- Forse non c’è un percolo per la nostra democrazia.
- Ma spunta la paura di una legislatura che più che mai in passato mostrerà tutti i peggiori difetti di una classe politica dedita alla spartizione del potere piuttosto che a risolvere i gravi problemi che abbiamo.
- Viene da chiedersi che immagine si staranno facendo della nuova italia meloniana all’estero.
E’ stata di uno stridore insopportabile la scena in Senato in cui Ignazio La Russa, col suo sorriso mefistofelico, abbraccia e bacia Liliana Segre offrendole un mazzo di fiori.
Figlio di Antonino La Russa, segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Palermo negli anni quaranta, negli anni Settanta Ignazio La Russa è stato responsabile del Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.
Di La Russa che incitava alla lotta violenta contro il comunismo ne esiste una straordinaria testimonianza nel film del 1972 Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, che inizia con un comizio del giovane La Russa in Piazza Castello.
Ancora oggi La Russa colleziona cimeli del periodo fascista, compresa una statua del Duce, vittima di quella nostalgia che ancora alberga negli animi di molti attivisti del partito Fratelli d’Italia.
La Russa, ora seconda carica dello stato italiano la cui costituzione vieta la ricostituzione del partito fascista, abbraccia Liliana Segre che ha appena terminato un discorso in cui ricorda le leggi razziali del fascismo che lei stessa ha subìto fino all’internamento in un lager tedesco.
E poco dopo La Russa legge un discorso di insediamento pieno di banalità, di ambiguità, di contraddizioni, di confusione storica.
Il niente opposto al massimo del pensiero storico-politico. Anche questo un contrasto insopportabile per le istituzioni sacre dello stato e della democrazia.
Forse non c’è un percolo per la nostra democrazia, ma spunta la paura di una legislatura che più che mai in passato mostrerà tutti i peggiori difetti di una classe politica dedita alla spartizione del potere piuttosto che a risolvere i gravi problemi che lo scenario attuale ci ha già ampiamente mostrato.
Dopo questo primo spettacolo, al quale purtroppo ne seguiranno altri simili a questo, ci si chiede quale sia stata e sarà l’immagine che si faranno le cancellerie non solo europee del nostro paese, specialmente quelle dei paesi che hanno combattuto il fascismo e il nazismo e che ben conoscono le derive autoritarie abilmente nascoste da un regime che si dice democratico.
In particolare, interessa l’impressione ricevuta dai paesi che formano l’Unione europea, dalle istituzioni comunitarie, dagli Stati Uniti e dalla Nato.
Con questi paesi e istituzioni ci sono molte collaborazioni e accordi in essere, mentre dall’Unione europea dobbiamo ricevere ancora importanti somme del Next Generation Eu.
Con gli Stati Uniti e la Nato sono in essere delicati programmi di difesa che utilizzano basi e strutture sparse su tutto il territorio italiano.
Forse, quando la ministra Francese Laurence Boone ha detto «Vogliamo lavorare con Roma, ma vigileremo su rispetto diritti e libertà» ha compiuto una ingerenza contro uno stato sovrano, ma ha espresso un sentimento presente in molti stati che vedono con preoccupazione una chiara virata a destra del nostro paese.
Dopo le nomine dei presidenti di Camera e Senato tale sentimento è ben comprensibile.
Nei prossimi mesi vedremo quale sarà l’atteggiamento di questi paesi verso un esecutivo che su sta formando con molte difficoltà a causa di interessi diversi tra i partiti di governo e di preoccupante confusione tra le forze di opposizione.
Un governo di cui molti membri fino a poco tempo fa evocavano l’uscita dall’Ue o dall’euro, legati al sovranismo di Orban o Marine Le Pen.
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