- Chi si oppone al green pass dice che il certificato è ingiusto perché chi è vaccinato contagia esattamente come un non vaccinato, ma non è vero, lo dimostra la scienza
- Un vaccinato si ammala meno e guarisce prima, quindi ha minori probabilità di ospitare il coronavirus dentro il suo corpo, e se non ha il virus dentro il tuo corpo non può trasmetterlo ad altri
- Se infettato dal virus un vaccinato resta contagioso solo per poche ore, mentre un non vaccinato lo resta per giorni o addirittura settimane
C’è una frase che quelli che si oppongono al green pass ti sbattono in faccia come se fosse la loro mossa da ko alla Bruce Lee, contro la quale pensano tu non possa obiettare nulla: «Il green pass è ingiusto perché chi è vaccinato contagia come un non vaccinato».
Nei giorni scorsi, l’ho sentita pronunciare dal professor Massimo Cacciari, dalla nuova eroina dei talkshow Maddalena Loy e da tanti altri. Ma è vero che un vaccinato contagia come un non vaccinato? No. Lo dimostra la scienza.
Facciamo un passo indietro: questi simpatici personaggi, come il filosofo Cacciari o Loy, ti dicono che il certificato verde introduce una discriminazione tra chi è vaccinato e chi non lo è, che è ingiusta perché è «dimostrato» che un vaccinato contagia gli altri come un non vaccinato.
Se si fossero limitati a dire, che ne so, che il green pass è ingiusto per ragioni giuridiche o etiche, avremmo anche potuto accettare una discussione, ma se la loro idea si basa sul fatto che il mondo scientifico ha dimostrato che un vaccinato può contagiare come un non vaccinato, allora non è accettabile.
Senza scomodare la scienza, questa affermazione pare contraria innanzitutto al buon senso. Per contagiare un’altra persona prima si deve contrarre il virus, lo si deve avere in giro nel proprio organismo. Mi auguro che su una cosa non ci siano dubbi e che non ci sia bisogno di citare qualche migliaio di articoli scientifici a sostegno della seguente tesi: i vaccini ci proteggono dalla malattia e dalla morte da coronavirus, se sei vaccinato hai minori probabilità di ammalarti, e se ti ammali guarisci prima.
E se chi è vaccinato si ammala meno e guarisce prima, significa che ha minori probabilità di ospitare il virus dentro al suo corpo. Se non contrai non puoi passarlo a un’altra persona e dunque contagi meno frequentemente. Su questo siamo d’accordo tutti, giusto?
Torniamo alla mossa alla Bruce Lee di chi si oppone al green pass. Dicono: «Un vaccinato contagia come un non vaccinato, lo dice la scienza». Come detto, e come ormai tutti abbiamo imparato a dare per certo, un vaccinato ha meno probabilità di ammalarsi di covid rispetto a un non vaccinato, altrimenti non si capisce perché ci staremmo vaccinando quasi tutti.
Se i no green pass, invece, intendono che solo quei pochi vaccinati che si infettano, nonostante le somministrazioni, possono contagiare come i non vaccinati, sbagliano ancora. Non è vero neanche questo.
Lo studio che non è uno studio
Sapete qual è la “scienza” che i no green pass portano a sostegno delle loro tesi? Si tratta di un articolo scritto dallo scienziato Gunther Kampf, pubblicato su Lancet dal titolo Stigmatizzare i non vaccinati è ingiusto, in cui si descrive uno studio che dimostrerebbe che i vaccinati contagiano tanto quanto i non vaccinati.
L’articolo in questione, però, non è un studio, non dimostra che i vaccinati contagiano tanto quanto i non vaccinati, non viene citato uno studio che dimostrerebbe che i vaccinati contagiano tanto quanto i non vaccinati, bensì è solo la lettera che un privato cittadino e medico tedesco, il signor Gunther Kampf appunto, ha inviato alla rivista. Dice cose interessanti e quindi Lancet ha deciso di pubblicarlo per discuterne.
Il dottor Kampf scrive che non bisogna stigmatizzare i non vaccinati perché anche i vaccinati possono contagiare e contagiarsi. E chi lo ha mai negato? Kampf sostiene che uno studio ha dimostrato che un piccolo focolaio epidemico è scoppiato tra le persone del pubblico che avevano partecipato ad alcuni eventi sportivi che, a luglio scorso, si sono tenuti in una cittadina del Massachusetts: sono stati identificati 469 individui positivi al covid, di questi 346, pari al 74 per cento, erano vaccinati, 279 erano sintomatici, e la carica virale dei vaccinati (ma solo al primo tampone) era identica a quella dei non vaccinati.
