La corte d’assise d’appello di Roma riduce la condanna: cade l’ergastolo comminato in primo grado a Elder. Le difese avevano chiesto l’assoluzione per entrambi, Hjorth per non aver commesso il fatto e Elder per legittima difesa
Cade la condanna all’ergastolo per Finnegan Lee Elder. La corte d’assise d’appello di Roma ha deciso, dopo poco più di tre ore di camera di consiglio di ridurre le pene per i due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma nel luglio 2019 dopo una colluttazione.
La condanna diventa di 24 anni per Elder, che ha materialmente ucciso il carabiniere e di 22 anni per Gabriel Natale Hjorth che era con lui.
Il processo d’appello è iniziato il 10 febbraio scorso e nella prima udienza il sostituto procuratore generale ha chiesto di confermare l’ergastolo per Finnegan Lee Elder, che materialmente ha accoltellato a morte Cerciello Rega, e di ridurre la pena a 24 anni per Gabriel Natale Hjorth, riconoscendogli le attenuanti generiche pur confermando il suo concorso nel reato di omicidio volontario.
I difensori, invece, hanno ribadito le richieste già avanzate in primo grado: l’assoluzione per legittima difesa per Elder e per non aver commesso il fatto per Natale Hyorth.
Le reazioni
«Che schifo. Un compromesso per cercare di salvare un mentitore ma noi contiamo sempre sull'esistenza di un giudice a Berlino e a Strasturgo. Quello che è successo è indegno. Restano le bugie del testimone principale. Mi riferisco alle 53 bugie di Varriale», è stato il commento a caldo dell’avvocato Renato Borzone, difensore insieme con il collega Roberto Capra di Finnegan Lee Elder.
Amarezza anche per i difensori di Natale Hjorth, Francesco Petrelli e Fabio Alonzi: «Sono state concesse le attenuanti generiche. Non nascondo una grande delusione. Avevamo dimostrato l'estraneità di Gabriel Natale a questo fatto omicidiario, non aveva previsto l'omicidio, che non era prevedibile. Ci aspettavamo fosse riconosciuta la sua innocenza, Leggeremo le motivazioni perché credo che non sarà facile motivare una condanna in una vicenda così complessa».
Soddisfatta invece la famiglia di Cerciello, costituita parte civile: «Siamo soddisfatti perché al di la delle pene l'impianto accusatoria ha retto. Nessuna sentenza potrà lenire il dolore nel cuore della vedova Rosa Maria Esilio. Certamente con questa sentenza il sacrificio di un uomo dello Stato quale Mario Cerciello Rega non è stato vano», ha detto l'avvocato Massimo Ferrandino.
Il giallo dei tesserini
L’omicidio, che all’epoca aveva attirato una grande attenzione mediatica, è avvenuto nella notte tra il 25 e 26 luglio 2019. Il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega muore nel quartiere Prati a Roma, dopo essere stato colpito da 11 coltellate, di cui due fatali.
A impugnare il coltello è Finnegan Lee Elder, un diciannovenne americano in vacanza in Italia, mentre è in corso anche un’altra colluttazione tra il collega di Cerciello Rega, Andrea Varriale, e Gabriel Natale Hjorth, italoamericano amico di Elder. Lo scontro è l’epilogo tragico di un “cavallo di ritorno” andato male: quella che in gergo è l’operazione che le forze dell’ordine conducono per recuperare l’oggetto di un furto.
I due americani avevano cercato di acquistare droga nel quartiere della movida di Trastevere. Dopo essere stati imbrogliati dal pusher che doveva vendergliela, avevano rubato lo zaino del mediatore che glielo aveva presentato e volevano usarlo come merce di scambio per recuperare il denaro che gli era stato sottratto.
Al momento dello scambio, però, invece che il mediatore si erano visti arrivare i due carabinieri vestiti in borghese, con cui avevano ingaggiato la colluttazione finita nel sangue.
La dinamica dei fatti, però, conserva dei punti oscuri e diverge nella ricostruzione di accusa e difese.
Secondo l’accusa, i carabinieri si sarebbero comportati secondo i protocolli e si sarebbero anche immediatamente identificati e ci sarebbe stato accordo criminoso tra i due ragazzi. Per questa ragione la richiesta – accolta in primo grado – era stata la condanna all’ergastolo per entrambi i ragazzi: sia per Finnegan Lee Elder, che materialmente aveva accoltellato la vittima e che soffre di un disturbo borderline della personalità, che per Gabriel Natale Hjorth, che al momento dell’omicidio era impegnato nella colluttazione con un altro carabiniere.
Secondo le difese, invece, i due militari in borghese e non armati non si erano qualificati e dunque i due ragazzi li avevano scambiati per malfattori e si erano difesi.
Determinante, dunque, è stata l’attendibilità di Varriale e sulla sua ricostruzione dell’accaduto di quella notte.
La vicenda processuale
In primo grado i due giovani americani sono stati riconosciuti entrambi colpevoli di omicidio erano stati condannati all’ergastolo, con isolamento diurno di due mesi.
Secondo la corte d’assise, anche Natale Hjorth meritava l’ergastolo per concorso in omicidio volontario pur non avendo materialmente accoltellato Cerciello Rega era stato lui a organizzare l'estorsione e sapeva del coltello con lama di 18 centimetri che Elder ha portato all'appuntamento fissato per la riconsegna dello zaino rubato.
© Riproduzione riservata