Care lettrici, cari lettori

questa settimana è stata caratterizzata dal definitivo via libera al ddl Nordio, che contiene come previsione caratterizzante l’abrogazione dell’abuso d’ufficio.

Il tema è molto controverso e verrà approfondito in questa newsletter prima di tutto con una intervista al professore di diritto penale all’Università di Milano, Gian Luigi Gatta, che spiega i legami con il nuovo reato di peculato per distrazione e i rischi di legittimità costituzionale, poi con un commento dell’ex magistrato Rosario Russo, che sviluppa una disamina giurisprudenziale proprio sulla “morte e resurrezione” dell’abuso d’ufficio.

Infine, l’ex presidente della corte d’appello di Brescia, Claudio Castelli, analizza il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo tribunale per la famiglia, mettendo a fuoco tutti i rischi della lenta agonia in cui è caduta la giustizia minorile.

Vi ricordo, inoltre, che è uscita la seconda puntata del podcast “Per questi motivi”, dedicata alla vicenda di Rosa Oliva, che nel 1960 è arrivata fino davanti alla Consulta per rivendicare il diritto delle donne a diventare chi vogliono, contro la legge del 1919 che le impediva di tentare la carriera di prefetta. Oltre alla voce della protagonista, anche quella dell’ex giudice di Cassazione Gabriella Luccioli, tra le prime otto a indossare la toga dopo la legge del 1963 che aprì la carriera in magistratura anche alle donne.

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Via libera al ddl Nordio

La Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Nordio con 199 sì (anche Azione e Italia Viva), 102 contrari e nessun astenuto. Il testo contiene non solo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, ma anche una stretta sulla pubblicabilità delle intercettazioni a tutela del terzo e la norma – la cui entrata in vigore è differita di due anni – sul collegio di tre giudici a decidere sulle misure cautelari.

La cancellazione dell’abuso d’ufficio, con il simultaneo inserimento nel decreto carceri del reato di peculato per distrazione, ha provocato però reazioni.

Interessante quella della presidente della commissione Giustizia al Senato, Giulia Bongiorno, tra le più preoccupate del rischio di cancellare il reato nell’ottica di violazioni di norme europee. «La norma sull'abuso d'ufficio era molto problematica e dunque è stato giusto intervenire. Averla abrogata però non significa che i cittadini restano privi di protezione. Proprio in queste ore, infatti, stiamo esaminando nella commissione che presiedo al Senato, nuove forme di tutela dei cittadini da eventuali comportamenti prevaricatori di pubblici ufficiali» ha detto, aprendo la strada alla creazione di nuovi reati.

La reazione dell’Anm

 L’Anm considera l’abrogazione dell’abuso d’ufficio e l’introduzione del peculato per distrazione «il segno tangibile di una scelta infelice». Inoltre «Da oggi tutti coloro che sono stati condannati per abuso d'ufficio si rivolgeranno al giudice per chiedere l'eliminazione della condanna. È una piccola amnistia per i pubblici ufficiali: avremo 3-4mila persone, o forse di più, che chiederanno la revoca della condanna, una piccola amnistia per i colletti bianchi», ha detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia.

«Si riducono i diritti e le libertà dei cittadini, si riducono gli spazi per l'informazione, si individuano degli strumenti che incepperanno ulteriormente la macchina delle giustizia, se pensiamo al fatto che nei confronti di un abuso o di prevaricazione di un pubblico ufficiale che intenzionalmente procura un danno a un cittadino o intende favorire una persona, non ci saranno strumenti adeguati per individuarlo. Di fronte a tutto un sistema di abusi e sopraffazioni il cittadino si sentirà più solo», ha commentato il segretario generale dell'Anm, Salvatore Casciaro.

La reazione del Cnf

Di segno opposto la posizione dell’avvocatura istituzionale. «Bene l'abrogazione radicale dell'abuso d'ufficio, che risponde a una necessità di maggiore certezza del diritto, evitando che amministratori pubblici e funzionari operino sotto la costante minaccia di incriminazioni talvolta strumentali», ha commentato il presidente del Cnf, Francesco Greco. Sulle intercettazioni «La tutela dei terzi non indagati e intercettati è un passo avanti fondamentale per la salvaguardia dei diritti alla riservatezza dei cittadini e risponde ai dettami costituzionali. È essenziale che le intercettazioni siano utilizzate in modo equilibrato e con modalità tali da non ledere i diritti delle persone non direttamente coinvolte nelle indagini».

