Le parole di Andrea Velardi, che torna sulla revoca della cittadinanza onoraria allo scrittore simbolo della lotta alle mafie: «Si è fatto attrarre dal dio denaro e dai benefici di quel genere di battaglia per mitizzare quel mondo: è riuscito a fare andare di moda lo stile Genny, ha reso un mito Ciro»
«Roberto Saviano è un pr, è il miglior promoter della camorra: è riuscito a far andare di moda lo stile di Genny Savastano e ha reso un mito il personaggio di Ciro». Stanno facendo molto discutere le parole del consigliere leghista della città di Verona, Andrea Velardi, che in una storia su Instagram è tornato a parlare della revoca della cittadinanza del comune veneto allo scrittore napoletano, autore tra gli altri di libri come Gomorra e La paranza dei bambini. Alla guida della sua auto, con della musica dance in sottofondo e un filtro che gli fa spuntare naso e orecchie da cagnolino, Velardi ha continuato nella sua invettiva: «Saviano è stato lodevole all’inizio della sua opera. Ho letto il suo libro. Però poi andando avanti si è fatto attrarre dal dio denaro, dai benefici che si hanno a combattere un certo tipo di battaglie per mitizzare un mondo».
«A Saviano – ha continuato il consigliere leghista di Verona – è stata tolta una cittadinanza che non ha mai accettato: non è mai venuto qui a ringraziarci per averlo reso cittadino. Adesso gli importa perché così ottiene visibilità. Noi gli abbiamo concesso la cittadinanza a fin di bene, per sostenere la sua causa. Ma lui è molto legato alla visibilità, con la quale si arricchisce». Secondo Velardi, «nessuno mitizza un magistrato o un poliziotto. Essere mafiosi, invece, è una figata: è quello il messaggio che è passato, altrimenti questi trapper del giorno d’oggi non imiterebbero le grandi gesta della famiglia Savastano. Siamo una città di centrodestra, al momento: se Saviano continua ad attaccare gente a cui fino a ieri non dedicava attenzione, evidentemente non gradisce il pensiero della maggior parte dei veronesi che si sono espressi alle urne». Infine, Velardi propone un’alternativa: «Una bella cittadinanza andrebbe data a Nicola Gratteri».
Il Pd veronese, che già nei giorni scorsi aveva organizzato una raccolta firme su Change.org per restituire la cittadinanza a Saviano, tramite le parole del capogruppo Federico Bernini ha definito «allucinante» il video, «registrato mentre Belardi stava guidando», una cosa per cui già «dovrebbe essere punito secondo il Codice della strada». «Purtroppo – ha concluso Bernini – con questo video Velardi ha mostrato il vero volto di questa amministrazione. Ma Verona non è come il suo consigliere: lo dimostrano le oltre 8mila firme che stiamo raccogliendo».
A stabilire che la cittadinanza onoraria a Saviano andava tolta è stato il Consiglio comunale di Verona, che su proposta di un altro consigliere leghista – Alberto Zelger – il 23 dicembre scorso ha votato a maggioranza per la revoca. Una decisione, questa, motivata dal fatto che Saviano sarebbe «un personaggio provocatorio, irrispettoso dei suoi avversari politici», caduto in un «delirio egocentrico che lo porta ad attaccare rappresentanti del popolo colpevoli soltanto di avere un’opinione diversa dalla sua su più questioni: dalla liberalizzazione della droga all’immigrazione».
Il sindaco, Federico Sboarina, ha voluto sottolineare di non essere tra i firmatari dell'iniziativa che ha portato il Consiglio comunale a revocare la cittadinanza onoraria a Saviano. Mentre Saviano stesso ha commentato la revoca della cittadinanza definendolo «un atto di fedeltà dei leghisti ai loro capi». La città di Verona, ha aggiunto lo scrittore campano, «è molto meglio dei guitti che la rappresentano in Consiglio comunale».
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