Nella sua testimonianza di sofferenza, ma soprattutto di tradimento da parte di Stefano De Martino, c’è il seme della solidarietà femminile che ci impone di dire che siamo tutte uguali, anche se uguali non siamo. Ma c’è anche il sottile piacere, quello che la lingua tedesca riassume nella parola composta Schadenfreude, la soddisfazione nel vedere che succede anche nelle migliori famiglie
Non drammatizziamo… è solo questione di corna è il titolo-scandalo che l’Italia scelse di dare al film di Truffaut del 1970, Domicile conjugal. A distanza di cinquant’anni, quell’omaggio alla commedia sexy all’italiana che ha stravolto goliardicamente il senso del dramma borghese parigino, così sobrio e sussurrato, sembra un consiglio più che un modo di attirare il pubblico a un prodotto meno casereccio di quel che si voleva far credere. Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza! affermava a gran voce nel 2019 Giulia De Lellis, ex corteggiatrice di Uomini e Donne, poi influencer e infine scrittrice, lei che dichiarava candidamente di non leggere nulla, lei che litigava con Alfonso Signorini al GF Vip, lei che, nel salotto di Silvia Toffanin, riassume così la sua fatica letteraria: il mio ex mi ha cornificata e io gli ho strappato i vestiti, bucato le suole delle scarpe, e tutte attorno ad applaudire, solidali. La famosa solidarietà femminile, quella finta delle Mean girls che si fanno ingrassare a vicenda di nascosto, ma anche quella sincera che ci porta tutte in bagno insieme – a fare cosa, lo sappiamo solo noi. È lo stesso imperativo categorico che ci porta a tifare per una donna che è stata tradita, anche se questa donna è bella, famosa, potente.
Lo abbiamo visto nelle ultime settimane con la docu-intervista a Ilary Blasi, Unica. Non drammatizziamo, è solo questione di caffè, che poi, se è davvero stato solo un caffè poco importa, la furia di una donna che scopre un marito fedifrago, perdipiù con una sosia di sé stessa con qualche anno in meno, è un tornado di consensi. Prima ancora che si chetasse il fuoco sacro di Unica, con Ilary moderna Medea che invece di uccidere i figli requisisce i Rolex, si è acceso un nuovo focolaio di solidarietà e rabbia.
Belén Rodriguez, il corpo e l’anima della televisione italiana degli ultimi quindici anni, la showgirl degli anni Zero per eccellenza, anche se showgirl è un termine riduttivo rispetto alla carriera che ha fatto, lei che era bella bella in modo assurdo, per dirla alla Zoolander, anche tra gli stenti e l’umidità dell’Isola dei famosi, proprio lei, ci racconta dei molteplici tradimenti subiti.
Belén ha scelto il salotto della zia Mara, Domenica In, andando dritta contro Verissimo, e dunque contro Mediaset, la rete da cui lei dice di essersi allontanata volontariamente, ma che da un decennio abbondante le aveva dato non poche soddisfazioni. Si è messa comoda e ha parlato per un’ora della sua vita, del rapporto con la sua famiglia, un legame che sfiora i limiti del familismo amorale – «Faccio il 22% anche senza i Rodriguez», diceva Barbara D’Urso, riferendosi allo share e alla ripicca contro gli argentini più chiacchierati d’Italia dopo Maradona –, e poi è arrivata al dunque.
Su Instagram aveva condiviso con i suoi milioni di follower un brillocco di fidanzamento regalato dal suo nuovo amore, Elio, misterioso uomo che improvvisamente ha fatto capolino dal suo feed. Ma Belén da brava latina è innamorata dell’amore, e anche se tutto e tutti – e tutte, soprattutto – le suggerirebbero di lasciar stare, di non cadere di nuovo nel tranello delle nozze, visti i risultati precedenti, con così tanta fretta poi, lei va dritta per la sua strada in questo tango di emozioni chiamata vita. Ma il vero protagonista di questa confessione in camera caritatis, chiaramente, non è Elio.
Belén è stata tradita dodici volte dal suo ex marito Stefano De Martino. Era talmente presa dalla ricostruzione delle vicende che, alla dodicesima chiamata, ha deciso di interrompere l’opera investigativa per non dover pagare una bolletta del telefono troppo cara. Interessante metafora, negli anni delle videochiamate e degli abbonamenti tutto incluso, dove nessuno paga più bollette, lei ritorna a un passato in cui i minuti spesi a parlare erano ancora denaro, e dunque valore – del resto, era lei che insegnava la perifrastica passiva al figlio di Christian De Sica in uno spot di una nota compagnia telefonica, della materia se ne intende.
Insomma, Belén, che anni addietro aveva soffiato il fidanzato di Emma Marrone in diretta nazionale, trasformando Emma in un’eroina, si fa restituire il favore da De Martino e ricorda al mondo che le corna non hanno nulla a che vedere con il modo in cui sei né con chi sei. Noia e tentazione arrivano anche dove meno te le aspetti, dove sembrerebbe esserci tutto, i figli, i tatuaggi di coppia – cancellati, almeno quelli – la bellezza. Che la kalokagathìa fosse una truffa, non c’era bisogno che ce lo sbattesse in faccia Stefano De Martino, che tanto gentile e tanto onesto pare quando conduce con garbo ed eleganza i suoi format, quando sorride guascone e quando ci mostra che bravo papà che è.
E se pure Belén è cornuta, io che razza di protuberanze avrò mai sulla mia testa? Si domanda giustamente la donna all’ascolto. Certo, in questa testimonianza di sofferenza, ma soprattutto di tradimento, c’è il seme della solidarietà femminile che ci impone di dire che siamo tutte uguali, anche se uguali non siamo. Ma c’è anche il sottile piacere, quello che la lingua tedesca riassume nella famosa parola composta, Schadenfreude, la soddisfazione nel vedere che succede anche nelle migliori famiglie. Una piccola gioia liberatoria, quasi catartica, che si innesca di fronte alla sofferenza di una donna che abbiamo invidiato, ma soprattutto additato, quando dalla veste faceva scorgere la sua farfalla svolazzante, quando abbiamo creduto che fosse lei, il potenziale oggetto del tradimento, anche solo mentale, del nostro fidanzato, compagno, marito, ragazzo immaginario.
Lei che su Canale 5 danzava sensuale con un De Martino ancora imberbe, mentre Emma si strappava i capelli cantando Bella senz’anima, ora si ritrova a dover impacchettare i pezzi di un matrimonio a intermittenza che si chiude con una sua confessione passionale e una fredda dichiarazione dall’altro lato: «Ognuno ha la propria verità», dice De Martino da Fazio. La morale di questa favola senza lieto fine, allora, potrebbe essere che possiamo stare tranquilli e tranquille. Che se pure Belèn, Ilary, ma anche Sienna Miller, Shakira, le Kardashian, insomma un po’ tutte le donne, famose e non, belle e meno belle, ma pure gli uomini, perché no, alla fine possono essere traditi, forse ogni tanto potrebbero avere ragione i distributori di quel gran film di Truffaut a dirci di non drammatizzare. È solo questione di corna, certo, ma nel film poi i due protagonisti tornano insieme.
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