- Molte persone residenti in altre regioni ma con domicilio e lavoro in Lombardia da settimane non riescono a prenotare la booster
- Gli operatori sono consci del problema ma scaricano la responsabilità sulla Regione, che a sua volte dice di non saperne nulla
- Intanto i contagi si impennano e la Lombardia presenta la maggior parte dei casi con variante Omicron
Nicole, 28enne residente in Piemonte ma domiciliata e lavoratrice a Milano, è da inizio dicembre che cerca di prenotare sul portale di Regione Lombardia la sua terza dose di vaccino. La prima e la seconda le ha fatte nel capoluogo meneghino, il 28 dicembre saranno passati 150 giorni dall’ultima somministrazione.
La regione da qualche settimana ha dato il via libera alle prenotazioni agli under 40, offrendo la possibilità di fissare la data anche prima dei cinque mesi purché poi essa cada dopo quel termine.
Eppure Nicole, e molti altri come lei, ogni volta che accedono al portale a provano a concludere la procedura incappano nello stesso messaggio: «Impossibile proseguire, il codice fiscale utilizzato è già associato a una prenotazione esistente». Che, invece, non esiste.
Non riuscire a vaccinarsi
La Lombardia nei giorni scorsi ha superato la quota simbolica del milione di contagiati ufficiali da Sars-Cov 2 dall’inizio della pandemia. Un numero che nella realtà è certamente più alto e che è cresciuto anche per l’impennata dei contagi delle ultime settimane.
Dal Pirellone, il grattacielo dove ha sede il Consiglio regionale, stanno pensando di riaprire l’ospedale d’emergenza in Fiera, nuovi posti letto vengono aggiunti nei reparti Covid degli altri presidi sanitari e la resistenza della zona bianca traballa sempre più, nonostante le rassicurazioni del presidente leghista Attilio Fontana. Il territorio lombardo intanto registra più di un terzo di tutti i casi della variante Omicron rinvenuti in Italia.
Il messaggio che si continua a ripetere nella regione è di correre a vaccinarsi, unica vera arma con cui frenare la diffusione del virus. In molti però non ci riescono. Nicole sono settimane che litiga con il portale della Regione, che non le permette di fissare la data per la terza dose a causa di una fantomatica prenotazione già esistente.
Che il problema non riguardi lei ma la piattaforma regionale gestita da Poste spa diventa evidente parlando con gli operatori del numero verde, che rendono bene l’idea della confusione generale.
La prima volta le hanno comunicato che dal sistema risultava non avesse fatto alcun vaccino, la seconda che avrebbe dovuto aspettare tre giorni perché venisse risolto il bug. Scaduta la deadline, senza che nulla fosse cambiato, le hanno detto di aver fatto una segnalazione ufficiale sul suo caso, poi di aspettare cinque giorni, poi altre 48 ore, infine che siccome i 150 giorni dalla somministrazione della seconda dose scadono il 28 dicembre «forse deve aspettare il giorno successivo per prenotare» perché «purtroppo il sistema è un po’ particolare».
Intanto le date che le compaiono (ma che appunto non riesce a prenotare) cadono nella seconda metà di gennaio, se davvero dovrà attendere il 29 dicembre per ultimare la procedura vuol dire che la terza dose la farà almeno a febbraio, questo mentre l’Istituto superiore di sanità ha sottolineato che «l’efficacia del vaccino nel prevenire il Covid-19 scende dal 74 per cento al 39 per cento nell’arco dei cinque mesi». Figurarsi dopo sette.
Quella di Nicole non è una storia isolata. Beatrice, 31 anni, da ormai tre settimane cerca di prenotare la sua dose booster sul portare lombardo ma non ci riesce. Dal numero verde non hanno risolto nulla, intanto lei ha condiviso la sua esperienza sui social e le hanno scritto in tantissimi per segnalare lo stesso problema. «Alcuni, siccome non potevano completare la procedura nonostante fossero già passati i 150 giorni dalla seconda dose, hanno deciso di presentarsi direttamente agli hub senza appuntamento», racconta, «a questo punto farò anch’io così».
Anche un altro ragazzo denuncia di non poter completare la procedura sul portale, con il solito ventaglio di giustificazioni diverse degli operatori che vanno dal «lei non risulta vaccinato» a «riprovi a prenotarsi dal 151esimo giorno». Altre persone lamentano problemi simili, dal portale risulta che non si sono fatti somministrare nemmeno la prima dose e quindi non possono fissare la terza.
I soliti problemi di Regione Lombardia
«È regione Lombardia a dover aggiornare le liste», si giustificano gli operatori del numero verde del portale, che ammettono che da tempo ci sono alcuni bug nel sistema dovuti al suo sovraccarico. In Regione Lombardia invece si viene rimbalzati da un ufficio all’altro e l’unica informazione che si riesce a ottenere è che «ci sono stati dei problemi in questi giorni ma da quanto ne sappiamo ora sono risolti».
In effetti a metà dicembre un buco informatico ha mandato nel caos le somministrazioni, si sono create file infinite davanti agli hub vaccinali ma dopo un po’ la situazione è tornata alla normalità. Una questione che però non c’entra nulla con quella che da settimane vivono Nicole e le altre persone, che non riescono a prenotare la terza dose e non hanno idea di come uscire da questa impasse che si riflette sul loro diritto alla salute.
La curiosa casualità è che le segnalazioni raccolte riguardano persone non residenti in Lombardia. «Oggi sono (e come me migliaia di non residenti) in un limbo assurdo. Con i 5 mesi già scaduti non riesco a vaccinarmi né in Lombardia né nella mia regione di residenza», denuncia una donna, che ha fatto le prime due dosi all’ombra del Pirellone e conferma che tutte le persone non residenti in Lombardia con cui si è interfacciata stanno riscontrando lo stesso problema. «Non conosco nessuno che sia ancora riuscito a risolvere».
In Regione non sanno dare risposte al riguardo e a chi prova ad azzardare un legame con la residenza negano categoricamente.
Mentre i contagi si impennano sul territorio, Regione Lombardia sta insomma scrivendo un altro capitolo di malagestione dell’emergenza sanitaria. Se nei primi mesi della pandemia il territorio ha subito le conseguenze delle scelte scellerate del passato in termini di privatizzazione della sanità e smantellamento delle medicina territoriale, anche nel 2021 i problemi non si sono fatti attendere.
L’inizio dell’anno si è contraddistinto per il caos nella prenotazione delle prime dosi e dal profondo ritardo della regione rispetto al resto d’Italia nelle somministrazioni, tanto che a marzo il presidente Fontana ha azzerato i vertici di Aria, la controllata del Pirellone che gestiva il sistema. Il servizio è stato poi affidato a Poste spa e le cose sembravano apparentemente migliorate.
Oggi però molti cittadini continuano a essere esclusi dal giro di vaccinazioni per questioni che non dipendono da loro, o forse sì: la loro colpa forse è che non sono lombardi.
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