I simpatici no green pass, però, si dimenticano di dire che lo studio citato è stato condotto da scienziati del Center for Disease Control americano, i quali, proprio grazie a quei risultati, hanno deciso di introdurre l’obbligo della mascherina anche per i vaccinati. E tutti i no pass dimenticano di dire che quello su Lancet non è un articolo ma solo una lettera scritta da un privato cittadino, seppure medico, che esprime una sua personale opinione.
Come se io scrivessi una lettera a Lancet in cui dico: «Visto che il 90 per cento dei premi Nobel sono maschi è ovvio che le donne sono meno adatte a fare scienza», e qualcuno scrivesse poi: «Gli studi dimostrano che le donne sono incapaci a fare scienza».
L’importanza della carica virale
I contrari al certificato verde citano un altro studio a loro sostegno, pubblicato sempre su Lancet, dal titolo Trasmissione comunitaria e cinetica della carica virale della variante delta del Sars-CoV-2 in individui vaccinati e non vaccinati nel Regno Unito. Secondo loro questo studio dimostrerebbe che i non vaccinati contagiano tanto quanto i non vaccinati. Anche in questo caso, però, non è così.
Se si legge con attenzione l’articolo si scopre che c’è scritto che «gli individui vaccinati che sviluppano la malattia hanno una carica virale al picco simile agli individui non vaccinati», il che significa che un vaccinato malato di covid può contagiare chi vive con lui quasi quanto un non vaccinato, ha una carica virale simile, ma solo quando è al massimo, cioè nei primi giorni della malattia.
Gli scienziati quindi aggiungono: «La vaccinazione riduce il rischio di infezione da variante Delta e accelera l’eliminazione del virus», ovvero i vaccinati hanno una minore probabilità di essere infettati dalla variante, ma nel caso vengano contagiati riescono ad eliminare il virus più in fretta e perciò hanno minore probabilità di contagiare altre persone. Restano quindi infetti per un tempo più breve rispetto a un non vaccinato.
Non solo, i no green pass si dimenticano di citare le altre decine di articoli scientifici che dimostrano che, se infettato dal virus, un vaccinato resta contagioso solo per poche ore, mentre un non vaccinato lo resta per giorni o addirittura settimane.
Gli scienziati inglesi del gruppo di Modellistica ambientale e del Gruppo Scientifico di Ricerca sulla Pandemia, del ministero della Salute inglese, hanno pubblicato un vasto studio in cui dimostrano che la vaccinazione diminuisce la trasmissione domestica della variante delta.
Altri ricercatori del ministero della Salute hanno studiato l’intero database dei contagi avvenuti nel Regno Unito e hanno pubblicato sul New England Journal of Medicine un articolo dal titolo Effetto della vaccinazione sulla trasmissione domestica del Sars-Cov-2 in Inghilterra, in cui dimostrano che, se infettato dal coronavirus, un vaccinato ha una probabilità di infettare altri del 50 per cento inferiore a quella di un non vaccinato.
E ancora: gli scienziati dell’università di Harvard, in uno studio dal titolo Dinamica virale delle varianti del SARS-CoV-2 in individui vaccinati e non vaccinati hanno verificato che «i vaccinati mostrano un tempo di eliminazione del virus più rapido dei non vaccinati», e quindi possono contagiare gli altri per un tempo inferiore.
Un’altra ricerca, condotta da degli scienziati di Singapore, si intitola Cinetica virologica e sierologica della variante Delta del Sars-CoV-2 nei vaccinati”. Questa dimostra che un vaccinato al primo giorno d’infezione ha una carica virale uguale e una stessa probabilità di infettare gli altri di un non vaccinato. Quel vaccinato, però, ha un sistema immunitario che da subito inizia a combattere e uccidere il virus, perché addestrato dal vaccino, e così, dopo soli 3-5 giorni la sua carica virale e la sua probabilità di infettare altri è cento volte inferiore a quella di un non vaccinato, e dopo 28 giorni addirittura 400 volte inferiore.
Al ventottesimo giorno un non vaccinato ha una contagiosità superiore a quella di un vaccinato al quinto. In pratica, un vaccinato può contagiare gli altri per 24-72 ore, chi non è vaccinato per settimane. Così fanno i no green pass: citano un articolo che credono gli dia ragione (ma si sbagliano) e dimenticano le decine di studi che gli danno torto. Si chiama cherry picking, ovvero scegli la ciliegina che più ti piace, e scarti le altre.
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