Il governo ha scelto il nuovo commissario per i migranti che dovrà gestire lo stato di emergenza per il fenomeno deliberato dal Consiglio dei ministri pochi giorni fa. Il capo della protezione civile Fabrizio Curcio ha scelto il capo del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno Valerio Valenti. Sarà commissario delegato nelle regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e nelle Province Autonome di Trento e di Bolzano. Le quattro regioni guidate dal centrosinistra – Campania, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia – non hanno aderito all’intesa. La nomina è contenuta nell'ordinanza firmata domenica da Curcio.

L’incarico

L'ordinanza prevede anche che il nuovo commissario si avvalga di una struttura di supporto da costituire, composta da un massimo di 15 unità di personale già in servizio presso il ministero dell'Interno, a cui può riconoscere un’indennità mensile del 25 per cento dello stipendio già percepito.

Compito del nuovo commissario è coordinare le attività volte all'ampliamento della capacità del sistema di accoglienza, «con particolare riferimento agli hotspot e ai centri previsti dal Sistema di accoglienza e integrazione, coinvolgendo i territori interessati». Valenti è anche chiamato a gestire lo spostamento dei migranti sul territorio. Il commissario per realizzare questi obiettivi può agire anche in deroga a una serie di norme, viene previsto nel documento.

Il prefetto

Come ricostruito da Domani, Valenti è strettamente legato a Salvatore D’Alì, uomo forte di Forza Italia in Sicilia dalla fine degli anni Novanta. La carriera di Valenti ha infatti, nel 2001, uno snodo importante quando viene nominato viceprefetto. In quell’anno è arruolato nel governo Berlusconi Antonio D’Alì, uomo forte di Forza Italia in Sicilia.

Erano gli anni nei quali il complice politico della mafia, D’Alì, poi condannato a sei anni per queste relazioni, dava la caccia ai fedeli servitori dello stato a lui invisi, tra questi c’era anche un poliziotto: Giuseppe Linares, dirigente della squadra mobile di Trapani, negli anni 2000, non gradito al politico di Forza Italia. Nel trasferimento, Valenti avrebbe giocato un ruolo di rilievo.

D’Alì è stato condannato definitivamente a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

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