Il documento di Md

L’Esecutivo di Magistratura democratica, in una nota, ha scritto che «con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio il sistema viene troncato. Si rinuncia a quell’ultimo presidio, giustificando il tranciante intervento con un dato statistico, il numero modesto di condanne. Non si considera, però, che i procedimenti per abuso d’ufficio si caratterizzano per la difficoltà probatoria e per l’alto tasso di tecnicismo, per istruttorie laboriose (spesso non proprio compatibili con la “tagliola” dei brevi termini di prescrizione e, oggi, di procedibilità), in cui si sviluppa un serrato contraddittorio tra le parti: fenomeni assolutamente fisiologici. Peraltro, spesso l’abuso d’ufficio è solo il reato-spia, che emerge grazie alla denuncia di cittadini che non tollerano di assistere a indisturbate logiche clientelari. Un reato-spia in cui, però, l’indagine conduce al disvelamento di contesti di ben più grave e sistematico malaffare. Siamo persuasi che il diritto penale non debba avere una funzione simbolica. Ma oggi è piuttosto la depenalizzazione che rischia di divenire infelice simbolo della cultura istituzionale che si vuole radicare nel nostro Paese, in controtendenza rispetto agli obblighi presi in sede europea. Non ha più alcun rilievo penale, per i pubblici ufficiali, la mancata astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto. Ha invece rilievo penale la resistenza puramente passiva nelle carceri e nei Cpr, da parte di chi vive anche in condizioni di negazione della dignità».

Intercettazioni

Il guardasigilli Carlo Nordio ha annunciato una nuova accelerata sulla materia delle intercettazioni, dicendo che «Stiamo lavorando da tempo ad una riforma organica delle intercettazioni per dare un'attuazione radicale all'articolo 15 della Costituzione che indica nella segretezza delle conversazioni l'altra faccia della libertà. Le conversazioni sono libere intanto che sono segrete, come il voto».

A Palazzo Madama è atteso l'arrivo della proposta di legge del senatore di Fi Pierantonio Zanettin, che limita a 45 giorni la durata massima delle intercettazioni, mettendo così un freno alle proroghe da parte del gip su richiesta del pm. La norma interviene anche sul sequestro di telefonini e smartphone.

Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia: «Io penso che sia giusto quando si proroga l'intercettazione dare conto. Ma credo sia poco accorto stabilire un tetto massimo. Una norma astratta che non potrà tenere conto delle concrete necessità investigative». Porre «un limite insuperabile non ha senso».

Penalisti in sciopero per l’emergenza carceri

«Fermare i suicidi in carcere, diamo la voce a tutti coloro che non possono parlare», con questo motto l'Unione delle Camere penali italiane, presieduta da Francesco Petrelli, ha organizzato a Roma una maratona oratoria per puntare l'attenzione sul sovraffollamento dei penitenziari e chiedere al governo di intervenire.

 L'Ucpi chiede interventi immediati e spera ci sia una condivisione intorno alla proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata che prevede non solo l'aumento dei giorni che possono essere concessi da 45 a 60, ma anche che ciò possa avvenire con efficacia retroattiva.

«Il ministro Nordio dice che la liberazione anticipata è una resa dello Stato, ma la resa dello Stato è tutt'altro: è lasciare le persone in situazioni inumane, degradanti, in una condizione di illiceità perché il nostro è uno Stato di diritto», ha detto il segretario Rinaldo Romanelli.

Il sorteggio temperato al Csm

Incardinata alla Camera è anche la riforma costituzionale della separazione delle carriere, che prevede anche una modifica del sistema elettorale del Csm con l’introduzione del sorteggio puro per i togati.

«Non è un testo blindato, ci sarà la possibilità di confrontarsi. Io credo che per quanto riguarda il Csm, l'ipotesi del sorteggio temperato, che ho proposto già tempo fa, potrebbe essere un punto di equilibrio», ha detto il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin intervenendo a un convegno. Si tratta di una modifica per molti versi necessaria, visto che altrimenti cozzerebbe con il sorteggio di fatto temperato dei laici, i cui nomi verrebbero sorteggiati non tra tutti gli aventi astrattamente diritto, ma tra i candidati inseriti in una lista compilata dal parlamento.

