- Cospito è risoluto nel proseguire lo sciopero della fame, iniziato ormai da oltre 110 giorni, affinché il governo intervenga sul regime dell’art. 41-bis. Siccome il governo non vuole modificare tale norma, può ipotizzarsi che lo sciopero prosegua fino all’esito estremo.
- L’amministrazione penitenziaria è responsabile dell’incolumità dei detenuti. Ma la normativa penitenziaria non presenta i requisiti previsti dalla Costituzione per imporre un trattamento sanitario qual è la nutrizione forzata. Peraltro, lo sciopero della fame del singolo non nuoce alla salute collettiva.
- La reclusione in carcere, pur comprimendo molti diritti dell’individuo, lascia intatto quello all’autodeterminazione terapeutica. Lo stato, pertanto, non dispone del potere di intervenire coattivamente in caso di volontà di rifiutare il cibo, espressa consapevolmente.
Cospito è libero di lasciarsi morire? Ecco cosa dice il nostro ordinamento


11 febbraio 2023 • 11:30Aggiornato, 11 febbraio 2023 • 11:30