Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per una ventina di giorni pubblichiamo ampi stralci della sentenza in rito abbreviato dell’inchiesta Gotha del 2006, quando a Palermo finiscono in carcere vecchi boss e nuove leve due mesi dopo l’arresto di Provenzano Bernardo.


Contatti oltreoceano con personaggi italo-americani, apertura di appositi conti correnti, accreditamenti per apposite carte di credito, acquisto di abiti adatti per l’occasione. Tutto senza badare a spese.

Sono i preparativi di un viaggio negli Stati Uniti nel novembre del 2003 di due giovani “uomini d’onore”.

Uno è Nicola Mandalà, della famiglia di Villabate, a cui Provenzano ha affidato il comando di cinque famiglie: Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri. L’altro è Gianni Nicchi, il “delfino” di Nino Rotolo, il “picciuttieddu” che fa da ambasciatore del “corleonese” nelle province e controlla le estorsioni a Palermo.

I due “uomini del futuro”. Sono loro che partono da Palermo il 26 novembre 2003 con una missione: saldare nuovamente i legami con le famiglie americane per ridare alla associazione un ruolo da protagonista nel traffico internazionale degli stupefacenti, così come era accaduto a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

Il progetto è ambizioso, in tanti ci lavorano alacremente. I protagonisti del viaggio a New York sembrano svolgere il compito di “apripista”.

Il 23 dicembre partirà alla volta della “Grande Mela”, Giuseppe Inzerillo, figlio di Santo Inzerillo, assassinato dai corleonesi nel 1982. E il 18 marzo 2004, Nicola Mandalà ritornerà negli Stati Uniti questa volta accompagnato da Ignazio Fontana, inteso “Ezio”, un affiliato di Villabate con compiti di copertura della latitanza di Bernardo Provenzano.

Le spedizioni sono precedute da una fitta rete di contatti e riunioni. Oltre a Mandalà e Nicchi, sono coinvolti nell’iniziativa: Sandro Mannino, Franco Inzerillo detto “u nivuru”, Matteo Inzerillo, esponenti della famiglia di Passo di Rigano, nonché Vincenzo Marcianò, della famiglia di Boccadifalco, Salvatore Sorrentino, della famiglia di Roccella.

Sul mercato degli stupefacenti si gioca il futuro peso di Cosa Nostra nello scacchiere del crimine organizzato internazionale. Gli esiti della iniziativa dei giovani mafiosi Nicchi e Mandalà diranno se l’associazione è ancora in grado di espandere la sua forza e svolgere un ruolo propulsivo o se verrà relegata a fenomeno locale con inevitabile declino della sua rete di relazioni e del suo potere di incidere sui mercati legali e illegali.

L’operazione non è semplice. I boss hanno capito che il mercato delle droghe è diventato sempre più complesso. Sentono il fiato sul collo delle forze dell’ordine e della magistratura.

Lo Stato negli ultimi vent’anni si è dotato di strumenti di contrasto più incisivi rispetto al passato; la

cooperazione tra le polizie dei paesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti funziona.

Pesano, poi, il proliferare delle sostanze psicoattive (a quelle naturali si sono affiancate quelle di sintesi), l’espansione dei consumi e, soprattutto, una maggiore concorrenza tra i soggetti criminali che producono e commercializzano le varie sostanze stupefacenti.

Cosa Nostra deve confrontarsi con gruppi storici come camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita, mafia turca, triadi cinesi e yakuza giapponese.

Ma a queste si sono aggiunte organizzazioni di formazione più o meno recente come i cartelli colombiani, o le cosiddette mafie albanese, russa, nigeriana.

Inoltre altri gruppi, un tempo impiegati come manovalanza criminale,

hanno progressivamente acquistato autonomia e si sono messi in proprio. Sono questi i temi che Nicchi e Mandalà vanno a discutere, nell’autunno del 2003, a New York con Piero Inzerillo e Frank Calì, segnalato dalla F.B.I. quale esponente mafioso della famiglia Gambino e trafficante di droga. Nicchi e Mandalà non parlano a titolo personale, hanno dietro di loro tutta Cosa Nostra siciliana. Gli interlocutori rappresentano le famiglie consorelle oltreoceano.

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