- L’Italia che ha scelto il governo più a destra della storia repubblicana sembra essere stata definitivamente raggiunta da quella che Svetlana Boym, letterata di Harvard, definiva in un libro di alcuni anni fa «un’epidemia globale di nostalgia».
- In queste elezioni, la promessa della destra è stata quella di cambiare tutto: non, quindi, interventi incrementali, ma una risposta alla voglia di cambiamento radicale di una parte del paese.
- Tuttavia, la meta che ha disegnato non è nel futuro, è in un confuso sistema di simboli inteso a evocare le radici, la tradizione da conservare. È in quel “Dio, patria e famiglia” che ricorre nei discorsi e nelle scenografie scelte dai tre leader per i loro messaggi.
Con la destra ha vinto la nostalgia del passato e la paura del progresso


29 settembre 2022 • 07:00