Rispetto alla settimana precedente, casi e tasso di positività medio sono diminuiti negli ultimi sette giorni, rispettivamente del 4,6 per cento e del 2,7 per cento
Le notizie di oggi, 21 gennaio: i dati sui ricoveri vicini a quella della prima ondata Covid, il bollettino dell’Iss su terapie intensive e Rt; la Mare Jonio aspetta un porto e la Russia chiede il ritiro delle truppe Nato da Bulgaria e Romania; l’Ue ristabilisce una presenza in Afghanistan, mentre gli aiuti a Tonga arrivano con qualche difficoltà.
I dati Covid di oggi
Sono 179.106 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, meno rispetto allo stesso giorno di una settimana fa, quando erano stati 186.253. Negli ultimi sette giorni i casi sono stati in diminuzione (del 4,6 per cento) rispetto alla settimana precedente.
Le vittime sono 373 in un giorno, 9 le persone ricoverate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore, e 13.827 le persone finite in isolamento domiciliare. Scende, invece, nelle ultime 24 ore, il dato dei ricoveri in area medica – che resta comunque in aumento dell’8,1 per cento su base settimanale.
A fronte di 1.117.553 tamponi – molecolari e antigenici – effettuati, il tasso di positività oggi è del 16,03 per cento, contro il 16,45 per cento di venerdì scorso, quando i tamponi erano stati 1.132.309.
In media il tasso di positività negli ultimi sette giorni è diminuito del 2,7 per cento rispetto alla media della settimana precedente.
Quattro regioni in arancione, due in giallo
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla luce dei dati del monitoraggio settimanale, ha firmato una nuova ordinanza che prevede il passaggio – da lunedì – di Puglia e Sardegna in giallo, e di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia in arancione.
«Ci stiamo avvicinando verso la zona arancione – ha confermato il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci – perché nonostante tutti gli sforzi fatti i reparti di Terapia intensiva sono pieni di persone non vaccinate che ci spingono verso questo colore».
Raid sauditi in Yemen: almeno 200 feriti, non si conosce il numero di morti
Diversi attacchi aerei mossi dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno colpito lo Yemen nelle scorse ore. Nella notte, uno ha colpito una prigione a Sa’ada, provocando oltre 200 feriti, per la maggior parte persone migranti.
L’ospedale Al-Gumhourriyeh ha fatto sapere di non essere in grado di accogliere nuovi pazienti. Medici senza frontiere ha detto di aver donato forniture mediche all’ospedale, ma che non sembra essere sufficiente per assistere tutti i feriti: «Stiamo cercando di inviare urgentemente più forniture e organizzare alcuni trasferimenti, possibilmente anche in alcuni dei nostri ospedali", ha detto Ahmed Mahat, capomissione di Medici senza frontiere.
«Dai racconti dei colleghi a Sa’ada – ha aggiunto – è noto che ci sono molti corpi ancora sulla scena dell’attacco e molte persone risultano ancora disperse. È impossibile sapere il numero delle persone che hanno perso la vita». Secondo il ministro della Salute del governo Houthi sarebbero almeno 70.
Sempre Msf ha detto che è stato colpito anche l'aeroporto, e molte altre zone del nord dello Yemen. Raid hanno colpito anche Sanaa, in mano agli houthi dal 2014. Da questa mattina non c’è più connessione a internet, perché gli attacchi aerei hanno anche danneggiato un centro di telecomunicazioni che controlla l'accesso a internet per tutto il paese, causando un blackout nazionale.
Save the Children ha denunciato la morte di almeno tre bambini, precisando che si teme che il numero reale sia più alto. I bambini, ha fatto sapere l’organizzazione, stavano giocando in un campo di calcio, quando i missili hanno colpito un punto loro vicino nella città portuale di Hudaida.
Austria, obbligo vaccinale dal 4 febbraio
Il giorno dopo l'annuncio del primo ministro britannico Boris Johnson della fine di gran parte delle restrizioni anti Covid nel Regno Unito, misure in controtendenza arrivano dall'Europa.
In Austria, in particolare, il parlamento ha approvato l'introduzione del vaccino obbligatorio, ed è il primo paese europeo a farlo. La misura sarà in vigore dal 4 febbraio. Vienna intende incoraggiare la vaccinazione anche introducendo una lotteria nazionale con premi da 500 euro, e stanziando 400 milioni per i comuni con la più alta percentuale di vaccinati.
