Un uomo armato, il sole nero e poi una lunga citazione dell’estremista di destra Dominique Venner. Era tutto condensato in un volantino che nel 2022 ha tappezzato i muri dell’Emilia Romagna. Anche nella rossa Bologna era nata e si era sviluppata la «cellula organizzata» della Werwolf Division, poi rinominata Divisione Nuova Alba: un’associazione suprematista e neonazista, mossa dall’obiettivo di sovvertire lo stato delle cose, sradicando «i germi del regime liberale». La procura bolognese ha arrestato dodici dei suoi membri. Venticinque sono invece gli indagati. Le accuse vanno dall’associazione con finalità di terrorismo, passando per la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, fino alla detenzione illegale di armi da fuoco.

Gli esponenti di questa cellula «impazzita» - che ha toccato anche altre città - miravano dunque a capovolgere l’attuale ordinamento e a dare vita a uno «Stato etico e autoritario basato sulla razza ariana». Un rigurgito di un tempo vecchio, che sembrava finalmente sepolto da principi democratici e libertari.

Dalle intercettazioni all’interno dell’ordinanza del tribunale di Bologna emerge  un quadro allarmante. «Pesta l’antifascista», dicevano i “lupi di Himmler”. Da qui l’idea di «sparare in testa» ai «traditori», tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definita dal gruppo «una fascista che perseguita i fascisti», ma anche «una concubina di Sion», «una strega», «una schifosa». Tutte idee, queste ultime, che correvano veloci sui social, specie su Telegram. La negazione della Shoah per esempio era un’altra delle teorie promosse dai “camerati”. Basti pensare alle frasi che, ignari di essere ascoltati dagli inquirenti, gli stessi pronunciavano. «Ebrei nei forni stavolta per davvero» e, ancora, in riferimento al giornalista David Parenzo, «è un sionista giudeo subumano viscido laido antifascista vigliacco al muro subito».

I lupi di Himmler

Si tratta di «uomini - spiega la questura di Bologna - che si dicevano pronti alla rivoluzione, pronti ad agire». Tra i 16 e i 76 anni, alcuni degli indagati erano già stati sottoposti a perquisizioni nel 2023 dalla digos di Bologna e da quella di Napoli. Ma il loro progetto, dopo l’operazione coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione, è stato disintegrato. I piani della  cellula, in base a quanto emerge, prevedevano pure la realizzazione di attentati attraverso le tecniche usate dai cosiddetti “lone wolves” sia suprematisti che jihadisti. Ancora una volta, insomma, il richiamo ai lupi, al branco di Heinrich Himmler costituto e guidato per contrastare l'avanzata delle forze alleate e sovietiche in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale. E nelle carte giudiziarie non mancano i riferimenti al fatto che nella disponibilità del gruppo ci fossero «armi da fuoco».

Crocevia Napoli

I camerati dell’associazione sventata dalla procura di Bologna si distinguevano inoltre per i ruoli. «Comandante», «Editore», «Istruttore», così si chiamavano tra loro. E forse lo facevano anche davanti agli esponenti di “Ordine di Hagal”, l’altra associazione con cui la cellula si rapportava. L’inchiesta bolognese nasce del resto dagli «accertati contatti - spiega ancora la questura - tra alcuni dei vertici dell’organizzazione con i leader di quest’ultimo gruppo sovversivo di stampo negazionista e suprematista, attivo sul territorio nazionale e disarticolata a fine 2022 dalla Digos partenopea».

Proprio mercoledì 4 alcuni dei membri dell’Ordine di Hagel sono stati condannati in primo grado. «Io vi stavo addestrando perché volevo unirci all'ordine di Hagal, cioè a Forza Nuova e a quegli altri per andare giù a Roma a fare un colpo di stato contro il Governo... al coso.. al Parlamento», si legge non a caso nelle carte di Bologna. Carte che svelano anche i rapporti dei “lupi” con Forza Nuova: diversi i contatti emersi tra gli indagati e alcuni dei coordinatori regionali del partito fondato da Roberto Fiore. I camerati della Divisione Nuova Alba rivelano, intercettati, che i membri di «Ordine di Hagal, che erano tutti di Forza Nuova e di destra volevano fare qualcosa contro Bonaccini», governatore dell’Emilia Romagna.

«Nel 2024 i neonazisti in Italia esistono», commenta il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Il primo cittadino, nei mesi scorsi, aveva pure denunciato la “marcetta” organizzata in città dai gruppi estremisti

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