Bisogna prendere atto che alcune forze politiche al governo hanno da tempo avuto relazioni o veri flirt con personaggi di CasaPound. L’aggressione di Torino è solo l’ultima; ricordo, fra gli altri, il pestaggio da parte di figuri di CasaPound di due studenti di ritorno da una manifestazione dell’opposizione il 18 giugno a Roma e il processo in corso per l’aggressione di Bari ai danni di una europarlamentare
Sarebbe intollerabile se, passato il turbamento per l’aggressione da parte di energumeni di CasaPound nei confronti del giornalista Andrea Joly, si continuasse a non fare assolutamente nulla. E sarebbe a maggior ragione indecente dopo le esternazioni del presidente del Senato La Russa che, in palese contrasto con l’art.16 della Costituzione («Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale»), ha definito «incursione» la presenza del giornalista presso la sede dei fascisti torinesi. Va data una risposta che va ben oltre l’intervento della magistratura e riguarda la politica.
Il deputato Giovanni Donzelli (FdI), pur condannando l’aggressione, ha specificato di essere «contro la violenza, di ogni colore e ideologia». È il solito vecchio trucco per cui nella notte tutte le vacche sono nere. Invece le vacche nere vanno distinte, come specifica l’art.1 della legge Scelba del 1952 (in attuazione della XII Disposizione finale della Costituzione): «Si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica». È il caso di CasaPound il cui fondatore, Gianluca Iannone, ha tenuto a specificare, nel caso in cui non fosse chiaro, che trattasi proprio di associazione fascista.
Dopo le voci dal sen (di La Russa) fuggite, il presidente Mattarella ha affermato che «ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica». Sembra la fattispecie prevista dal secondo comma dell’art. 3 della legge Scelba, che recita: «Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’art.1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge». Ergo, se l’aggressione al giornalista Andrea Joly si configura come «un atto eversivo rivolto contro la Repubblica», e se può ritenersi, com’è fattuale, che Casapound usi la violenza come metodo di lotta politica, è ragionevole considerarlo come un caso straordinario di necessità e di urgenza. Di conseguenza il governo dovrebbe provvedere allo scioglimento dell’organizzazione.
Ciononostante bisogna prendere atto che alcune forze politiche al governo hanno da tempo avuto relazioni o veri flirt con personaggi di CasaPound; e che con il governo Draghi, nonostante ripetute sollecitazioni ed un incontro col suo staff, non si giunse allo scioglimento (di Forza Nuova in quel caso) in occasione del gravissimo evento dell’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil. È comunque bene avanzare la richiesta di scioglimento, anche considerando che l’aggressione di Torino è solo l’ultima; ricordo, fra gli altri, il pestaggio da parte di figuri di CasaPound di due studenti di ritorno da una manifestazione dell’opposizione il 18 giugno a Roma e il processo in corso per l’aggressione di Bari ai danni di una europarlamentare.
Ciò che però è inconfutabile è che la centrale di CasaPound è sita in un palazzo di proprietà pubblica in via Napoleone III abusivamente occupato dal 2003 e, nonostante una sentenza del giudice monocratico di Roma, lo stabile continua ad essere la sede nazionale di CasaPound. Lo sgombero non è mai avvenuto anche in virtù delle esplicite minacce di violenze da parte degli occupanti.
Nel corso di un incontro con il ministro Piantedosi svoltosi 30 gennaio 2023, chiedemmo l’immediato sgombero dello stabile. Il ministro rispose che ciò era «in graduatoria» tra gli edifici da sgomberare, rinviandolo a data da definirsi. Non è chiaro cosa c’entri la graduatoria nel caso di una occupazione da parte un’associazione dichiaratamente fascista; basterebbe un po’ di sensibilità costituzionale. Ma oggi le chiacchiere stanno a zero: chiedo al ministro di sgomberare lo stabile adesso, dopo i fatti di Torino, come prova di lealtà democratica e di tempestività istituzionale. È gradita una risposta.
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