Care lettrici, cari lettori

la settimana della giustizia ha avuto al centro il plenum del Csm che ha portato alla sospensione della consigliera laica di Fratelli d’Italia, Rosanna Natoli. In questa newsletter trovate un ampio approfondimento, per capire le conseguenze.

Sul fronte dei commenti, invece, trovate un intervento di Daniela Derobert, ex componente del Collegio del garante dei detenuti, che riflette su come vanno effettuate le ispezioni in carcere, per cui non conta quante se ne facciano, ma se si sa cosa guardare.

Infine, soprattutto per gli avvocati e le avvocate iscritte alla newsletter, sono felice di potervi fare ascoltare la nuova puntata del podcast "Per questi motivi", dedicata all'omicidio di Fulvio Croce, presidente degli avvocati di Torino, e al processo al nucleo storico delle Br. Per raccontare questa storia e approfondire il concetto di diritto di difesa, mi ha aiutato con la sua voce e le sue riflessioni Mario Napoli, ex presidente dell'ordine degli avvocati di Torino e attuale consigliere del Cnf.
 

Il voto al plenum

Il plenum del Csm ha votato a scrutinio segreto la sospensione della consigliera laica in quota Fratelli d’Italia Rosanna Natoli. Il voto per la sospensione si è concluso con due astenuti, sei contrari e 22 favorevoli. Tra i contrari sicuramente c’è il togato Andrea Mirenda, che nei giorni scorsi si era espresso in questo senso, e con tutta probabilità i cinque laici di centrodestra (Natoli non ha partecipato alla votazione). Così, i togati rimanenti hanno presumibilmente votato per la sospensione di Natoli, come anche i due membri di diritto Margherita Cassano e Luigi Salvato.

Una delle due bianche corrispondono probabilmente al vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli e a uno dei tre laici di minoranza.

Alla prossima seduta si è rinviata la nomina del consigliere laico per integrare la composizione della sezione disciplinare, in seguito alle dimissioni di Natoli.

In questo approfondimento trovate sia la relazione del comitato di presidenza che l’intervento di Natoli per difendersi.

le conseguenze

La sospensione di Natoli non è certo una soluzione ottimale per il funzionamento del Csm: la speranza sia dei togati che del Colle, infatti, sarebbe stata quella delle dimissioni della consigliera.

Invece la sospensione per ora a tempo indeterminato lascerà il plenum nel limbo con un componente in meno, lasciando presagire che la vicenda non sia chiusa qui.

Natoli, infatti, ha già fatto sapere di essere pronta a impugnare la delibera di sospensione e molto probabilmente presenterà anche una istanza cautelare di sospensione della sospensione dal consiglio. Non ci sono precedenti, tuttavia il procedimento è quello del ricorso al Tar contro la delibera del plenum, rispetto alla quale la relazione del comitato di presidenza è la parte motivazionale.

Se così sarà, il voto del plenum finirà sotto lo scrutinio dei giudici amministrativi. La decisione del plenum, però, è un atto eminentemente di natura tecnico-discrezionale e i due profili di valutazione non potranno che essere per violazione di legge (sostenendo che è errata l’applicazione dell’articolo 37 della legge 1958) o per eccesso di potere.

Esistono anche due altri ordini di problemi.

La sospensione, infatti, è stata incardinata in seguito all’ipotesi di retato di violazione del segreto della camera di consiglio, che però sussiste solo nel caso in cui le affermazioni fatte da Natoli alla magistrata incolpata siano vere. Dunque la sua sospensione sottintenderebbero che la sezione disciplinare – come raccontato da Natoli nella registrazione – avrebbe cambiato la sua decisione a carico della magistrata a causa del suo comportamento processuale in udienza.