In Francia entrerà in vigore lunedì prossimo, 24 gennaio, il pass vaccinale francese, equivalente al super green pass italiano, che prenderà il posto del pass sanitario, che poteva essere attivato anche con un semplice tampone negativo. Il 2 febbraio verrà comunque eliminato l'obbligo di mascherine all'esterno e di smart working, e cadranno i limiti di pubblico negli stadi e nelle sale di spettacolo. Continua intanto la mobilitazione degli insegnanti contro la gestione dell'emergenza sanitaria nelle scuole da parte del governo.
Tim, Labriola nuovo amministratore delegato
Il consiglio di amministrazione di Tim ha votato la nomina di Pietro Labriola come nuovo amministratore delegato. Labriola, già direttore generale di Tim, è stato nominato con voto unanime e ha avuto piene deleghe. Il 26 novembre Luigi Gubitosi aveva rimesso le deleghe, passate ad interim al presidente Salvatore Rossi, e quelle operative erano già passate a Labriola.
Myanmar, condannato a morte deputato del partito di San Suu Kyi
Phyo Zeyar Thaw, un deputato del disciolto partito di Aung San Suu Kyi, è stato condannato alla pena di morte dalla giunta militare in Myanmar con accuse di terrorismo. Lo ha riferito la stessa giunta in una nota. Il deputato era stato arrestato lo scorso novembre.
Ventimila ricoverati, l’Italia vicina al record della prima ondata
Siamo «a quasi 20mila ricoverati, con o per Covid-19, un numero non lontano dai 25mila dello tsunami della prima ondata nella primavera 2020». È l'allarme lanciato dalla Federazione internisti ospedalieri (Fadoi), che ha diffuso una survey condotta a inizio settimana in 14 regioni.
«Anche se molti ricoveri sono per altre patologie, questo non allenta la pressione sugli ospedali – chiarisce il presidente della Federazione, Dario Manfellotto –. L'impatto dei positivi asintomatici sui reparti è comunque devastante». I ricoverati con Covid – e non per Covid – sono circa il 20 per cento dei positivi, circa 4.000 dei quasi 20mila ricoverati Covid.
Inoltre, chi è ricoverato per Covid, nel 57 per cento delle strutture prese in considerazione «non è vaccinato in oltre il 60 per cento dei casi, ha un'età compresa tra i 41 e i 60 anni nel 43 per cento dei casi e tra i 61 e gli 80 nel 36 per cento. Il quadro clinico si presenta di media gravità nel 79 per cento dei casi e di alta gravità nel 7 per cento. A dimostrazione che – dice la Federazione – se la virulenza di Omicron è inferiore rispetto alle precedenti varianti, la sua pericolosità è comunque tutt'altro che trascurabile».
L’Isis assalta una prigione in Siria e libera jihadisti
Lo Stato islamico ha preso d'assalto la prigione di Ghwayran, un carcere gestito dai curdi nel nord-est della Siria, liberando i compagni jihadisti. Non è chiaro quanti siano riusciti a fuggire. Due esplosioni – un'autobomba che ha colpito l'ingresso della prigione, e una seconda nelle vicinanze – hanno colpito le forze di sicurezza curde che presidiavano la struttura, poi attaccate dallo stato islamico.
Libia, l’accordo per riunificare la banca centrale
La banca centrale libica ha annunciato di aver avviato un processo di riunificazione, che sarà attuato in più fasi, dopo essere stata divisa durante la guerra civile nel paese.
Al momento, il quartier generale riconosciuto a livello internazionale rimane a Tripoli, mentre un ramo orientale, alleato del comandante militare Khalifa Hafter, è stato istituito a Bengasi.
Stando a quanto riferito dalla banca, la società di contabilità londinese Deloitte è stata incaricata di supervisionare la riunficazione, il cui accordo è stato firmato ieri dai governatori dei due rami, Sadiq al-Kabir e Ali al-Hebri.
L’Ue ristabilisce una «presenza minima» a Kabul
Alla luce della crisi umanitaria senza precedenti in Afghanistan, l’Unione europea ha deciso di ristabilire una «presenza minima» a Kabul per facilitare la consegna degli aiuti umanitari nel paese.
«La nostra presenza a Kabul – ha chiarito l’Ue – non deve in alcun modo essere vista come un riconoscimento» del governo talebano, e «questo è stato chiaramente comunicato anche alle autorità de facto», ha detto il portavoce degli Affari esteri, Peter Stano.
L’Unione europea ha di recente lanciato progetti per un valore di 268,3 milioni di euro per l’Afghanistan.
