelli della scienza e di grandi personalità come il segretario generale dell’Onu e lo stesso santo padre che invita i giovani ad “gridare più forte” perché saranno loro “l’ultima generazione che potrà portare un cambiamento”».
Continuano a difendere le azioni che di volta in volta gli sono costate le critiche di commentatori e politici, ma vogliono scuotere le coscienze sul disastro climatico che ci attende: «Queste sono le ragioni che ci hanno spinto e ci spingono ad agire e vorremmo chiedervi che venissero tenute in giusto conto nel giudizio che pronuncerete».
Per quanto riguarda la partecipazione all’udienza «purtroppo per le nostre personali condizioni economiche e le limitatissime disponibilità finanziarie di Ultima generazione, non intendiamo venire in Vaticano per partecipare al processo, così come non riusciremmo a permetterci di usufruire della difesa dei ben tre legali di ufficio che avete voluto assegnarci e che mettiamo in copia per conoscenza».
A quanto riferiscono, costerebbero più di 3mila euro ciascuno. Dopo questo, partiranno prossimamente i processi per la vernice contro il Senato e quello per il danneggiamento di un Eni Store a Roma, a cui sperano di fare fronte con una raccolta fondi.
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