Nell’appartamento dove viveva Verdini jr la finanza ha monitorato incontri tra gli indagati. Ma era anche un punto di appoggio per il ministro. Freni: «Si facevano anche riunioni politiche»
In tempi non sospetti la casa di via Barberini utilizzata da Tommaso Verdini e dal gruppo sotto inchiesta per riunioni e accordi, era frequentata anche dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Domani ha, infatti, scoperto che nell’appartamento in pieno centro di 9 vani, affittato da Verdini jr da un fondo investimento, si è recato più volte il leader della Lega. Nel palazzo confermano che la casa era di Tommaso Verdini e frequentata anche dalla sorella Francesca, la fidanzata di Salvini.
Quando arriviamo davanti al maestoso portone, martedì 9 gennaio, sul ciglio della strada troviamo gli operai della ditta di traslochi: «Stanno facendo il trasloco dalla casa dove stava Salvini», ci spiegano dal condominio. Perché Salvini?, chiediamo.
«Salvini è venuto spesso qui, lo usava come punto di appoggio», spiega il portiere. Fino a quando?, chiediamo al signore dai capelli bianchi che ci accoglie all’interno dello stabile. «L’ultima volta l’ho visto in estate».
Dopo la bufera giudiziaria, intanto, i Verdini hanno deciso di lasciare l’abitazione. Con il trasloco in corso non si vede più nessuno, o quasi: «Solo ieri (9 gennaio, ndr) è passata Francesca», dicono nel palazzo.
Che Salvini abbia frequentato la casa diventata luogo degli incontri tra gli indagati del sistema Verdini non deve sorprendere. Colpisce però che abbia continuato a farlo anche dopo la notizia delle perquisizioni del luglio 2022. Anche perché se all’epoca non era ministro, da ottobre di quell’anno lo è diventato occupando la casella delle Infrastrutture, l’ambito nel quale agivano i Verdini con le loro società di lobbying.
Insomma, la casa Salvini la conosce bene. Il settimanale Chi, peraltro nel 2020, nel dare la notizia sulla nuova dimora scelta da Salvini e Francesca Verdini a Roma Nord, aveva dedicato un passaggio all’abitazione in zona piazza Barberini, definendola una «casa di transizione» usata dai due.
All’epoca Francesca era socia insieme al fratello Tommaso Verdini nella Inver, la società al centro dello scandalo giudiziario nato dall’inchiesta della procura di Roma e della guardia di finanza. La donna ha venduto le quote nel 2021.
La casa monitorata
Tra i luoghi monitorati dalla finanza c’è appunto l’abitazione di via Barberini, dove ha vissuto Tommaso fino a poche settimane fa, prima che il tribunale disponesse gli arresti domiciliari nei suoi confronti. Verdini jr ha scelto come domicilio Modena: una lussuosa dimora nel cuore della cittadina emiliana, dove lavora la moglie Domitilla Samorì, figlia di Giampiero, altro potente ex berlusconiano con le stesse passioni di Verdini senior: dall’editoria alle banche.
Torniamo, però, in via Barberini 11, nel centro della Capitale, tra boutique, ristoranti e turisti di ogni nazionalità che affollano le strade circostanti. A un chilometro di distanza dai palazzi della politica e dei ministeri più importanti. Qui i detective nelle loro informative consegnate ai magistrati hanno annotato diversi incontri tra manager, i Verdini e persino il sottosegretario all’Economia Federico Freni, pure lui della Lega. «Si è messo a disposizione», hanno detto di lui i principali indagati intercettati.
Freni si è difeso sostenendo che si è trattato solo di qualche incontro. Mai ha concesso qualcosa in cambio né gli è stato mai chiesto. Nella casa romana dei Verdini, Freni si è recato almeno una volta, è scritto nei rapporti dei detective. Era presente pure l’ex senatore Denis, nonostante i domiciliari per una condanna definitiva del 2020.
I finanziari appostati, di certo, lo hanno visto salire il 17 maggio 2022. Si è presentato alle quattro del pomeriggio, è sceso dall’auto di servizio «con lampeggiante e paletta esposti», si legge nelle informativa della finanza. É uscito cinquanta minuti più tardi.
Facevano riunioni politiche
Ma è proprio la versione del sottosegretario fornita nei giorni scorsi a Domani che mette in serio imbarazzo la Lega e anche Salvini. «Ho già spiegato al Fatto (Quotidiano, ndr) a settembre che in quello stabile non c’era solo casa di Verdini…. ma anche un appartamento utilizzato dalla Lega».
Invece nei mesi scorsi aveva detto: «A casa di Tommaso Verdini ci sono andato mille volte. È un palazzo dove peraltro utilizzavamo saltuariamente un appartamento per incontri di partito, anche con Matteo Salvini. Quindi non c’è nulla di strano che io andassi lì».
Se dal confronto tra le due risposte, fornite a Domani e al Fatto, emergono le prime incongruenze, le testimonianze di chi conosce a menadito il palazzo smentiscono categoricamente entrambe le versioni di Freni: «Qui non c’è e non c’è mai stata alcuna sede della Lega», dice il portiere.
Ne è sicuro? «Più che certo. Qui non c’è nessuna sede della Lega, c’è solo l’appartamento dei Verdini dove ogni tanto si fermava pure Salvini», dice infastidito per l’insistenza con cui proviamo a mettere in dubbio la sua verità. Abbiamo provato a ricontattare Freni per capire se volesse riconfermare la teoria del doppio appartamento e della presenza della sede leghista “fantasma” (in effetti nessun citofono indica la presenza di una sede di partito). Ma non ci ha risposto. Lo staff della Lega, contattato, ha preferito non fornire alcuna risposta alle domande inviate.
«Conosco il fratello di Francesca ed è un ragazzo in gambissima, quindi non ho nessun dubbio», Salvini ha difeso così il cognato Tommaso Verdini. Ma usare la casa dei Verdini anche solo come appoggio solleva un’enorme questione di opportunità. Perché è lì che gli indagati decidevano consulenze, nomine e appalti nel mondo delle Infrastrutture, cioè l’ambito che oggi Salvini amministra.
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