Altra questione è stata sollevata dall’indipendente Roberto Fontana, il quale ha messo in luce un “buco enorme nella disciplina di tutela dell’Organo: se di questa vicenda fosse stato protagonista un consigliere magistrato, a prescindere dalla rilevanza (o meno) penale della condotta in questione, la procura generale avrebbe aperto un procedimento disciplinare che pressoché certamente sarebbe sfociato in una sanzione superiore all’ammonimento con conseguente decadenza di diritto dal Consiglio, come disciplinato dalla legge 195/1958. Per i consiglieri laici - scatta la decadenza solo se si arriva ad una sentenza penale di condanna. In questo modo condotte anche molto gravi da parte di consiglieri laici rimarrebbero senza sanzione in tutti i casi in cui non integrano un reato e, in questa prospettiva, l’abolizione dell’abuso d’ufficio ha ampliato a dismisura l’area d’irrilevanza di condotte gravemente lesive dell’Istituzione. È un problema di cui occorre farsi carico al di là della vicenda specifica”.

La questione di Catania

Infine, un ultimo elemento da considerare: se Roma sarà dichiarata incompetente (il procedimento è stato aperto nella Capitale facendo leva sul reato ora abrogato di abuso d’ufficio), la competenza sulla violazione del segreto è della procura di Catania, oggi guidata da Francesco Curcio. Proprio la sua nomina è contestata da Natoli, che sosteneva il suo competitor Francesco Puleio ma che non ha potuto votare perchè non ha partecipato al plenum del 17 luglio. Su questo pende la sua istanza di annullamento in autotutela della seduta, sostenendo che le sarebbe stato impedito di partecipare alla seduta con azioni che l'hanno «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente da parte dei consiglieri di Area e di Md» e per questo «sono stata costretta, mio malgrado, ad allontanarmi». 

Intanto, candidati bocciati per la procura di Catania starebbero ragionando sull'ipotesi di presentare ricorso contro la nomina di Curcio.

la difesa di Natoli sulla stampa

La consigliera Natoli, all’indomani della sospensione, ha dato due interviste a La Verità e al Giornale. In queste ha attaccato – come fatto anche nella memoria difensiva – sia il Csm che la procura di Roma che ha aperto un fascicolo contro di lei (nell’approfondimento è spiegata questa ricostruzione).

In più aggiunge che gli audio sono «manipolati e la trascrizione, per altro di parte, è in completa. Il ricordo che ho dell’incontro non coincide con quanto depositato dalla Fascetto Sivillo».

Poi torna sulla vicenda che più che sta a cuore e oggetto della sua istanza di annullamento in autotutela del plenum del 17 luglio a cui lei non ha partecipato, con la nomina del procuratore di Catania: «Io avevo molto desideri di votare il procuratore della mia città ma non l’ho potuto fare».

Si rivolge anche alla politica: «Non comprende che io potrei essere la prima di una lunga serie. Se il parlamento non riprende in mano le proprie prerogative non riuscirà a portare acanti la tanto agognata riforma della giustizia». E del vicepresidente Fabio Pinelli dice: «da bravo penalista ma inesperto politico avrebbe dovuto garantire l’autonomia e l’indipendenza di ogni consigliere con maggiore forza».

La nota di Area

Il gruppo di Area, chiamato in causa da Natoli insieme a Magistratura democratica come gruppo che avrebbe esercitato pressioni per non farla partecipare al plenum di luglio, ha rilasciato una nota: «La scelta di sospendere la consigliera nominata dal Parlamento era inevitabile. I fatti di cui si è resa protagonista non appaiono compatibili con la sua permanenza nell'organo di governo autonomo della magistratura; ella stessa, riferendosi a quei fatti, aveva pubblicamente parlato di “errore imperdonabile”».

Inoltre, «la consigliera Natoli non ha mai negato che quel colloquio sia avvenuto prima che ella celebrasse diverse udienze in cui erano stati chiamati procedimenti a carico della medesima dott.ssa Fascetto Sivillo e di aver trattato tali procedimenti (uno dei quali definito, con l'assoluzione dell'incolpata, lo stesso giorno in cui fu discusso anche il procedimento nel cui ambito venne depositata la pennetta USB) senza sentire l’esigenza di astenersi. Sono condotte inconciliabili con l’essenza della funzione giurisdizionale».