Intanto il ministro degli Esteri norvegese ha fatto sapere di aver invitato i talebani nella capitale del paese dal 23 al 25 gennaio, per un incontro con il governo locale, con i delegati norvegesi e di paesi alleati, nonché attivisti della società civile e difensori dei diritti umani afghani. Non è stato precisato quali altri paesi parteciperanno agli incontri.
Iss: cala l’Rt, stabili le terapie intensive, ma aumentano i ricoveri
Si abbassa l’indice Rt, rimangono stabili l'incidenza settimanale nazionale e le terapie intensive. È quanto emerge dal monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute.
Nel periodo che va dal 22 dicembre al 4 gennaio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,31 (in un range 1,00 – 1,83), in calo rispetto alla settimana precedente, quando era pari a 1,56. Il monitoraggio chiarisce però che varie regioni hanno avuto problemi nell'invio dei dati, perciò potrebbe esserci una sottostima.
L'incidenza nazionale è pari a 2011 ogni 100mila abitanti (nella settimana dal 14 al 20 gennaio) rispetto a 1988 ogni 100mila abitanti della settimana 7-13 gennaio, quindi resta sostanzialmente stabile.
Stabile anche il tasso di occupazione delle terapie intensive: è al 17,3 per cento il 20 gennaio, rispetto al 17,5 per cento della rilevazione al 13 gennaio. Sale invece – al 31,6 – il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, contro il 27,1 per cento del 13 gennaio.
La Russia chiede ritiro truppe Nato da Bulgaria e Romania
La Russia ha chiesto che la Nato ritiri truppe, armi ed equipaggiamenti da Bulgaria e Romania. «Si tratta del ritiro delle forze straniere, degli equipaggiamenti e degli armamenti, al fine di tornare alla situazione del 1997 in quei paesi che all'epoca non erano membri della Nato – ha detto il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov –. È il caso di Bulgaria e Romania». La richiesta arriva nell’ambito delle trattative con la Nato per la questione della de-escalation militare in Ucraina.
Sul punto si sono tenuti oggi gli attesi colloqui a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Questo è un momento critico – ha detto Blinken prima dei colloqui – non ci aspettiamo di risolvere le nostre divergenze oggi, ma spero e mi aspetto che potremo verificare se la via di diplomazia e dialogo resta aperta». «Ma se questo si dimostrerà impossibile – ha chiarito – e la Russia deciderà di scegliere l'aggressione all'Ucraina, siamo impegnati per una risposta unita, veloce e dura».
«Non ci aspettiamo svolte dai colloqui con Blinken, ma risposte», ha risposto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Al termine dell’incontro, Lavrov ha definito i colloqui «costruttivi e utili».
Gli Stati Uniti hanno accettato di dare risposte scritte alle richieste della Russia su Ucraina e Nato, la prossima settimana, e hanno fatto sapere che il presidente Usa, Joe Biden, è pronto a incontrare quello russo, Vladimir Putin.
Parallelamente, però, il ministro della Difesa dell’Ucraina ha dichiarato che la Russia ha inviato ulteriori equipaggiamenti militari per sostenere i separatisti filo-russi nella regione ucraina del Donbass, mentre gli Stati Uniti stanno valutando se evacuare i membri delle famiglie del personale diplomatico in Ucraina.
Mediterranea, mare Jonio chiede un porto per 208 naufraghi
La Nave Mare Jonio, di Mediterranea, ha chiesto alle autorità Italiane l'assegnazione di un porto sicuro per 208 persone soccorse in mare nelle ultime ore. Da ieri pomeriggio la nave è ancorata davanti al porto di Lampedusa, pronta a sbarcare, mentre alle persone a bordo vengono prestate le prime cure mediche.
«Siamo in attesa di sapere – scrive Mediterranea – quando e come queste donne, uomini e bambini, che portano i segni degli abusi e delle violenze subite nei campi di detenzione in Libia e hanno sofferto l'esperienza del naufragio, potranno sbarcare».
Due persone migranti sono stati sbarcati per motivi medici, e l’equipaggio ha chiesto lo sbarco anche di una terza persona, anch'essa in condizioni precarie di salute.
Tonga: arrivano gli aiuti, con qualche difficoltà
A quasi una settimana dall'eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha'apai e del successivo tsunami che ha devastato le isole Tonga, continuano ad arrivare gli aiuti da tutto il mondo.
Anche il Regno Unito ha inviato una sua nave piena di rifornimenti, mentre un aereo australiano è stato costretto a tornare indietro dopo che a bordo è stato scoperto un caso di Covid.
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