In tanti sono usciti di casa per protestare e per chiedere spiegazioni agli uffici dell’Inps e dei servizi sociali. In alcuni casi la frustrazione è sfociata in atti aggressivi
Migliaia di persone hanno ricevuto oggi un messaggio che le avvertiva della sospensione del Reddito di cittadinanza (Rdc). Infatti, più di 169mila famiglie non rientrano più nei parametri stabiliti dal governo per l’Assegno di inclusione: la misura del governo Meloni che sostituirà il Rdc ma che ha una portata molto minore.
Chi non potrà più usufruire del sussidio ha ricevuto questo messaggio: «Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali».
Un messaggio che avverte della sospensione del sussidio ma che non dà altre informazioni alle famiglie che da domani si troveranno in gravi difficoltà economiche. Proprio per questo a Napoli, la città che più ha usufruito del Rdc, molti, non sapendo cosa fare, sono scesi per strada a protestare e a chiedere spiegazioni, o hanno intasato di telefonate il centralino dell’Inps.
La reazione delle persone
Le proteste si sono concentrate nei pressi delle sedi dell’Inps e dei Servizi sociali. Infatti, come riportato dal messaggio e come stabilito dalla normativa dell’Assegno unico di inclusione, le persone che non potranno più accedere al sussidio dovranno essere prese in carico dai servizi sociali del comune, che però non hanno strumenti efficaci per far fronte alle tantissime persone che chiederanno aiuti economici o un posto di lavoro.
In alcuni casi il malcontento delle persone è sfociato in atti aggressivi. In particolare, alla sede Inps di via De Gasperi, a Napoli, due persone hanno avuto una discussione aggressiva con i vigilantes.
Il presidente del Consiglio dell'ordine degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, ha mostrato la sua preoccupazione dicendo: «La sospensione via sms sta scatenando una guerra sui servizi sociali, bisogna intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà e prima che qualche assistente sociale venga aggredito. L’invio di un sms da parte dell’Inps, nel quale si annuncia la sospensione del Rdc ai cosiddetti occupabili, sta scatenando una guerra».
L’assessore al Welfare del comune di Napoli, Luca Trapanese, ha fatto chiarezza sulle possibilità che hanno ora le famiglie a cui non arriveranno più i soldi del sussidio: «è inutile recarsi ai servizi sociali. Chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è ritenuto occupabile potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’impiego e l’Inps».
L’Assegno di inclusione
Uno dei primi atti del governo Meloni è stato quello di smantellare il Reddito di cittadinanza: una misura che, nonostante i difetti sul piano dell’inserimento nel mondo del lavoro e su quello delle truffe, ha offerto un aiuto economico a 1,18 milioni di persone al mese.
L’Assegno di inclusione è una nuova forma di sussidio che però esclude tantissime persone che fino ad oggi usufruivano del Rdc. Infatti, la misura del governo Meloni ha dei requisiti di accesso molto più stringenti rispetto a quelli della misura implementata dal governo Conte I.
I requisiti che più restringono la platea di beneficiari dell’Assegno di inclusione sono i requisiti di tipo economico e quelli legati alla cosiddetta occupabilità. Infatti, dal momento in cui col Rdc si erano registrate numerose truffe, il governo Meloni ha deciso eliminare dalla platea di destinatari i cosiddetti occupabili: le persone in età lavorativa che non hanno disabilità o particolari situazioni psico-fisiche.
Dunque, la normativa dell’Assegno di inclusione prevede che il sussidio sia destinato alle persone o alle famiglie che abbiano almeno un membro con disabilità, particolari condizioni psico-fisiche o che non siano in età lavorativa (minorenni o persone sopra i 60 anni). Questi vincoli restringono molto il bacino di persone che potranno usufruire del sussidio, ma oltre a questi requisiti ce ne è anche uno di tipo economico: l’Isee delle famiglie che richiedono l’Assegno non deve superare i 9mila 360 euro e il reddito familiare deve essere inferiore a 6mila euro annui.
Per questo, da agosto, 169mila famiglie non riceveranno più né il Rdc né l’Assegno di inclusione.
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