Quanto ai fatti di luglio: «La mattina del 17 luglio, appena avuto contezza dei fatti, noi consiglieri di Area abbiamo rappresentato al Vicepresidente che, fino a quando il Presidente della Repubblica, in quei giorni all’estero, non si fosse potuto occupare della questione, sarebbe stato opportuno che la consigliera Natoli si astenesse dal partecipare all’attività consiliare, per non porre tutti i componenti del CSM nell’imbarazzante alternativa tra fingere di ignorare la vicenda - all'evidenza lesiva dell’onorabilità dell’intero Consiglio - o pronunciarsi sulla stessa prima che lo facesse il Capo dello Stato. Ignoriamo se, da chi e in quali termini la nostra opinione sia stata riferita alla consigliera Natoli; certo è che effettivamente quest'ultima non partecipò al plenum del 17 luglio, né al successivo del 24, svoltosi dopo che il Vicepresidente già aveva conferito con il Presidente della Repubblica».

«A prescindere dalle gravi inesattezze fattuali che si leggono in quell’istanza in merito alle posizioni da noi assunte la mattina del 17 luglio, e dalla considerazione che la consigliera Natoli non si è presentata nemmeno al plenum del 24 luglio, noi rivendichiamo di aver operato quella mattina per difendere l’Istituzione consiliare» e «oggi il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità».

Singolari timori in consiglio di stato

Il plenum del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa ha assunto un a singolare delibera in merito alla trasmissione su Radio Radicale della seduta come del resto succede anche con quelle del Csm.
Alcuni componenti hanno sollevato la questione se questo possa essere consentito: vi è stata una articolata discussione, all'esito della quale sette componenti si sono espressi in senso favorevole alla trasmissione della diretta della seduta pubblica e altri sette in senso contrario.

Unanimemente si è espressa la volontà di costituire una commissione speciale che approfondisca le questioni giuridiche coinvolte e che proponga specifiche disposizioni sul punto.

Nel frattempo, il presidente Luigi Maruotti ha autorizzato la trasmissione in diretta della seduta dell'11 settembre, sottolineando anche che le esigenze di riservatezza possono trovare piena tutela con l'esclusione delle registrazioni con deliberazione. Tuttavia, per ora, "dispone che la registrazione del relativo audio sia mantenuta disponibile presso il medesimo per non più di sette giorni, successivi all'inserimento del link che ne consenta l'ascolto".

Tra sette giorni, quindi, la registrazione sparirà dal sito di radio radicale. Sarà interessante capire quali ragioni verranno addotte per giustificare la necessità di secretare di fatto all'opinione pubblica il dibattito del plenum.

La giustizia civile

Lo studio congiunto Ministero - Banca d'Italia "Gli effetti dell'ufficio per il processo sul funzionamento della giustizia civile" mostra che l'assunzione degli addetti Upp prevista dal Pnrr ha avuto un impatto positivo sulla definizione dei processi, soprattutto i più complessi, con riflessi positivi anche sull'abbattimento dell'arretrato e la riduzione dei tempi.

La stima è che, dal primo trimestre 2022 alla fine del 2023, i tribunali che hanno ricevuto un numero maggiore di addetti hanno registrato una variazione nel numero dei procedimenti definiti del crica 4 per cento più elevata; per i procedimenti più complessi la variazione è di circa 10 punti percentuali. L'incremento complessivo di definizioni ascrivibile all'investimento è valutabile in circa 100 mila procedimenti civili all'anno, pari a circa 1/3 dell'arretrato 2019.

Allarme risorse nelle procure

Il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone e il dirigente amministrativo Alessandro Marchionni hanno inviato una lettera al Ministero della Giustizia e al procuratore generale del capoluogo umbro: «La grave situazione di scoperture impone perciò di sollecitare, ancora una volta, l'adozione di urgenti soluzioni per limitare il pericolo di pesanti effetti negativi sulle attività della Procura» scrivono nel documento pubblicato sul sito della procura stessa. Nella lettera si evidenzia che «una segnalazione merita la criticità nel profilo di conducente automezzi: attualmente sui cinque previsti in pianta è in servizio solo un conducente, che deve far fronte alle esigenze di trasporto di 13 magistrati verso aule e uffici giudiziari dislocati, anche in città, in luoghi distanti dalla sede della Procura».