Sul tema è intervenuto anche Rocco Maruotti, membro del cdc di Area nell’Anm: «Il ministro Nordio piuttosto che continuare a demonizzare le correnti, operando impropri parallelismi tra Parlamento e CSM, farebbe meglio a dire ciò che appare evidente a tutti, ossia che il vero obiettivo della sua riforma è quello di eliminare le correnti per affidare il controllo del CSM ai partiti politici di maggioranza». È infatti evidente che «il combinato disposto del sorteggio secco per i consiglieri togati e di quello temperato per i consiglieri laici, che quindi saranno in gran parte espressioni dei partiti politici di maggioranza, determinerà la fine del governo autonomo della magistratura».

Modifiche alla legge Severino

E’ stato approvato un ordine del giorno del Pd a prima firma Debora Serracchiani che chiede di superare la differenza di trattamento della norma della legge Severino nella parte in cui sospende i sindaci condannati in primo grado e con sentenza non definitiva, al contrario di quanto avviene per altre cariche pubbliche.

L’ordine del giorno approvato dalla camera esclude il superamento della sospensione per tutti i delitti di allarme sociale, non solo dunque per i reati di mafia e criminalità organizzata come invece era stato proposto con una riformulazione del governo.

La geografia giudiziaria

Il ministero della Giustizia ha fatto sapere che «è allo studio il progetto di revisione della geografia giudiziaria in considerazione delle esigenze degli Uffici Giudiziari, riconsiderate nell'ambito del complessivo progetto di ridefinizione delle piante organiche del personale di magistratura».

E', inoltre, allo studio un progetto di più ampio respiro che includa la riapertura di uffici giudiziari già soppressi, con eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali.

Città giudiziaria di Roma

Con il via libera di tutti gli enti pubblici interessati, è arrivato il via libera alla realizzazione di un nuovo edificio complementare agli uffici della città giudiziaria di Piazzale Clodio a Roma. La realizzazione è prevista nell’area parco di Monte Mario, in modo da minimizzare il consumo di suolo, privilegiando zone già coperte con parcheggi e la stazione di servizio.

Assolti Fava e Palamara

Il Tribunale di Perugia ha assolto per non aver commesso il fatto l'ex consigliere del Csm Luca Palamara e l'ex magistrato romano, Stefano Rocco Fava, accusati di rivelazione e utilizzazione di segreto di ufficio nell'ambito del processo che li vedeva imputati a Perugia. Fava è stato assolto, perché il fatto non sussiste, anche dal reato di abuso di ufficio mentre è stato condannato a cinque mesi di reclusione, pena sospesa, per accesso abusivo al sistema informatico.

Il convegno di Area

I magistrati di AreaDg hanno organizzato l’incontro "Peculato, traffico di influenze e abuso d’ufficio: ancora novità in materia di p.a.". 

All’incontro, organizzato online per il 27 settembre, partecipano il Prof. Gian Luigi Gatta, Ordinario di Diritto penale; Chiara Valori, Giudice per le indagini preliminari; Roberto Bulgarini Nomi, Sostituto Procuratore della Repubblica. Modera Vincenzo Giordano, Giudice del dibattimento. Introducono e concludono: Graziella Viscomi e Costantino De Robbio, componenti del Coordinamento Nazionale di Area.

Il libro sull’intelligenza artificiale

Il consigliere della Corte dei Conti, Vito Tenore, ha pubblicato il saggio “L’intelligenza artificiale può sostituire un giudice?”, edito da Anicia, in cui riflette sul fatto che solo chi è capace di confrontarsi con la propria coscienza prima di assumere una qualsiasi decisione, è in grado di redigere una sentenza, ovvero il frutto di un’operazione valutativa molto, molto più complessa di quella di cui è capace una “banale” intelligenza artificiale.

Nomine al Csm

Il plenum del Csm ha votato, con una sola astensione, Giovanni Bombardieri come nuovo procuratore capo di Torino.

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