«"In conclusione, considerata la situazione appena descritta, destinata ad essere ulteriormente aggravata con il pensionamento di varie altre unità di personale già nei prossimi mesi, chiediamo che venga adottata ogni possibile determinazione per assegnare a questo Ufficio personale nei profili su richiamati, in modo da poter ridurre almeno in parte il rischio di pericolosi disservizi». Anche il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha lanciato l'allarme: «Siamo uno dei distretti giudiziari in cui la criminalità organizzata è la più armata d'Italia rispetto al numero della popolazione» e «la procura non solo si occupa delle indagini delle stragi del '92 e anche sulle dinamiche di cosa nostra per garantire l'incolumità dei cittadini e nello stesso tempo pulire il territorio dalle armi». Ma la procura si sta svuotando: attualmente mancano 4 sostituti e nei prossimi mesi i vuoti in organico potrebbero aumentare. «Sono sicuro che il Csm pubblicherà i bandi perché un grave vuoto nell'organico dei magistrati rallenterebbe, o addirittura, bloccherebbe le indagini sulle stragi e quelle che ci sono in corso».

la magistratura militare

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha partecipato oggi alla riunione del Consiglio della Magistratura Militare per discutere le principali tematiche inerenti alla Giustizia nel comparto della Difesa. Durante l'incontro, il ministro ha detto che «La specificità della Difesa e i tempi verso cui andiamo rendono fondamentale avere una magistratura che viva all'interno della Difesa e conosca il meglio possibile i problemi, i procedimenti e i rischi. È necessario quindi garantire una formazione specifica».

Il ministro ha sottolineato come la sua partecipazione all'incontro confermi l'impegno del ministero a lavorare per sostenere e modernizzare la Giustizia Militare, al fine di creare un sistema che assicuri equilibrio, tutele e trasparenza. «È essenziale che chi presta servizio militare abbia la certezza di essere giudicato da qualcuno che riconosca la specificità del servizio militare. Questa consapevolezza deve far parte integrante di chi giudica» ha concluso il ministro Crosetto, ricordando come i provvedimenti già approvati e quelli attualmente in esame in Parlamento siano orientati a valorizzare il ruolo, la specializzazione e le potenzialità di questa importante giurisdizione.

Direttori di giustizia

E' fallito il tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro e il "Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia" ha proclamato lo sciopero per il prossimo 20 settembre: «Con questa protesta - è stato ribadito nella nota - la prima della categoria, intendiamo difendere il nostro profilo professionale, messo in discussione dall'ultima bozza di Contratto Collettivo sottoposto ai sindacati. Chiediamo l'ingresso nell'area delle elevate professionalità (la cosiddetta quarta area) di prossima istituzione nel comparto Giustizia».

Il consiglio di stato

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la polemica in Portogallo

Lucília Gago, Procuratrice generale della Repubblica portoghese, ha parlato dinanzi alla commissione parlamentare per gli Affari costituzionali, affermando che la percentuale di lavoratrici donne presso le procure è «superiore ai due terzi o, se si considera la fascia d'età fino ai 30 anni, quasi il 90%. Oggettivamente, questa circostanza è un fattore che aggrava le inefficienze a causa di gravidanze, congedi parentali e permessi per allattamento».

Le sue parole hanno fatto molto discutere e scatenato polemiche in Portogallo. Da notare che la procuratrice che è a capo della magistratura inquirente (in Portogallo le carriere sono separate) era stata chiamata in commissione per rispondere dell’uso delle intercettazioni telefoniche, considerato da una parte politica eccessivamente disinvolto. A novembre 2023, proprio con le intercettazioni nell’inchiesta denominata "Operazione influencer" cadde il governo del socialista António Costa. La procuratrice ha ribadito la necessità delle intercettazioni, rivelando che nel 2023 erano più di 10 mila i portoghesi intercettati.

Procure calabresi senza capo

Attualmente quattro procure calabresi – Catanzaro, che è distrettuale, Cosenza, Crotone e Paola – sono senza un Procuratore titolare e a breve anche Reggio Calabria rimarrà senza procuratore capo designato, perchè Giovanni Bombardieri andrà a dirigere la Procura di Torino.

Nomine al Csm

Il plenum del Csm ha nominato Marco Mescolini procuratore della Repubblica di Pesaro. Si tratta di una delibera di nomina d'ufficio, a titolo di riassegnazione delle funzioni direttive precedentemente svolte. Giorgio Falcone invece è il nuovo aggiunto al tribunale Vicenza.

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